Amici del Timone n�41 del 09 marzo 2015

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1 LA CONFERENZA DI SCIENZA & VITA DI SIENA SULLE PILLOLE CHE UCCIDONO
Effetti abortivi occultati, dati scientifici ignorati: ecco l'intervento del professor Renzo Puccetti, cofondatore di Scienza & Vita nazionale
di Vanessa Gruosso - Fonte: Toscana Oggi
2 SIAMO FATTI PER AMARCI?...FORSE SI, ALMENO PER SAPERE DI ESSERE AMATI
Più nella nostra vita siamo stati abbracciati, più aumentano le difese del nostro organismo contro le infezioni
di Carlo Bellieni - Fonte: L'Osservatore Romano
3 L'OBIETTIVO FINALE E' ABOLIRE LA LEGGE 40
Non è mai stata una legge cattolica, ed è stata il grimaldello con cui forzare le norme
di Osservatorio Cardinale Van Thuân - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 SAVIANO PER RESTARE SULL'ONDA SI ATTEGGIA A ESPERTO DI TUTTO
Sulla mafia non lo sappiamo, ma sulla droga libera sbaglia, e di grosso
di Luigi Santambrogio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 I BAMBINI CRESCONO MEGLIO CON MAMMA E PAPA'
Anzi, diciamolo meglio: nelle famglie gay aumentano i rischi di problemi affettivi: è scienza
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 L'OMOSESSUALISMO, LA NATURA, I GEMELLI: NON ESISTE IL DNA GAY
Chi promuove l'omosessualismo (e l'ideologia gender) fa del tutto per sdoganare l'idea che l'omosessaulità sia naturale.
di Lupo Glori - Fonte: Corrispondenza Romana
7 EUTANASIA, IN FRANCIA UN ALTRO PASSO VERSO IL BARATRO
In Francia, la rete di associazioni pro life Soulager mais pas tuer (lenire senza uccidere) ha protestato a Parigi mercoledì scorso per il concreto passo avanti che il paese sta compiendo nell'introduzione dell'eutanasia.
Fonte: Notizie Pro Vita
8 TRAPIANTO RECORD SALVA NEONATA A LONDRA
Bellieni parla dell'importanza di portare a termine le gravidanze difficili
di Carlo Bellieni - Fonte: Tempi
9 MONDO ALLO SBANDO: QUANDO UNA GRAVIDANZA VIENE CONSIDERATA UNA MALATTIA
Testimonianze di donne che mostrano come la salute precaria o il rischio stesso della propria vita non sono un deterrente alla prosecuzione della gravidanza (VIDEO: L'odissea della vita)
di Lorenza Perfori - Fonte: Scegliere la vita
10 SEI PER IL NUCLEARE? GRILLO TI INSULTA E TI DISTRUGGONO L'AUTO
Franco Battaglia è docente di Chimica Ambientale ed è noto per aver svelato le bufale degli ambientalisti, ma per questo gli distruggono l'auto a sassate
di Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

1 - LA CONFERENZA DI SCIENZA & VITA DI SIENA SULLE PILLOLE CHE UCCIDONO
Effetti abortivi occultati, dati scientifici ignorati: ecco l'intervento del professor Renzo Puccetti, cofondatore di Scienza & Vita nazionale
di Vanessa Gruosso - Fonte: Toscana Oggi, 22 febbraio 2015

Durante la seguitissima conferenza tenuta a Staggia Senese il 6 febbraio scorso dal professor Renzo Puccetti è stato spiegato che esistono varie pillole cosiddette contraccettive, le quali, contrariamente a quanto si pensi hanno un potere anche abortivo. Ecco il motivo del titolo del libro che ha scritto nel 2012, riedito di recente, "Pillole che uccidono".
Questa conferenza è stata organizzata da Scienza & Vita e dal Centro di Aiuto alla Vita di Siena in occasione della "Giornata per la Vita", istituita nel 1979 dai vescovi italiani a seguito della legalizzazione dell’aborto in Italia. Il professor Puccetti è medico, specialista in medicina interna, docente di bioetica al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum e al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, conduttore una seguita trasmissione di bioetica su Radio Maria, Co-fondatore di Scienza & Vita Nazionale e autore di libri di bioetica.
Il professor Puccetti ha dimostrato nel corso della serata, con l'apporto dei più importanti studi scientifici, che, sia la pillola contraccettiva a base di estrogeni e progestinici, sia la pillola del giorno dopo (Norlevo), che quella dei cinque giorni dopo (Ellaone), hanno in comune la capacità di provocare effetti abortivi. Infatti la loro azione si svolge in tre fasi: la prima è quella di inibire il follicolo e quindi il rilascio dell'ovocita maturo; la seconda è quella di rendere sfavorevole il muco cervicale affinché risulti impossibile la risalita degli spermatozoi; la terza fase è cruciale perché è quella in cui queste pillole diventano abortive, attraverso l'effetto di atrofizzazione endometriale. In questo modo un eventuale embrione formatisi non riesce ad impiantarsi.
Il meccanismo principale di Norlevo e di Ellaone, infatti, vorrebbe essere quello di bloccare l'ovulazione, ma nel 16% delle donne in età fertile si hanno delle fughe ovulatorie, cioè l'ovulazione avviene anche dopo il periodo normalmente fertile. Così in tutti i casi in cui fallisce l'efficacia antiovulatoria, la pillola va ad agire direttamente sull'endometrio. Ma in quel momento è già avvenuta la fecondazione, quindi una nuova vita, unica, insostituibile, irripetibile, con il proprio Dna specifico e diverso da ogni altro è già esistente. Non dimentichiamo mai che tutti noi siamo stati in quella fase di ovulo appena fecondato. E' da lì che inizia tutto il processo di crescita inarrestabile se non per intervento di forze esterne.
Puccetti ha commentato diversi sondaggi fatti alle donne, le quali, nella stragrande maggioranza dei casi ritiene che la vita inizi con il concepimento, cioè con la fecondazione. L'escamotage utilizzato dai fautori dell'utilizzo di queste pillole è quello di riprendere ciò che scrisse uno studioso, il quale semplicemente affermò che il concepimento non avviene con la fecondazione ma con l'annidamento. Questo rimanda il problema di alcuni giorni e mette a posto molte coscienze, perché pur essendo totalmente falso e a-scientifico è tuttavia molto comodo.
Molto più conclamato è l'effetto abortivo della pillola RU486, anche definita infatti aborto chimico: essa blocca i ricettori del progesterone causando lo sfaldamento dell'endometrio, cosicché l'embrione già impiantato muore per mancanza di ossigeno e di nutrimento. In seguito viene anche somministrato un farmaco chiamato Misoprostol per provocare delle contrazioni che facciano espellere l'embrione. In questo modo alcune donne sono morte per infezione, oltre al fatto che in ogni caso può essere un trauma per la donna vedere l'embrione espulso e non avere nessun appoggio del medico che in questo modo si scarica ancora una volta della propria responsabilità.
Alla fine il professor Puccetti ha voluto anche mettere l'accento su come queste pillole uccidano il matrimonio, da sempre pilastro su cui poggia tutta la società e gli stessi legami familiari: nel 1964, quando non era stato ancora legalizzato l'aborto, avvenivano 417.000 matrimoni; con l'introduzione dell'aborto si è andata creando una mentalità contraccettiva, la quale rende il sesso un gioco e non una cosa importante, dato che viene slegato il fare sesso dalla conseguenza naturale dell'avere figli.
I matrimoni oggi sono calati a 145.000, perché se il sesso è un gioco non implica più il doversi legare; in ogni caso, se anche ci si lega, non si vogliono i figli, ulteriore legame e impegno e quindi si utilizzano contraccettivi. Si è creato un divario enorme tra figli desiderati e figli effettivi, perché nella mentalità contraccettiva non è mai il momento giusto per avere dei figli. Se nel '64 si mettevano al mondo più di un milione di bambini, ora si arriva a malapena a 410.000, con un conseguente crollo demografico che rende l'Italia uno fra i paesi più vecchi del mondo e per questo in continua recessione: basta ragionare, infatti, per comprendere che in una società sono i giovani che producono e si prendono cura degli anziani, i quali hanno smesso di produrre ma continuano ad apportare il loro bagaglio culturale, esperienziale e valoriale.
Inoltre aumentando i figli nati fuori dal matrimonio è conseguito un danno per il bambino stesso che non può più contare sulla sicurezza di una mamma e un papà e sulla stabilità dei legami familiari, i quali risultano ora molto più ridotti. Il figlio oggi deve avere quattro requisiti fondamentali: deve essere voluto, pianificato, ottenuto al tempo opportuno e soprattutto in salute, come diceva Edwards "di qualità". In Francia abbiamo un esempio di mentalità contraccettiva "perfetta": il 96% delle persone utilizza metodi contraccettivi molto moderni e nonostante ciò vi sono molti aborti. Ecco così dimostrata la falsità dell'affermazione che le "precauzioni" metterebbero al riparo dagli aborti. E' vero il contrario: più contraccezione, più aborti. Il motivo è semplice: la mentalità è la stessa, infatti sia con la contraccezione che con l'aborto l'obiettivo è quello di evitare una gravidanza.
L'altro versante della mentalità contraccettiva si attua nel caso in cui il figlio sia voluto. In quel caso si ha un vero e proprio mercato dei bambini: nell'industria della fecondazione in vitro il figlio è merce da assemblare nel migliore dei modi, attraverso la scelta della componentistica (vendita ovuli e spermatozoi), grazie all'apporto di consulenti specializzati (i medici), i quali fanno sì che il prodotto finale risulti il più possibile senza difetti e proprio come gli acquirenti (i genitori) richiedevano. Ne deriva, ha chiosato Renzo Puccetti, un cambiamento sostanziale di tutto il processo educativo dei figli. Educare, dal latino "ex ducere", significa portare fuori dalla propria incompletezza. Ma se un figlio è stato voluto, cercato in tutti i modi, setacciato a fondo con screening pre e post natale, egli è un essere perfetto, quindi già completo, dunque non ha bisogno di essere educato e va bene qualunque cosa faccia. Se guardiamo al livello di educazione medio dei bambini che si ha ad esempio nelle classi scolastiche e se pensiamo a quante volte i genitori asseriscano che qualunque problema del figlio è sicuramente colpa del maestro o del professore, la conclusione del professor Puccetti appare del tutto appropriata.

Fonte: Toscana Oggi, 22 febbraio 2015

2 - SIAMO FATTI PER AMARCI?...FORSE SI, ALMENO PER SAPERE DI ESSERE AMATI
Più nella nostra vita siamo stati abbracciati, più aumentano le difese del nostro organismo contro le infezioni
di Carlo Bellieni - Fonte: L'Osservatore Romano, 12/02/2015

Un abbraccio che fa passare l'influenza è una notizia che lascia a bocca aperta. Eppure uno studio condotto presso la Carnegie Mellon University e pubblicato in questi giorni sulla rivista Psychological Science, mostra proprio che più nella nostra vita siamo stati abbracciati, più aumentano le difese del nostro organismo contro le infezioni. Insomma, il "tocco" umano è terapeutico; e chissà quanti hanno sperimentato questo senza rendersene conto; o magari consapevolmente in un campo più interiore come quello psicologico. E' il grande capitolo dell'importanza psicologica del contatto umano, riportato in pellicole come "El Abrazo Partido" di Daniel Burman o "Se ti abbraccio non aver paura", dal libro di Fulvio Ervas che ha un potere terapeutico e preventivo. Ma è un capitolo che comprende anche il benessere fisico, la comunicazione e la cura.
Tuttavia le occasioni di vero contatto si rarefanno: sono paradossalmente minori di venti anni fa gli abbracci e i baci in pubblico, ma anche le strette di mano. Il modello odierno è quello di persone che si salutano con un gesto del capo e che non si sfiorano, o che invece di farsi visita, chattano sul web. Eppure il contatto fisico è un tratto distintivo della comunicazione: secondo uno studio pubblicato da MJ Hertenstein sulla rivista Emotion, attraverso di esso si possono esprimere ben sei tipi di sentimento che l'altro riesce a decifrare: rabbia, paura, disgusto, amore, gratitudine e simpatia.
Certo, essere toccati, e magari inopportunamente, non sempre è piacevole, anzi può destare diffidenza, paura, repulsione. Ma quando il contatto è appropriato, se ne viene attratti e persuasi, come riportano studi dell'University of Mississipi. Nel rapporto di coppia, il contatto fisico fa produrre ossitocina ed endorfine, entrambi ormoni che inducono il relax e abbattono il dolore: infatti gli stimoli tattili attivano una specie di cancello nel nostro sistema nervoso che si chiude bloccando l'arrivo degli stimoli dolorosi, come dimostrarono Wall e Melzack nel 1965.
Eppure le distanze tra le persone vanno aumentando, ci si sfiora meno, anche perché aumenta la diffidenza e la paura verso ciò che un contatto estraneo può provocare: germi, rapine, sgradevoli impressioni. Giusta prudenza, ma paura dannosa perché fa perdere una grande risorsa: "il tatto è dieci volte più forte delle emozioni e della parola e colpisce a fondo tutto quello che facciamo. Nessun senso è capace di metterci in moto come il tatto. Non solo è specifico per la nostra specie, ma è anche un segno distintivo" come sottolinea Tiffany Field, dal libro "Touch", 2001.

Fonte: L'Osservatore Romano, 12/02/2015

3 - L'OBIETTIVO FINALE E' ABOLIRE LA LEGGE 40
Non è mai stata una legge cattolica, ed è stata il grimaldello con cui forzare le norme
di Osservatorio Cardinale Van Thuân - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12/02/2015

L'Osservatorio Cardinale Van Thuân è già intervenuto sulla questione della fecondazione eterologa e dei nuovi scenari aperti dalla sentenza della Corte costituzionale che ne ha dichiarato incostituzionale il divieto. Ora riprende le osservazioni svolte in precedenza e fare un proposta complessiva che risponda alla domanda "che fare?" che molti oggi si pongono.
La prima cosa da cui partire è l'inaudita gravità della situazioneaperta dalla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato non conforme alla Carta il divieto della fecondazione eterologa previsto dalla legge 40/2004. Secondo la sentenza della Corte, inoltre, non si sarebbe bisogno di una nuova legge in materia non dandosi il caso di vuoto normativo.
Gli effetti della sentenza suddetta sono dirompenti perché aprono le porte allo smontaggio e al rimontaggio a piacere di importanti dimensioni relazionali umane naturali. Non è solo l'apertura a un nuovo diritto, appunto alla fecondazione eterologa, ma del diritto al nuovo, ossia ad un nuovo mondo relazionale riplasmato secondo i molteplici e mutevoli desideri soggettivi. É un nuovo modo di vedere le relazioni basilari umane: non più come contenenti un senso che ci fa da guida per il nostro perfezionamento ma come costruibili in laboratorio. E' legittimo e doveroso paventare un mutamento antropologico e l'invasione dell'umano da parte di nuovi poteri.
Finora la reazione a questa inquietante prospettiva è stata debole e in ordine sparso. Moltissimi, anche tra i cattolici, sembrano distratti oppure rassegnati oppure ossequienti. C'è stato qualche comunicato che ha tentato di suonare l'allarme, come quello già ricordato sopra del nostro Osservatorio, ma l'opposizione finora non si è minimamente organizzata. C'è da aspettarsi che tutta una parte del mondo cattolico, che sempre si è schierata contro la stessa esistenza di principi non negoziabili, anche in questa occasione troverà le motivazioni teologiche o di opportunità per non partecipare alla battaglia. Ma c'è anche un vasto popolo di fedeli che sarebbe pronto a mobilitarsi se gli fosse offerta una strategia, la cui mancanza si fa sentire sempre di più.
Ora, una strategia ha bisogno di individuare il nodo principale e decisivo del problema per fissare gli obiettivi ultimi da raggiungere. Questi obiettivi ultimi, una volta fissati, devono essere costantemente tenuti presenti in quanto indicano la strada anche per gli interventi intermedi o tattici. La domanda diventa allora la seguente: una strategia adeguata alla nuova situazione creatasi a proposito dell'eterologa cosa dovrebbe fissare come obiettivo ultimo? Dal punto di vista della ragione e della fede cattolica la risposta è una sola: il divieto per legge di ogni fecondazione artificiale, sia omologa sia eterologa, in quanto contraria alla dignità della persona umana e al piano di Dio sull'uomo, ossia a quanto una volta si chiamava il diritto naturale e divino.
L'adesione ad interventi di cosiddetta "riduzione del danno" possono essere assecondatia determinate condizioni e, in ogni caso, mai mettendo in discussione o in ombra l'illiceità di fondo di una legge sbagliata.
A proposito delle legge 194/1978 che regola l'aborto in Italia, è purtroppo accaduto che si sia spento l'obiettivo ultimo di abolirla in quanto legge ingiusta e che ci si sia concentrati solo sulla riduzione del danno tramite una sua più puntuale applicazione. Un simile atteggiamento è sbagliato perché manca di strategia. Dismettere l'obiettivo di abolire la legge significa dimenticare che si tratta di una legge ingiusta e, quindi, accettarla. Per la legge 194 troppi hanno dimenticato che si tratta di una legge ingiusta e che l'obiettivo ultimo di abolirla è tuttora valido e obbligante. In parte ciò è già avvenuto anche per la legge 40 sulla fecondazione artificiale.
Si tratta ora di capire come può essere fissato in modo politicamente operativo l'obiettivo ultimo estrategico che abbiamo ora descritto. Un obiettivo strategico deve essere qualcosa di operativo. La strategia riguarda una battaglia – in questo caso politica e culturale – e una battaglia deve avere degli obiettivi operativi chiari. L'obiettivo ultimo di vietare la fecondazione artificiale va tradotto nel seguente obiettivo pratico e politico: cambiare la Costituzione inserendovi il divieto espresso di attuare la fecondazione artificiale. A sostegno di questo passaggio ci sono quattro ordini di ragionamenti. Innanzitutto, è stata proprio la sentenza della Consulta a collocare il problema su questo piano, il piano, appunto, costituzionale. La sentenza è moralmente inaccettabile e l'unico modo di dar corpo a questa inaccettabilità e di cambiare la Costituzione. Dopo quella sentenza, qualsiasi altro livello della questione è inadeguato.
In secondo luogo, dopo quella sentenza, qualsiasi intervento legislativo, sia del parlamento che delgoverno, sarà passibile di essere impugnato come incostituzionale. Quindi i giudici ordinari potranno o intervenire direttamente con loro sentenze giurisdizionali per smontare una futura normazione dell'eterologa o ricorrere alla Consulta per incostituzionalità. Tutti gli interventi di riduzione del danno avranno sulla testa questa spada di Damocle. Alla fine ci sarà una accettazione culturale dell'eterologa sempre più diffusa e verrà perso di vista l'obiettivo ultimo. Questo è tenuto vivo solo se si traduce chiaramente nell'obiettivo di cambiare la Costituzione e impedire alla radice l'opera demolitrice dei giudici di cui abbiamo già avuto una lunga e dolorosa esperienza.
In terzo luogo, c'è un discorso di ordine generale e non solo italiano. Gli ultimi tre Rapporti sulla Dottrina sociale della Chiesa nel Mondo del nostro Osservatorio hanno documentato come in molte parti del mondo i testi costituzionali stanno diventando il vero campo di battaglia tra antropologie e teologie in competizione. Il popolo croato ha cambiato la Costituzione del proprio Paese per blindare il principio che il matrimonio deve intendersi tra un uomo e una donna. Altri Paesi seguiranno. Viceversa, in Argentina, i partiti al governo che hanno introdotto leggi libertarie evidentemente anticostituzionali stanno pensando di cambiare la costituzione per blindare queste novità. Come si vede, le due parti in conflitto si fronteggiano sul terreno della Costituzione. Perché non anche da noi?      
Infine, assistiamo ad una notevole pressione degli organismi internazionali affinché gli Statiapprovino leggi a tutela dei "nuovi diritti". L'opposizione a tali influenze è possibile solo con un testo costituzionale blindato su questi temi. Questi quattro argomenti rendono ineludibile una battaglia sulla Costituzione. Naturalmente, nessuno si fa illusioni sul facile raggiungimento di un simile obiettivo. A renderlo plausibile non è la sua facile praticabilità, ma la sua necessità di fondo, assieme alla sua utilità per mobilitare concretamente le coscienze e le volontà. Se non c'è un obiettivo pratico nessuno si mobilità se non con comunicati o inefficaci prese di posizione.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12/02/2015

4 - SAVIANO PER RESTARE SULL'ONDA SI ATTEGGIA A ESPERTO DI TUTTO
Sulla mafia non lo sappiamo, ma sulla droga libera sbaglia, e di grosso
di Luigi Santambrogio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/02/2015

A Roberto Saviano, genio della letteratura italiana esploso e spentosi subito dopo aver dato alla luce la sua prima e ultima opera, dovrebbero concedere l'Oscar dell'economia. Se non proprio quello, almeno un'onorificenza al merito, un cavalierato ad hoc o al minimo una targa del Rotary Club. Motivo? Il gomorrista Saviano ha finalmente capito come lo Stato può debellare la criminalità e vivere felice e contento. Di più: come abbattere gli imperi dei narcotrafficanti mondiali e beccarsi l'intero malloppo, da impiegare magari all'assistenza di anziani e malati.
Come? Semplice, basta abolire il reato, legalizzare le raffinerie di cocaina che sono il core business delle mafie mondiali, nazionalizzarle e farle diventare aziende di Stato. In base al semplice principio che fatta-la-legge-trovato-l'inganno, basterà dunque cancellare la legge che pure l'inganno sparirà. Ad esempio, se il reato di furto fosse abolito, i ladri resterebbero senza lavoro e le prigioni non sarebbero così sovraffollate. Ecco l'uovo di Saviano, mica robetta da poco, anche se la cosa è stata covata a lungo e rifrittata in tutte le salse. Ma ora, annuncia trionfante su Repubblica, ci sono pure le cifre che lo dimostrano.
La tesi di Roby-Nobel è questa: le narcomafie fanno affari miliardari con la droga, ammazzano, sequestrano, prosperano e dominano le economie di intere nazioni (come il Messico) perché sono in qualche modo sostenute dal proibizionismo degli Stati. Vecchia panzana, sostenuta in modo bipartisan sia dai turboliberlisti discepoli di Milton Friedman, sia dalla sinistra statalista e radicale. Che hanno festeggiato quando alcuni Stati americani, Colorado e Washington) hanno deciso di liberalizzare la coltivazione della cannabis, togliendo così l'esclusiva ai cartelli messicani e intascando i relativi guadagni. Ecco i dati che Saviano sbandiera con tanto entusiasmo nelle due paginate su Repubblica: la riduzione del traffico di erba nel 2014 è stata del 24% rispetto al 2011. Mentre i due Stati liberalizzatori hanno incassato ben 800 milioni provenienti dalle tasse sulla vendita.
Insomma, i campi di cannabis in Colorado e Washington hanno messo in crisi le gang criminali a sud del Rio Grande e reso tutti più felici e contenti: i frichettoni fumatori di spinelli made in Usa, i governatori e i loro contribuenti. Milioni di dollari raccolti sui campi che convinceranno altri Stati alla legalizzazione: Alaska, Oregon, Florida e Washington D.C. sono sul punto di farlo. Ma occhio alla savianata: a calare del 24 per cento non è il consumo della droga, ma solo il traffico e quindi il fatturato degli affari dei trafficanti messicani. A totale beneficio dei nuovi narco Stati americani.
Non solo il tuttologo repubblichino ciurla nelle cifre, ma non gli importa un fico secco capire se lamarijuana abbia o meno qualche effetto sui neuroni della gioventù americana, o se è accettabile che lo Stato faccia la cresta sullo spaccio di sostanze velenose, peggio del tabacco e dell'alcol. Per la penna più veloce di Gomorra, questa è roba vecchia, roba da proibizionisti imbecilli e oscurantisti. Dunque, dice Saviano, «è il momento di porre il tema della legalizzazione come battaglia di legalità e contrasto all'economia criminale e sottrarlo al seppur necessario e controverso dibattito morale».
Chiaro che per il nostro mancato Nobel, l'aggettivo criminale è soltanto una variabile dipendente e che lo Stato ha il potere taumaturgico di rendere immacolati anche i panni più sporchi: basta che sia pubblica la vendita degli stracci è tutto diventa lindo e profumato. Statalismo ottocentesco con l'aggiunta del cinismo come principio attivo: questa la formula magica del romanziere di Casal di Principe. Ecco dove si arriva quando la realtà viene savianescamente "sottratta" al "controverso dibattito morale".
Non solo cinico, Saviano è pure baro. Nelle due pagine su Repubblica, il profeta della nuova beatgeneration di Stato, cancella alcune cosette che annullano la sua equazione sullo spinello libero. L'aveva già spiegato Paolo Borsellino e oggi lo ripete Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia che in quanto a criminalità ne sa certamente di più di Saviano. Per il giudice, legalizzare la droga per eliminare il narcotraffico «è da dilettanti di criminologia», in quanto «resterebbe una residua fetta di mercato clandestino che diventerebbe estremamente più pericoloso, perché diretto a coloro che per ragioni di età non possono entrare nel mercato ufficiale».
A conferma di ciò, basta vedere cosa succede nel Colorado che Saviano prende a modello. Qui, dove la vendita e la cessione di marijuana ai minori è proibita e severamente punita, trenta grammi di cannabis costano 70 dollari al mercato legale e 25 a quello illegale. Ecco, proprio i ragazzini che non hanno l'età rappresentano quella "la fetta di mercato clandestino" di cui parlava Borsellino. Dunque, che senso ha legalizzare la cannabis se la fascia d'età che la consuma di più e per la quale è più pericolosa non potrebbe comunque acquistarla? Senza contare poi che questo sistema verrebbe ad alimentare le droghe più micidiali, come cocaina e anfetamine, cioè quelle che non potrebbero essere vendute in farmacia.
Dati evidenti e ragionamenti elementari di cui tuttavia Saviano e i suoi illustrissimi fan, Veronesi tra gli altri, se ne impipano. Dopo la marijuana la cocaina: il solco della società stupefacente è tracciato e solo perché fa bene allo Stato. Vale la pena, allora, ricordare quello la scienziata Elisabetta Bertol scrisse sulla Nuova Bussola qualche tempo fa. Vogliamo liberalizzare totalmente la cannabis e le altre droghe? Decidiamo in tal modo di rischiare la vita o far salire i nostri figli su un treno, un pullman o una nave condotti da personale che liberamente può essersi fatto una canna o un tiro di cocaina, scriveva Bertol: «Ci vuole pensare il professor Veronesi alla ricaduta di questa totale "liberalizzazione" sulla sicurezza stradale? Gli effetti "piacevoli" di una "fumatina" di marijuana durano fino a due ore circa, ma gli effetti avversi, comportamentali e fisiologici, permangono fino a tre-cinque ore dopo l'uso». Altro che "controverso dibattito morale": qui è in gioco il futuro di una generazione e di una società ormai arresa e disponibile a tutto. Anche a credere alle balle di Saviano.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/02/2015

5 - I BAMBINI CRESCONO MEGLIO CON MAMMA E PAPA'
Anzi, diciamolo meglio: nelle famglie gay aumentano i rischi di problemi affettivi: è scienza
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/02/2015

