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MARCIA PER LA VITA: ROMA, 12 MAGGIO 2013
Né vaghezza di contenuti, né stile provocatorio ma solo un forte: “Viva la vita, viva la famiglia, viva i figli… difendiamo gli innocenti”
di Francesco Agnoli

Nel giorno dei Santi Martiri innocenti, potremmo ricordare la malvagità di Erode, che teme un piccolo bambino, avvolto in fasce in una mangiatoia. Potremmo ricordare quanti oggi temono un figlio, perché malato, perché giunto nel momento "sbagliato", perché costringe alla fatica dell'amore e del servizio.
Ma forse questa volta è più opportuno soffermarci su una pianta, sempre più bella, che sta sbocciando lentamente: la pianta del mondo pro life italiano.

Due anni orsono, sul lago di Garda, qualcuno intravide che era successo qualcosa di nuovo. Centinaia di persone, convocate senza mezzi e in poco tempo, aveva compiuto la Prima marcia nazionale per la vita. L'anno successivo, il 13 maggio 2012, 15.000 persone hanno camminato a piedi, dal Colosseo a Castel sant'Angelo, per dire il loro sì alla vita, e il loro no ad ogni forma di violenza e di odio contro di essa (aborto, eutanasia..).

Nessuno si aspettava un simile successo. E forse pochi potevano pensare di vedere un mondo pro life così giovane, così deciso e così sereno. Né vaghezza di contenuti, né stile provocatorio fine a se stesso. Un messaggio ha successo quando unisce la chiarezza e la nettezza ai modi eleganti, pacati, senza inutile retorica né ostentazioni volgari. "Viva la vita, viva la famiglia, viva i figli… difendiamo gli innocenti". Si vive per qualcosa di grande, per ideali alti, e per questo, se necessario, si lotta per difenderli.

Ebbene, da quella marcia sono germogliati in breve frutti molto belli: i Giuristi per la Vita, presieduti da Gianfranco Amato, il cui scopo è di portare anche nel diritto la difesa della vita; la rivista Notizie pro Vita (con annesso sito: www.prolifenews.it), fondata da Antonello Brandi e da alcuni suoi amici, che si propone di formare e di informare sulle tematiche della vita, perché non esiste possibilità di cambiare le leggi (fine di ogni vero movimento pro life), se non si cambia la cultura di morte dominante e se non si illuminano verità da tempo nascoste ed occultate.
La battaglia in difesa della vita, infatti, si svolge su vari piani: informare, parlare alla ragione degli uomini, ricordare la verità dell'embrione e del feto e l'ingiustizia dell'eliminarlo, è il primo passo, fondamentale. Occorrono, per farlo, solidi argomenti di ragione, di diritto naturale e di scienza, che proprio una rivista come Notizie pro vita può fornire. Però, sappiamo, non basta: se è vero infatti che il Male si traveste spesso da bene e si copre di vestiti attraenti (l'aborto, per intenderci, che diviene asettica "ivg" e "diritto civile"), è anche vero che noi uomini tante volte scegliamo il male anche se lo cogliamo e lo vediamo come tale. Esemplificando: quanti aborti, oggi, da parte di persone che magari non sanno veramente quello che vanno a fare, tanto invasivo è stato, per anni, il lavaggio del cervello pro choice! Ma anche quanti figli eliminati da chi, semplicemente, ritiene questa strada sì malvagia, ma utile al proprio egoismo e "vantaggiosa"!

