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PROCREAZIONE ASSISTITA: TUTTO QUELLO CHE NON SI DICE
Presentata come la panacea in ogn caso di infertilità, si tratta di uno strumento delicato, rischioso e spesso inefficace
da UCCR online
In Italia purtroppo è permessa la fecondazione assistita, tramite la Legge 40, quando il seme e l’ovulo utilizzati nella fecondazione assistita appartengono alla coppia di genitori del nascituro. E’ invece vietata la fecondazione eterologa, cioè quando essi (o uno di essi) provengono da un soggetto esterno alla coppia e questo produce malumori in area femminista e Radicale (hanno recentemente perso una causa contro Carlo Giovanardi).
Un recente ricorso alla Consulta da parte di un giudice di Firenze è stato motivato sulla base di una presunta incostituzionalità del divieto di eterologa contenuto nella legge 40. Ma Paolo Maddalena, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha replicato: «A mio parere è vero il contrario, ossia che l’eterologa viola la razionalità giuridica presente in tutto l’ordinamento». Ha quindi spiegato: «L’unica volta in cui la Costituzione fa riferimento al concetto di “natura” è nell’articolo 29 a proposito del matrimonio, definito appunto società naturale. Dobbiamo ricordare che quando parliamo di questi argomenti c’è un riferimento da cui non possiamo prescindere che riguarda la famiglia, dove i genitori sono appunto coloro che hanno generato i figli. Nell’eterologa questi concetti vengono alterati e ciò produce disuguaglianze perché il riconoscimento della famiglia come società naturale si applicherebbe solo in alcuni casi».
Oltre a questo, comunque, davvero non si riesce a capire l’attenzione spasmodica verso la fecondazione artificiale. Non solo l’infertilità si può prevenire, non solo l’infertilità si può curare, non solo la Fivet ha un basso tasso di successo, ma procura frequentemente danni pesanti al futuro bambino e alla madre, oltre ad uccidere (scartare) dieci embrioni umani per uno che viene impiantato.
L’infertilità si previene. Ormai è un dato certo, esistono opuscoli e documenti molto approfonditi per informarsi, segnaliamo in ogni caso il sito web www.informalatuafertilità.it per tutte le informazioni necessarie.
L’infertilità si cura. Questo argomento è completamente tabù perché mina al grande “business della provetta” (nelle strutture private i costi per la fecondazione vanno dalle 3000 alle 4000€). Eppure esistono due alternative alla Fivet: per il primo basta recarsi al Policlino Gemelli di Roma, precisamente all’Istituto scientifico internazionale Paolo VI di ricerca sulla fertilità e infertilità (ISI), guidato dal dott. Riccardo Marana. Ogni anno ci sono 500 nuove coppie che si fanno avanti, 1.200 quelle seguite in totale e il numero di gravidanze note ottenute è di oltre 700.
Il secondo metodo è la Naprotecnologia (“Natural Procreative Technology”) che si basa sul modello Creighton per valutare la diagnosi delle cause della infertilità, poi a seconda del verdetto saranno scelte cure farmacologiche o chirurgiche. Nonostante tutto questo le coppie con problemi di sterilità vengono comunque spinte a bypassare il problema ricorrendo alla provetta.
La Fivet ha un basso tasso di successo. Come ha spiegato Eleonora Porcu, responsabile del Centro di infertilità e fecondazione assistita dell’ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna, «con la procreazione assistita nelle trentenni la percentuale di gravidanza è del 60%, nelle over 40 si passa al 20% e in quelle di 45 si scende al 5%». E le percentuali diminuiscono ancora di più se si considerano i dati dei “bambini in braccio”, cioè realmente nati. Ma alle coppie non viene quasi mai ricordata la percentuale negativa rispetto a quella positiva. Proporre la fecondazione «in modo automatico nella maggior parte dei casi di sterilità, ma soprattutto senza un’indagine approfondita, è segno di un atteggiamento generale che è quello di sostituire i percorsi naturali con quelli di laboratorio», ha commentato la dott.ssa Porcu.
La Fivet procura danni al bambino e alla madre. Di questo ci siamo occupati tante volte su questo sito web, numerosi i nostri articoli sugli studi più recenti. Anche oggi vogliamo segnalarvi quelli usciti in questi ultimi due mesi: sull’“International Journal of Obstetrics and Gynaecology” una ricerca ha mostrato che le donne che concepiscono attraverso la riproduzione assistita hanno più probabilità di subire un forte impatto traumatico per un aborto spontaneo. Su “Acta Paediatrica“ si è osservato che i bambini nati tramite fecondazione assistita hanno un maggior rischio di nascere prematuri, con anomalie congenite e mortalità perinatale. Il 2 luglio 2013 sul “Journal of American Medical Association” un altro studio ha rilevato che i trattamenti di fecondazione in vitro (nei casi di infertilità maschile) sono associati ad un aumentato rischio di ritardo mentale e autismo nei bambini sono associati. Ogni mese escono studi simili, completamente ignorati dai media.
Tornando alle parole del giurista Paolo Maddalena, egli ha anche smentito in modo ragionevole l’indebita pressione esercitata verso la politica italiana, con la richiesta di adeguarsi ai Paesi che hanno liberalizzato completamente la procreazione assistita: «Sinceramente, in questo periodo di crisi non solo economica ma anche valoriale e culturale, non sarei così certo che ciò che fanno gli altri Paesi europei su queste materie sia sempre la cosa giusta. Sarebbe più saggio, invece, pensare a cosa sono i diritti umani, fondati sul diritto naturale. Orazio afferma “vi è una misura nelle cose: alla fine vi sono dei confini certi rispetto ai quali ciò che è retto non può stare da una parte e dall’altra”».
Fonte: UCCR online
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