Il lettore a caccia di notizie incredibili e ai confini della realtà può anche smettere di leggere. Il presente articolo non fa per lui. É un po' come se l'appassionato di astronomia iniziasse a leggere un articolo che, dati alla mano, provasse in modo inoppugnabile che la Luna esiste. Ecco, qui di seguito si darà la prova che i bambini cresciuti in una coppia omosessuale stanno peggio di quelli che vivono in una coppia composta da mamma e papà.
Lo scrivente in questo momento ha sotto gli occhi una lista di una sessantina di articoli scientifici che dal 1991 al 2013 illustrano quali sono i danni di natura psicologica, fisica, sociale, economica, etc. subiti da quei bambini che sono stati cresciuti da una coppia omosessuale e come invece l'educazione ricevuta da un genitore maschio e da uno femmina sia imprescindibile per una sana ed equilibrata formazione della persona. Da tenere presente che alcuni di questi articoli riportano i risultati di molti altri studi scientifici.
Da ultimo è stato pubblicato il 25 gennaio scorso un articolo dal titolo "Problemi affettivi nei bambini di genitori dello stesso sesso" sulla rivista scientifica British Journal of Education, Society & Behavioural Science che forse batte tutti i precedenti articoli pubblicati per solidità del campione preso in esame. L'autore è un sociologo e si chiama Paul Sullins e lo studio che ha confezionato non potrà passare inosservato a motivo del numero di bambini di coppie omosessuali oggetto di questa ricerca: cinquecentododici. Si tenga presente che la percentuale di minori che vivono negli Usa con una coppia di genitori dello stesso sesso è dello 0,005% rispetto a quelli che vivono con mamma e papà. Insomma, andare a pescarli è come trovare un ago in un pagliaio. I precedenti studi non sono mai arrivati a mettere insieme un campione così rappresentativo.
Ma passiamo ai risultati partendo dal dato conclusivo: «i problemi di carattere affettivo riscontrati nei bambini di genitori dello stesso sesso», ci dice Sullins, «sono due volte più diffusi rispetto a quelli riscontrati in bambini di genitori di sesso opposto». E prosegue: «non è preciso affermare e non si può più dire che nessuno studio ad oggi ha rilevato che i bambini in famiglie omosessuali vivano condizioni svantaggiate rispetto a quelli cresciuti in famiglie con genitori di sesso opposto». Tra i vari problemi caratteriali riscontrati in questi bambini tirati su nelle "famiglie" arcobaleno vi sono: comportamenti scorretti, stati d'animo inclini alla preoccupazione, depressione, rapporti conflittuali con i coetanei e incapacità di concentrazione. Tutte cose già emerse e confermate da altre precedenti ricerche.
«La filiazione biologica», continua il Nostro, «crea una netta e ben marcata distinzione tra i risultati emersi nello studio di bambini di genitori omosessuali e in quelli riscontrati dall'osservazione di figli di coppie eterosessuali». Poi Sullins fa un'affermazione tanto interessante oggi quanto lapalissiana: «il vantaggio principale del matrimonio per i bambini non può essere ricercato nel fatto che questo tende ad offrire a loro genitori migliori (più stabili, finanziariamente benestanti, ecc, anche se questo poi nella realtà accade), ma che li presenta come loro genitori». Detto in altri termini, meglio crescere con i propri genitori biologici che vivere con una coppia omosessuale in una reggia (vedi Elton John). Non c'è paragone.
Non solo. Se poi andiamo a vedere altri indici, come ad esempio la stabilità del rapporto, scopriamo che a vincere sono sempre i genitori di sesso opposto. Sullins ci spiega che, confortato da moltissimi altri studi a riguardo, le persone omosessuali sono assai più promiscue di quelle eterosessuali. E che le coppia omosessuale non è stanziale, ma preferisce l'affitto mordi e fuggi rispetto alla casa di proprietà. Tutto ciò si ripercuote negativamente sui bambini costretti a stare con partner sempre diversi e a vivere in continua migrazione. L'obiezione è dietro l'angolo del primo circolo Arcigay: questi bambini soffrono perché sono oggetto di attacchi omofobi. Dato che vivono con genitori omosessuali vengono presi in giro. Risposta di Sullins: «Contrariamente all'assunto sotteso a questa ipotesi, i bambini con i genitori di sesso opposto sono presi di mira da altri e finiscono per essere vittime di bullismo più di quelli che hanno genitori dello stesso sesso».
Poi Sullins, citando uno studio pubblicato sul British Journal of Medicine, fa un'altra annotazioneinteressante. I bambini di coppie omosessuali soffrono più degli altri del disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Questo comporta che a volte si riescono a integrare male nel gruppo di amici e che quindi vengono da questi presi di mira, proprio perché visti come "un po' strani". Ma tutto ciò accade a causa dei loro "genitori", cioè a causa della loro omosessualità, condizione che crea nei bambini il già citato deficit di attenzione ed altri disturbi affini. Sullins conclude che se è vero che non tutti i bambini di coppie omosessuali presentano attualmente gravi compromissioni della sfera affettiva e comportamentale, state pur sicuri che per trovare un bambino senza problemi avrete molta, ma molto più probabilità di incontrarlo in una famiglia composta da mamma e papà. In breve, signori miei, la Luna esiste per davvero.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/02/2015

6 - L'OMOSESSUALISMO, LA NATURA, I GEMELLI: NON ESISTE IL DNA GAY
Chi promuove l'omosessualismo (e l'ideologia gender) fa del tutto per sdoganare l'idea che l'omosessaulità sia naturale.
di Lupo Glori - Fonte: Corrispondenza Romana, 21/01/2015

