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Da qualche tempo è scoppiata una polemica sulla vaccinazione obbligatoria, sono state create nuove categorie di pària sociali, i nuovi 'untori'.Ma la verità è che la principale responsabilità della 'fuga dai vaccini' è delle autorità sanitarie e delle case farmaceutiche.
Il Corriere della Sera in un reportage definisce un "covo" di complottisti il Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni ( Nel «covo» tra ansie e complottismo Obiettori in crociata contro i pediatri ), l'impiego del termine "complottista" chiude ogni possibilità di confronto, le motivazioni da questo momento non vanno neanche più vagliate, e infatti nell'articolo non vengono analizzate ma solo stigmatizzate.
Analizzando il grafico riportato sul giornale si possono ottenere informazioni interessanti:
1- il dato riguardante la Poliomielite è sostanzialmente invariato, dal 2007 ha perso solo l'1,1%.
2- lo stesso si può dire per Difterite, Tetano e Pertosse, la cui vaccinazione dal 2007 è scesa dell'1%
3- stessa cosa per l'Epatite B la cui copertura è calata dell'1%
Sin qui siamo dunque in presenza di allarmismi largamente ingiustificati.
4- il dato per Morbillo, Parotite e Rosolia ha subito un incremento dell'1% dal 2007 fino al 201o per poi calare sensibilmente del 2,3% fino al 2013. Questo andamento pone intorno al 2010 un punto di discontinuità che andrà analizzato.
5- la vaccinazione contro l'influenza è stata stabile fino al 2009 per poi subire un calo dell'1% nel 2010, riprendersi e ricominciare un trend negativo dell'1% fino al 2013.
Questi dati segnalano che le percentuali erano in crescita in tre casi su cinque fino al 2010, e in generale hanno fluttuato intorno agli stessi valori con variazioni più accentuate per Morbillo Parotite e Rosolia che sono particolarmente aumentate nel 2010, mentre nello stesso anno il contrario accadeva per la vaccinazione antinfluenzale. Analizzando i diversi andamenti come parti di un unico sistema che possiamo chiamare "vaccinazione", notiamo che una di queste componenti, quella relativa alla vaccinazione antinfluenzale, ha subito una perturbazione in negativo nel 2010. Tale perturbazione, seguita da un "rimbalzo", sembra aver preceduto e trascinato in basso le altre che da quel momento sono uscite da una zona di fluttuazione per prendere la strada di un leggero ma costante calo.
Se dovessimo individuare una causa scatenante della, comunque leggera, tendenza alla diminuzione delle vaccinazioni dovremmo cercare un evento accaduto tra il 2009 e il 2010 riguardo le vaccinazioni antinfluenzali. Facilmente si risale alla "pandemia" dell'influenza suina H1N1 che proprio nel 2009 diffuse un forte allarme in tutto il mondo salvo poi risultare una forte esagerazione, un allarmismo che fruttò però grosse cifre alle case produttrici di vaccini, vedi notizia ANSA: H1N1, epidemia mancata costata milioni. Quella vicenda diffuse un forte senso di sfiducia verso le autorità sanitarie e le industrie farmaceutiche, non sembra che la causa della sfiducia sia quindi da attribuire all'attività dei "covi di complottisti".
Ma intanto avanza la proposta di negare l'accesso alla scuola ai bambini delle famiglie che decidessero di non effettuare i vaccini "Obbligo vaccino per chi va scuola Ok da Regioni ma 'serve legge ad hoc'", obbligo accompagnato dalla punizione dei medici che avessero dei pareri diversi:
Il Piano nazionale sulla possibilità di sanzioni disciplinari o contrattuali nei confronti dei medici che non supportassero l'immunizzazione prevede un monitoraggio dei dottori in accordo con l'Ordine.
Fine dunque della libertà di coscienza e del riconoscimento della professionalità dei medici che si vedrebbero ridotti ad essere dei meri esecutori di direttive, e fine della libertà di decidere del proprio corpo.
Premettendo che i vaccini quando ben sviluppati, prodotti e somministrati sono un efficace metodo di prevenzione di molte patologie, va detto che il punto centrale della questione, ancor prima che sanitario, è sociale e politico: può lo Stato imporre per legge di immettere una qualsiasi sostanza nel corpo di un cittadino? La risposta non può che essere un netto no.
Sin dal 1679, con la promulgazione in Inghilterra dell' "habeas corpus", ha iniziato ad affermarsi il principio che lo Stato non può disporre del corpo dei cittadini se non per motivi giudiziari, diritto riconfermato anche nella la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, nella quale si parla sempre di detenzione, ma il cui principio ispiratore è proprio la indisponibilità da parte dello Stato del corpo dei cittadini.
A maggior ragione, la libertà di decidere cosa immettere nel proprio corpo è sovrana, e quindi va al di là della questione sanitaria, lo Stato non può obbligare un cittadino a subire una manipolazione sul proprio corpo. Pensare quindi di infrangere questo diritto con la minaccia dell'esclusione sociale, o dalla scuola o dal proprio lavoro, è una conseguenza più grave di quelle indotte da una qualsiasi eventuale malattia che si voglia prevenire.
Ma invece che cercare di capire quanto accaduto si è scelto di demonizzare chi solleva dubbi, e in questo agiscono in modo professionale al CICAP che per mezzo della rivista Query (quella che indaga i mysteri), denuncia in un articolo la disinformazione:
In seguito alla disinformazione sui vaccini, in Italia la copertura vaccinale è scesa sotto la soglia critica del 95% per malattie come poliomielite, tetano, difterite ed epatite B. Questa situazione può avere gravi conseguenze, sia per la salute dei bambini non vaccinati sia per quella di chi li circonda e non si può vaccinare per età o per patologie che lo impediscano (per esempio, immunodeficienze).
Un articolo che almeno in parte ha un merito, quello di evidenziare che, salvo rari casi, la mancata vaccinazione è un problema che riguarda solo il soggetto interessato non essendo gli altri a rischio proprio in quanto vaccinati. Quindi perché vietare l'accesso alla scuola ad un non vaccinato se nella stessa classe gli altri lo sono e non rischiano nulla?
Quello che non viene detto da nessuno, e che come abbiamo visto si può ricostruire proprio dai grafici pubblicati, è che la principale causa della sfiducia verso i vaccini è proprio nelle politiche sbagliate, quando non volutamente fraudolente, attuate negli ultimi anni dalle autorità competenti e dalle case farmaceutiche. Su Critica Scientifica che ne siamo occupati più volte, un articolo riassuntivo della questione è stato quello intitolato "Scandalo H1N1: battaglia a colpi di paper".
Per chi volesse esiste anche un bel servizio di vero giornalismo effettuato da LA1, Radio Televisione Svizzera con il titolo H1N1: la falsa pandemia. Se ne raccomanda la visione.
https://youtu.be/_c1YKpsz7m4
Se i provvedimenti reclamati a gran voce in questi giorni fossero stati in vigore nel 2009, l'anno della falsa pandemia, i medici non avrebbero potuto obiettare sulla vaccinazione contro l'H1N1, che abbiamo visto si è dimostrata solo una truffa commerciale a danno di governi e cittadini, tutti avrebbero dovuto quindi immettere nel proprio corpo una sostanza che, nella migliore delle ipotesi, era inutile.
Alla luce di tutti gli scandali sulle false pandemie che abbiamo visto, il fatto che solamente il 5% dei cittadini non si sottoponga a vaccinazione non può essere visto come l'effetto dei sempre comodi "complottisti" del momento, ma come una naturale e giustificata reazione alla scorrettezza di autorità come l'OMS e delle case farmaceutiche.
Quindi nessun pericolo dalla informazione alternativa, semmai il fatto che sia solamente aumentato dell' 1% il margine dei diffidenti, testimonia che l'informazione politically correct è ancora molto efficace e in grado di condizionare largamente l'opinione pubblica.
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