Proprio tenendo presente questi due piani, le marce nazionali per la vita - la prossima a Roma il 12 maggio 2013 (www.marciaperlavita.it)-, non sono solamente manifestazioni pubbliche di un ideale, ma vengono precedute da due momenti importantissimi: il grande convegno per la vita, che si tiene il giorno prima presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, fucina di ottimi bioeticisti da tanti anni, e l'adorazione eucaristica della sera precedente. Nel primo – che quest'anno avrà come relatori d'eccezione il Cardinal Carlo Caffarra, l'Arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi, Filippo Maria Boscia, presidente dei Medici Cattolici, Enrico Masini della Comunità Giovanni XXIII, Massimo Gandolfini di Scienza e Vita e tanti altri – si fa informazione e cultura, mentre durante l'adorazione si chiede alla grazia di Dio di illuminare i nostri cuori per renderli capaci di operare secondo Giustizia e Verità.
A questi due eventi, segue, appunto, la marcia, che anche quest'anno sarà aperta a tutti coloro che ne condividono le finalità, e che si è dimostrata un evento unico, perché capace di dare visibilità ed unità a tante realtà pro life che in numerosi casi si sono spesso ignorate o semplicemente non incontrate.
Il mondo pro life italiano, si sente dire spesso, è diviso e perciò poco efficace. Forse la verità è più complessa. Il mondo pro life italiano, infatti, come in tanti altri paesi, ha scontato (e sconterà) per anni limiti inevitabili: la scarsità di mezzi; la difficoltà di marciare contro corrente; l'insufficiente coordinamento dei carismi (è giusto che vi sia chi ha più a cuore la carità concreta, dell'aiutare le mamme in difficoltà, ad esempio, e chi invece predilige un'altra forma di carità, quella intellettuale nel senso più ampio...).

Accanto a questi limiti, il mondo pro vita italiano ha patito anche l'esistenza di un partito che si diceva cristiano, la DC, ma che ha per primo abbandonato la difesa dei principi non negoziabili, e rispetto a cui non era chiaro come relazionarsi (cosa chiedere e cosa dare); oppure l'esistenza di strategie molto diverse (chi pensava irrinunciabile una battaglia più franca e chi riteneva inevitabili modalità più compromissorie; chi metteva in luce la necessità di educare alla verità, completa, le nuove generazioni, con chiarezza di linguaggio e di idee e chi vedeva in questa chiarezza un ostacolo al "dialogo" con i cosiddetti laici..); infine, non hanno giovato, all'unità, i personalismi e l'incapacità di avvicinare le nuove generazioni, coinvolgendole, ricorrendo ai metodi di comunicazione più moderni, allargando la partecipazione.

Ebbene, non che tutto questo sia sparito, per carità. Fatte salve le buone intenzioni di tutti, sul piano oggettivo è inevitabile che sulle strategie vi siano i sostenitori del dialogo per il compromesso sempre e comunque e quelli che vogliono essere sempre un po' più duri e puri di tutti… ma molto è cambiato.

Sono cambiati, anzitutto, i tempi: è per molti più evidente l'urgenza di difendere i principi non negoziabili; è più grande l'apporto delle nuove generazioni, talora invischiate nella mentalità dominante, ma spesso capaci di comprendere, solo che qualcuno lo testimoni e lo palesi, che la cultura libertaria non ha certo portato né felicità né gioia.

Ecco allora come si può spiegare un evento così grande, il più grande in Italia dall'introduzione della famigerata legge 194, come la marcia per la vita del 2012. Così si spiega l'adesione convinta di 150 realtà diverse, ognuna con la sua specificità, senza che nessuno abbia cercato di farsene unico interprete e rappresentante, o di trarne, con molta fretta, come è successo altre volte, bottini elettorali. Perché quello che certo non giova al mondo pro life italiano è un personalismo fonte di impoverimento e di divisione.

Così accadrà che alla marcia del prossimo maggio: i partecipanti saranno ancora di più, perché sono sempre più numerose le realtà locali, dai MpV alle sezioni di Scienza e Vita ai circoli e alle associazioni di vario tipo, che aderiscono. Unici esclusi? I partiti e i movimenti politici, per evitare strumentalizzazioni mediatiche e non, volontarie o meno. Gli organizzatori, infatti, vogliono che massima sia la concordia sul fine principale, manifestare per la vita, nulli i motivi di divisione nocivi allo scopo. Politici e uomini delle istituzioni sono i benvenuti, solo che marcino con gli altri, insieme ad un popolo che ha fiducia nel futuro e che vuole, con calma e umiltà, cambiare qualcosa, a partire dal basso, verso l'alto.

 
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana