Amici del Timone n�32 del 19 maggio 2014

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1 40.000 PERSONE A ROMA ALLA MARCIA PER LA VITA
Un grido di protesta contro quella che Papa Francesco chiama la cultura dello scarto (anche la diocesi di Siena era presente con un pullman)
di Giulia Pieragnoli - Fonte: Toscana Oggi
2 IN RICORDO DI MARIO PALMARO
Lo scrittore prolife è stato un grande amico di Scienza & Vita di Siena: da noi ha fatto ben tre conferenze; adesso possiamo aiutare economicamente la sua famiglia...
Fonte: Scienza & Vita di Siena
3 CONTRO I FALSI MITI DI PROGRESSO
Un evento da non perdere (VIDEO: incontro con Adinolfi, Botta, Miriano, Scicchitano)
di Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
4 LA BATTAGLIA CONTRO LA REALTA'
Commento al video che ridicolizza chi vuol dare i figli ai gay
di Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
5 FRANCIA,POLVERONE A SINISTRA SULLE DICHIARAZIONI DI BOVE’CONTRO LA FECONDAZIONE ASSISTITA
Per il candidato alle elezioni europee dei Verdi «diritto alla vita e diritto al figlio sono due cose diverse. Il secondo non esiste. Bisogna combattere la fecondazione perché non sappiamo dove andremo a finire»
Fonte: Tempi
6 ANCHE IN ITALIA LA SINISTRA SI DIVIDE: IL CASO ADINOLFI
È possibile una sinistra pro-life? Una sinistra che si batte contro l’ampliamento della legge 40 o perfino per la sua abolizione? Che non vuole le Unioni Civili né l’eutanasia e che chiude le porte all’utero in affitto?
di Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 I POLITICI ABORTISTI POSSONO RICEVERE LA COMUNIONE?
Il Prefetto Emerito della Congregazione per il culto e i sacramenti consiglia di chiederlo ai bambini della prima comunione
Fonte: Corrispondenza Romana
8 OBBEDIRE E' MEGLIO: IL MIO NUOVO LIBRO
In pochi giorni è diventato il libro più venduto su Amazon
di Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
9 I VELENI DELLA CONTRACCEZIONE
Al convegno del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum sono state svelate scientificamente le menzogne su pillola del giorno dopo e i metodi abortivi precoci
di Renzo Puccetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
10 PER ESSERE CONTRO L’ETEROLOGA E L’UTERO IN AFFITTO NON SERVE LEGGERE IL BREVIARIO. BASTA IL ‘‘MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA’‘.....E LA RAGIONE
Dov’è la sinistra che difende i più deboli e gli sfruttati? Riflessioni in margine alla sentenza della Consulta, per non arrendersi a un mondo dove «tutto è in definitiva assolutamente privo di senso»
di Aldo Vitali - Fonte: Tempi
11 GENERATION CRYO. LE DOMANDE DI CIASCUNO DI NOI CHE NESSUNA PROVETTA POTRA’ RAGGELARE
Un docu-reality di Mtv racconta i viaggi di BreeAnna per conoscere il volto del donatore di sperma #1096. Un programma che, se non offre risposte, almeno solleva domande sulle conseguenze della fecondazione eterologa
di Emanuele Boffi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
12 ASSEMBLEA ORDINARIA ANNUALE
Comunicazione a tutti i Soci
di Paolo Delprato - Fonte: Scienza & Vita di Siena

1 - 40.000 PERSONE A ROMA ALLA MARCIA PER LA VITA
Un grido di protesta contro quella che Papa Francesco chiama la cultura dello scarto (anche la diocesi di Siena era presente con un pullman)
di Giulia Pieragnoli - Fonte: Toscana Oggi, 18 maggio 2014