Gay si nasce o si diventa? La fatidica domanda, riguardo l'esistenza di un presunto gene gay innato, ogni tanto ritorna, sebbene il quesito abbia, da tempo, ricevuto ampie e inequivocabili risposte. Recentemente la questione è stata portata nuovamente alla ribalta da una organizzazione di ex gay, americana, chiamataPFOX, la quale ha promosso a Richmond, capitale dello Stato della Virginia, una ampia campagna pubblicitaria per far conoscere i reali dati scientifici riguardo l'omosessualità.
In particolare, tali dati riportano diversi casi di gemelli omozigoti, quindi perfettamente identici, che tuttavia differiscono per tendenze sessuali. Esistono almeno otto importanti studi scientifici condotti su gemelli identici in Australia, Stati Uniti, e in Scandinavia, durante gli ultimi due decenni che mostrano come gli omosessuali non sono nati omosessuali.
Il dott. Neil Whitehead, che dopo avere prestato servizio per 24 anni come ricercatore scientifico per il governo della Nuova Zelanda, e aver lavorato alle Nazioni Unite e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, oggi ricopre il ruolo di consulente per alcune università giapponesi, sottolinea il ruolo irrilevante della genetica nella scelta dell'orientamento sessuale, affermando: «al meglio la genetica è un fattore secondario». I gemelli monozigoti derivano da una singola cellula uovo fecondata, ciò significa che essi sono nutriti in condizioni prenatali uguali e condividono il medesimo patrimonio genetico.
Da qui consegue che, se l'omosessualità fosse una tendenza innata, stabilita dai geni, ci si aspetterebbe che tale attrazione fosse sempre identica nei gemelli monozigoti. Come nota infatti il dott. Whitehead: «dal momento che hanno DNA identici, dovrebbero identici al 100%». Tale ipotesi è però smentita dalla realtà dei fatti che attestano che «se un gemello identico ha attrazione per lo stesso sesso la possibilità che il co-gemello abbia la stessa attrazione è solo di circa il 11% per gli uomini e del 14% per le donne». Il dott. Whitehead conclude dunque escludendo categoricamente che l'omosessualità possa dipendere da fattori genetici: «nessuno nasce gay. (…) Le cose predominanti che creano l'omosessualità in un gemello identico e non negli altri devono essere fattori post-parto».
Secondo lo specialista l'attrazione per lo stesso sesso (SSA) è determinata da «fattori non condivisi», cose che accadono ad un gemello, ma non l'altro, o da una differente reazione personale ad un specifico evento da parte di uno solo dei gemelli.Pornografia, abusi sessuali, particolare ambiente familiare o scolastico sono tutti elementi che possono influenzare in modo diverso l'uno rispetto all'altro. Un gemello potrebbe non essere in grado di interagire socialmente come l'altro gemello, provocandosi una sensazione di solitudine, che potrebbe poi portare alla necessità di essere accettato da un gruppo di persone, e in alcuni casi, tale gruppo diventano le comunità LGBT. Secondo il dott. Whitehead infatti, «queste risposte individuali e idiosincratiche a eventi casuali e ai fattori ambientali comuni predominano».
Il primo studio approfondito su gemelli monozigoti è stato condotto in Australia nel 1991, seguito da un altro grande studio americano nel1997. Oggi, lo strumento principale per la ricerca biomedica, secondo lo specialista, sono i registri nazionali sui gemelli: «i registri dei gemelli sono la base dei moderni studi sui gemelli. Ora sono molto grandi, ed esistono in molti paesi. Al momento è in progettazione un gigantesco registro europeo del quale faranno parte 600.000 membri, ma uno dei più grandi attualmente in uso si trova in Australia, con più di 25.000 gemelli registrati».
Nel 2002 la coppia di sociologi americani Peter Bearman e Hannah Brueckner ha pubblicato uno studio che ha coinvolto 5.552 coppie di gemelli degli Stati Uniti, mettendo in evidenza come l'attrazione per persone dello stesso sesso tra gemelli identici era comune solo al 7,7% per i maschi e al 5,3% per le femmine. La stessa ricerca ha preso in esame anche il cambiamento di orientamento sessuale durante il corso della vita, osservando come la maggior parte di questi cambiamenti, avvenuti per via "naturale" piuttosto che terapeutica, sono indirizzati verso una esclusiva eterosessualità, con il 3% della popolazione eterosessuale che afferma di essere stata in passato anche bisessuale o omosessuale. Alla fine tali dati hanno fatto emergere un dato curioso per il quale il numero delle persone che hanno cambiato il loro orientamento sessuale verso una totale eterosessualità risulta più alto dell'attuale numero di bisessuali e omosessuali messi insieme. In altre parole, conclude Whitehead, «gli ex gay superano per numero gli attuali gay».
Ancora una volta la realtà sbatte la porta in faccia all'ideologia. La forsennata ed tendenziosa ricerca degli attivisti LGBTQ riguardo l'esistenza di un agognato gene gay, che attesterebbe la normalità dell'omosessualità si deve, infatti, bruscamente arrestare davanti agli inoppugnabili dati concreti che certificano chiaramente come l'omosessualità non ha nulla di genetico e naturale. Più che di "gene gay" sarebbe corretto parlare di "virus gay"; se nessuno nasce infatti con il gene dell'omosessualità tutti, e in particolare le giovani generazioni, sono a rischio contaminazione dell'ideologia del gender imposta come diktat etico dal mainstreamculturale dominante.

