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LA SCIENZA CHE CERCA DIFESA DALLA POLITICA NON E' SCIENZA
La possibilità di formulare nuove ipotesi e di mettere in discussione l'ipse dixit è il nucleo della scienza sperimentale
di Enzo Pennetta

«Noi andremo al rogo, moriremo bruciati, ma non rinunceremo mai alle nostre convinzioni».
Profetiche parole quelle pronunciate nel 1939 dal più grande genetista russo vittima di un 'patto per la scienza'.
È la notizia del giorno, Beppe Grillo annuncia di aver firmato un cosiddetto 'patto trasversale per la scienza' insieme a Roberto Burioni e Matteo Renzi.
Un patto per la scienza è già in sé qualcosa di assolutamente inedito dalla nascita del metodo scientifico e quindi della scienza moderna, all'inizio del XVII secolo, non si era mai sentita la necessità di difendere la scienza, questa infatti proprio grazie a grandi diatribe e controversie è avanzata senza che nessuno avesse mai la percezione che essa dovesse essere difesa da affermazioni contrarie a quelle che la maggioranza riteneva corrette.
Immagino già qualcuno storcere il naso e interrompere affermando "e il caso Galilei dove lo mettiamo?".
Ma il caso Galilei, la cui immagine campeggia nel post di Grillo, dimostra al contrario come l'opinione di una minoranza assoluta, rappresentata in quell'occasione proprio da Galilei, in un clima di politicizzazione della scienza possa essere colpita in nome di una maggioranza che esprime il consenso su una posizione differente. Se accettassimo i principi ai quali si ispira il 'patto trasversale per la scienza', le azioni contro Galilei furono giustificate e sarebbero ancora oggi giustificate contro qualunque voce dissonante che verrebbe classificata come 'antiscientifica'.
Nel momento stesso in cui la politica assume il ruolo di difesa della scienza contro la cosiddetta pseudo scienza, si porrebbe nelle mani di coloro che definiscono cos'è scienza che cos'è pseudoscienza, una terribile capacità di censura e repressione.
Fu un precedente 'patto per la scienza' a passare tristemente alla storia, quello contro la genetica mendeliana nel regime sovietico, Nikolaj Ivanovic Vavilov (1887-1943), botanico ebbe la sorte di entrare in contrasto col più influente Trifin Denisovic Lysenko (1898-1976). Quest'ultimo, che Vavilov aveva inizialmente appoggiato, faceva coincidere gli obbiettivi della scienza con quelli generali della società, e solo ciò che serviva alla rivoluzione era degno di ogni sforzo scientifico.
La proposta di un patto trasversale per la scienza va dichiarata dunque per quello che è: la proposta di istituzione di un ministero della verità.
Per chi ha letto Orwell tanto basta.

 
Fonte: Critica scientifica, 10/01/2019