Si è conclusa in Piazza San Pietro con il Regina Coeli e con il personale saluto e incoraggiamento di Papa Francesco la quarta edizione della Marcia per la Vita che si è tenuta nella mattinata di domenica 4 maggio e che quest'anno ha richiamato a Roma oltre 40mila persone da tutta Italia e non solo.
Moltissimi giovani e non più giovani, laici, religiosi e religiose si sono riversati per le vie di Roma, partendo da Piazza della Repubblica fino ad arrivare ai Fori Imperiali e poi verso via della Conciliazione: un mare coloratissimo di bandiere, striscioni, canti e danze, a testimoniare la vivacità del mondo pro life italiano e le tante associazioni che a tutti i livelli si battono per la difesa della vita umana, specialmente quella nascente. Anche il nostro pullman con oltre 50 partecipanti da tutta la diocesi, organizzato da Scienza & Vita e Cav di Siena, era presente con striscioni e bandiere.
La Presidente della Marcia Virginia Coda Nunziante ha ricordato nel suo intervento dal palco posto all'inizio della marcia la dolorosa assenza di Mario Palmaro, scrittore cattolico, più volte graditissimo ospite di Scienza & Vita di Siena, addormentatosi in attesa della risurrezione lo scorso 9 marzo 2014, cui si è voluta dedicare la quarta edizione della Marcia.
Il corteo ha sfilato per le vie di Roma per poi confluire in Piazza San Pietro. Il Santo Padre al termine della preghiera del Regina Coeli ha detto: «Saluto i partecipanti alla Marcia per la Vita che quest'anno ha un carattere internazionale ed ecumenico. Ai partecipanti alla Marcia per la Vita tanti auguri e avanti a lavorare su questo».
La Marcia per la Vita nasce di fronte a quello che è il più spaventoso genocidio della storia, in termini di vite umane. Nel mondo ogni anno 45 milioni di esseri umani vengono assassinati.
La nostra presenza ha voluto essere un atto di proclamazione del diritto a vivere dell'essere umano innocente, dal momento del concepimento alla morte naturale, ma soprattutto quando l'essere umano è più debole e indifeso, quando il grembo della madre, che dovrebbe accoglierlo, nutrirlo, dargli vita e calore, diventa la sua tomba.
La nostra presenza vuole essere perciò un grido di protesta contro l'ingiustizia commessa nei confronti dei deboli e degli indifesi. Dobbiamo difendere i deboli contro cui si accaniscono i cultori della morte: non solo i bambini non nati, ma gli anziani, i malati, i disabili, vittime oggi dell'eutanasia, un delitto che segue logicamente all'aborto, come conseguenza naturale delle negazione del diritto primario alla vita.
Non si tratta solo dell'aggressione ad una vita umana innocente, ma di una violazione della giustizia, di una trasgressione della legge naturale e divina. E noi vogliamo difendere non solo i diritti dell'essere umano indifeso, ma anche l'esistenza di questa legge, scritta nel cuore di ogni uomo, che impone di non uccidere l'innocente, e che non ammette eccezioni, per nessun motivo al mondo, perché è una legge assoluta, immutabile, fondata in Dio.
Una legge ingiusta non diviene meno ingiusta con il passare del tempo, ma anzi con il passare del tempo, aumenta i suoi danni. E noi non ci rassegneremo mai.
La nostra testimonianza vuole essere pubblica, come accade in tutti i Paesi del mondo in cui l'aborto è stato introdotto. In Italia è un fatto nuovo che ha avuto un successo inaspettato. Dal 1978 ad oggi, in oltre 30 anni, nel nostro Paese, non sono mai state organizzate manifestazioni pubbliche della portata della Marcia per la Vita, contro l'aborto e la legge 194 che lo legalizza. Questa sciagurata legge del 1978 si caratterizza per essere la legge più ipocrita del mondo: perché è sottoscritta da cattolici, e perché si intitola "Legge a tutela della maternità", ma poi di fatto legalizza l'omicidio di Stato.
Proporci di abrogare la legge 194 non è irrealistico. L'aborto non è normale. Vogliamo opporci ad ogni tentativo di normalizzazione dell'aborto. Non si può normalizzare una pratica disumana. Non accetteremo mai nessuna forma neanche minimale di aborto. Papa Francesco ha ribadito l'11 aprile di quest'anno la sua contrarietà alla "cultura dello scarto" perché la vita umana è sacra e inviolabile. E noi lo abbiamo voluto ribadire con la nostra presenza a Roma. La prossima Marcia per la Vita è in programma per domenica 10 maggio 2015.
Difendiamo la vita umana, che è il primo dei valori non negoziabili, intimamente connesso alla vita e all'educazione. La vita nasce e si sviluppa all'interno di una famiglia, composta da un uomo e da una donna legati per tutta la vita. Il fine del matrimonio è dare la vita e con la vita l'educazione dei figli. E la vita è un valore non negoziabile.

Nota: La prossima Marcia per la Vita sarà a Roma domenica 10 maggio 2015.

Fonte: Toscana Oggi, 18 maggio 2014

2 - IN RICORDO DI MARIO PALMARO
Lo scrittore prolife è stato un grande amico di Scienza & Vita di Siena: da noi ha fatto ben tre conferenze; adesso possiamo aiutare economicamente la sua famiglia...
Fonte Scienza & Vita di Siena, 5 maggio 2014

Il 9 marzo 2014 l'amico Mario Palmaro si è addormentato in attesa della risurrezione. Ci stringiamo in preghiera accanto alla moglie Anna Maria e ai figli: Giacomo, Giuseppe, Giovanna e Benedetto.
Mario Palmaro ha fatto ben tre conferenze invitato dalla nostra associazione. Per questo e per l'amicizia che ci ha sempre dimostrato gli saremo eternamente grati.