Fonte: Corrispondenza Romana, 21/01/2015

7 - EUTANASIA, IN FRANCIA UN ALTRO PASSO VERSO IL BARATRO
In Francia, la rete di associazioni pro life Soulager mais pas tuer (lenire senza uccidere) ha protestato a Parigi mercoledì scorso per il concreto passo avanti che il paese sta compiendo nell'introduzione dell'eutanasia.
Fonte Notizie Pro Vita, 09/12/2014

E' stata infatti varata la proposta avanzata dal deputato socialista Alain Claeys e dal collega neogollista Jean Leonetti, che promuove il diritto dei pazienti «a una sedazione profonda e continua» in caso di male incurabile e «con prognosi infausta a breve termine». Il termine usato, "pronostic vital engagé", si riferisce comunque a un'ampia gamma di possibilità, molto più vasta e vaga della condizione di "malato terminale" in senso stretto. In concreto si auspica la somministrazione di un'anestesia farmacologica non solo ai malati terminali veri e propri, per "aiutare a morire", anche arrestando l'alimentazione e l'idratazione del paziente.
Insomma si ammette la liceità dell'intenzione esplicita e irreversibile di provocare la morte, confondendo, o cancellando, di fatto il confine fra eutanasia e sedazione profonda.
Hollande ha dichiarato che «il voto di questa legge rappresenterà un grande progresso».
Qui in Italia, i soliti cultori della morte, Radicali in testa, Napolitano e Boldrini al seguito, da tempo auspicano anche da noi l'eliminazione del problema dei malati e degli anziani con stile nazista "ActionT4". Già gira lo spot pubblicitario con tutte quelle belle facce note, sapienti e intelligenti , serie e serene che invocano il "diritto umano" di morire. Quindi possiamo dire che l'Italia seguirà a ruota il bell'esempio progressista dei cugini francesi.
A nulla serve, evidentemente la deriva inarrestabile che ha preso l'eliminazione dei malati con o senza il consenso loro e dei loro familiari, in paesi come Belgio e Olanda.
Sta a noi vigliare per impedirlo. Sta a noi PARLARE in ogni luogo della dignità della morte e selle cure palliative secondo natura e secondo il principio dell'intangibilità e dell'indisponibilità della vita propria e altrui.

Fonte: Notizie Pro Vita, 09/12/2014

8 - TRAPIANTO RECORD SALVA NEONATA A LONDRA
Bellieni parla dell'importanza di portare a termine le gravidanze difficili
di Carlo Bellieni - Fonte: Tempi, 23/01/2015

Una neonata di sei giorni ha potuto "donare la vita" a un altro bebè. All'ospedale Hammersmith di Londra è stato eseguito un trapianto di fegato e reni prelevati da una bambina appena nata, che aveva avuto gravi carenze d'ossigeno durante la gravidanza e pertanto non è vissuta a lungo. Un caso più unico che raro anche per via delle probabilità che ci siano contemporaneamente una donatrice e un ricevente così piccoli. Interventi di questo tipo vengono già fatti da tempo, spiega Carlo Valerio Bellieni, neonatologo docente di Terapia Neonatale alla Scuola di Specializzazione in pediatria dell'Università di Siena.
A dare notizia di questa complessa operazione è l'Archives of Disease in Childhood. È un caso così raro?
Casi così si verificano poco perché se nascono bambini con organi problematici, per esempio cardiopatici, si cerca di rinviare un eventuale trapianto di qualche anno. Innanzitutto perché è più facile imbattersi in donatori dell'età necessaria, e poi perché gli organi continuano il loro sviluppo nel tempo ed è meglio fare il trapianto in un bambino più grande e forte. Un fegato di un neonato è davvero minuscolo. Più di frequente vengono prelevati da neonati che non sono sopravvissuti le cornee, perché l'occhio alla nascita ha già delle dimensioni abbastanza grosse. La notizia della bimba fa scalpore per i grandi progressi della chirurgia. In casi analoghi, se fosse stata diagnosticata prima della nascita, potrebbero dire che la bambina è stata fatta nascere come involucro di organi sani, falsando la realtà, visto che nascere era un diritto implicito di quella neonata ma anche nell'interesse dei genitori.
Una diagnosi infausta durante un'ecografia potrebbe far venire il dubbio nei genitori che sarebbe meglio non portare a termine quella gravidanza.
Questo tipo di gestazioni va portato a termine non solo per il bambino, che ha diritto di venire al mondo, ma sopratutto per i genitori, che potranno vedere il suo viso e passare con lui dei momenti, anche se pochi. Questo fatto è importante per l'elaborazione del lutto. Un bambino abortito prima del termine è un bambino di cui i genitori non vedranno mai il volto. Con gli anni a venire continueranno a non riuscire a immaginarlo, e il dolore rimarrà sempre lì, latente. Al contrario, se nasce, i genitori potranno avere dei ricordi a cui ripensare in futuro, anche progettando una gravidanza successiva. In molti ospedali viene creata un'equipe di aiuto, formata da uno psicologo, un neonatologo, un ginecologo e altre figure di riferimento proprio per aiutare i genitori in un momento critico ad avere tutte le informazioni e il supporto in particolare se la gravidanza proseguirà, cosa che non determina necessariamente i problemi psicologici che taluni pensano.
In questo caso qualcuno potrebbe parlare di egoismo dei genitori.
Un bambino che nasce, avendo come prospettiva di vita pochi giorni, o addirittura poche ore, verrà trattato con tutte le cure che si riservano a un adulto. Verranno somministrate cure palliative, necessarie a farlo soffrire il meno possibile, potrà essere tenuto in braccio dai suoi genitori, e sentire il loro affetto. Non è meno figlio se vive per poco.

Fonte: Tempi, 23/01/2015

9 - MONDO ALLO SBANDO: QUANDO UNA GRAVIDANZA VIENE CONSIDERATA UNA MALATTIA
Testimonianze di donne che mostrano come la salute precaria o il rischio stesso della propria vita non sono un deterrente alla prosecuzione della gravidanza (VIDEO: L'odissea della vita)
di Lorenza Perfori - Fonte: Scegliere la vita
Fonte: Scegliere la vita

10 - SEI PER IL NUCLEARE? GRILLO TI INSULTA E TI DISTRUGGONO L'AUTO
Franco Battaglia è docente di Chimica Ambientale ed è noto per aver svelato le bufale degli ambientalisti, ma per questo gli distruggono l'auto a sassate
di Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30/01/2015
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30/01/2015

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