RIFLESSIONI DI MARIO PALMARO SULLA SUA MALATTIA
"La prima cosa che sconvolge della malattia è che essa si abbatte su di noi senza alcun preavviso e in un tempo che noi non decidiamo. Siamo alla mercé degli avvenimenti, e non possiamo che accettarli. La malattia grave obbliga a rendersi conto che siamo davvero mortali; anche se la morte è la cosa più certa del mondo, l’uomo moderno è portato a vivere come se non dovesse morire mai.
Con la malattia capisci per la prima volta che il tempo della vita quaggiù è un soffio, avverti tutta l’amarezza di non averne fatto quel capolavoro di santità che Dio aveva desiderato, provi una profonda nostalgia per il bene che avresti potuto fare e per il male che avresti potuto evitare. Guardi il Crocifisso e capisci che quello è il cuore della fede: senza il Sacrificio il cattolicesimo non esiste. Allora ringrazi Dio di averti fatto cattolico, un cattolico “piccolo piccolo”, un peccatore, ma che ha nella Chiesa una madre premurosa. Dunque, la malattia è un tempo di grazia, ma spesso i vizi e le miserie che ci hanno accompagnato durante la vita rimangono, o addirittura si acuiscono. È come se l’agonia fosse già iniziata, e si combattesse il destino della mia anima, perché nessuno è sicuro della propria salvezza.
D’altra parte, la malattia mi ha fatto anche scoprire una quantità impressionante di persone che mi vogliono bene e che pregano per me, di famiglie che la sera recitano il rosario con i bambini per la mia guarigione, e non ho parole per descrivere la bellezza di questa esperienza, che è un anticipo dell’amore di Dio nell’eternità. Il dolore più grande che provo è l’idea di dover lasciare questo mondo che mi piace così tanto, che è così bello anche se così tragico; dover lasciare tanti amici, i parenti; ma soprattutto di dover lasciare mia moglie e i miei figli che sono ancora in tenera età.
Alle volte mi immagino la mia casa, il mio studio vuoto, e la vita che in essa continua anche se io non ci sono più. È una scena che fa male, ma estremamente realistica: mi fa capire che sono, e sono stato, un servo inutile, e che tutti i libri che ho scritto, le conferenze, gli articoli, non sono che paglia. Ma spero nella misericordia del Signore, e nel fatto che altri raccoglieranno parte delle mie aspirazioni e delle mie battaglie, per continuare l’antico duello".
Mario Palmaro
27 ottobre 2013

CONFERENZE DI MARIO PALMARO PER SCIENZA & VITA DI SIENA
1) SCIENZA E VITA: COME ESSERE AMICHE?
Mario Palmaro (5 febbraio 2011)
2) SPOSATI E SII SOTTOMESSA
Pratica estrema per donne senza paura
Costanza Miriano e Mario Palmaro (21 ottobre 2011)
3) THE GAY AFTER
Cosa accadrebbe in caso di legalizzazione del matrimonio omosessuale
Mario Palmaro, bioeticista (22 febbraio 2013)
Per informazioni sulle conferenze ed ordinare il dvd, clicca qui!

SOSTIENI LA FAMIGLIA PALMARO

Oggi Annamaria, moglie di Mario, casalinga e mamma dei loro quattro bambini Giacomo, Giuseppe, Giovanna e Benedetto, è sola a dover crescere una famiglia numerosa.
E' un dovere di solidarietà, come amici di Mario, di farci carico, nella misura delle possibilità di ciascuno, della famiglia alla quale Mario non può più provvedere economicamente. Se mille estimatori di Mario dessero due euro al mese, Annamaria avrebbe una base indispensabile per vivere.
Questo impegno deve essere continuativo almeno per i prossimi vent’anni, fino alla conclusione cioè degli studi dei bambini. È un impegno lungo ma molto piccolo, un dovere e un atto di carità nei confronti di un eroe della Fede e della sana Cultura. Ci si può impegnare almeno 24 euro all’anno per i prossimi anni, con una disposizione presso la banca o con una donazione unica di 480 euro (24 euro X 20 anni). Questa è una proposta, ma chi può dare di più sappia con certezza che Dio ricompensa donando sempre il centuplo. Se riusciamo in mille a fare questo piccolo grande atto di dovere e di carità avremo fatto una cosa grandiosa! Se saremo di più oltre al pane potremo dare anche il companatico a questi figli che ora sentiamo anche un po’ nostri.
Si è costituita una nuova associazione che ha come unico scopo statutario la raccolta di fondi da devolvere mensilmente alla famiglia Palmaro.
Qui di seguito le indicazioni operative del conto.
Con bonifico bancario sul conto corrente IBAN IT33V0831511701000010010691 intestato a Associazione  San Giuseppe con causale “Per famiglia Palmaro”

Fonte: Scienza & Vita di Siena, 5 maggio 2014

3 - CONTRO I FALSI MITI DI PROGRESSO
Un evento da non perdere (VIDEO: incontro con Adinolfi, Botta, Miriano, Scicchitano)
di Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 15 maggio 2014

Oggi – parlavamo insieme alla Luiss – sono rimasta incantata dalla forza lucida, razionale e insieme travolgente dei ragionamenti di Padre Maurizio Botta sulle cacchiate che ci vogliono vendere per scienza quando si parla della natura dell’uomo, dell’ essere forse un po’ maschio ma anche tendenzialmente occasionalmente femmina a seconda delle pressioni culturali, dell’umore e anche eventualmente dello spread o del job act (che non ho manco capito bene cosa sia ma mi serviva una parola inglese).
Bombardati come siamo dalle bugie che vogliono far passare come conquiste i falsi miti di progresso, è estremamente riposante trovare ogni tanto una compagnia di persone con cui si possono dire liberamente, senza preoccuparsi di essere politicamente correttissimi, le cose che si pensano, o anche che solo si intuiscono.
Io questa compagnia l’ho trovata. Ne fanno parte tanti amici, che fanno capo all’Oratorio di Chiesa Nuova e non, accomunati dalla voglia di usare il cervello e dall’essere pronti a difendere le proprie idee, perché convinti che ne valga la pena. Per non sentirci come il famoso pazzo contromano in autostrada (quello che sente la notizia alla radio, c’è un’auto che procede contromano e pensa “Una? Sono tutte contromano! “) è bene incontrarsi, vedersi, guardarsi negli occhi, stringersi la mano, toccarsi, insomma essere amici, e anche contarsi ogni tanto, giusto per ricordarsi quando la mattina dopo ci si sentirà di nuovo contromano, che comunque tanti di noi stanno facendo la stessa fatica, al proprio posto di combattimento, senza mollare di un centimetro questo avamposto nel mondo che ci è stato assegnato.
Se volete essere arruolati anche voi in questa compagnia, se volete sentirvi sempre contromano ma non più da soli, venite lunedì 19 all’Auditorium dell’Antonianum in viale Manzoni alle 21. Avremo a disposizione una sala supertecnologica, e non si parlerà solamente, ma ci sarà anche qualcosa da guardare. Il tema: l’uomo, maschio e femmina, e tutto quello che tifa contro di noi, la nostra felicità di essere padri e madri, famiglie, o anche semplicemente, pienamente, uomini e donne.

Ecco il video dell'incontro di cui si parla in questo articolo:


https://www.youtube.com/watch?v=1jqzg-AXyC4

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 15 maggio 2014

4 - LA BATTAGLIA CONTRO LA REALTA'
Commento al video che ridicolizza chi vuol dare i figli ai gay
di Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 06/08/2013
Fonte: Redazione di BastaBugie, 06/08/2013

5 - FRANCIA,POLVERONE A SINISTRA SULLE DICHIARAZIONI DI BOVE’CONTRO LA FECONDAZIONE ASSISTITA
Per il candidato alle elezioni europee dei Verdi «diritto alla vita e diritto al figlio sono due cose diverse. Il secondo non esiste. Bisogna combattere la fecondazione perché non sappiamo dove andremo a finire»
Fonte Tempi

José Bové è candidato in Francia al Parlamento europeo nella circoscrizione Sud-ovest per il partito dei Verdi (Eelv), alleati al governo dei socialisti di Francois Hollande, e fervidi sostenitori della legalizzazione della fecondazione assistita e dell’utero in affitto. Ecco perché Bové – in passato noto per le sue posizioni anticapitalistiche e no global – ha alzato un polverone che non si è ancora posato quando lo scorso 30 aprile ha dichiarato di essere contro la fecondazione: «Dal momento che contesto le manipolazioni genetiche sugli animali e i vegetali, sarebbe curioso se non fossi coerente per quanto riguarda gli uomini». Apriti cielo.
«MI FARÒ UN SACCO DI NEMICI». Bové sapeva già che quelle parole non doveva dirle. Alla fine dell’intervista, infatti, aveva pronosticato: «Ora mi farò un sacco di nemici». E così è stato, perché i suoi compagni di partito non gli hanno risparmiato attacchi e frecciate.
Ecco le dichiarazioni complete di Bové: «Sono contrario a tutte le manipolazioni sugli esseri viventi, sia che si tratti di coppie omosessuali, che di coppie eterosessuali. Penso che il diritto alla vita e il diritto al figlio siano due cose diverse. Non credo che il diritto al figlio sia un diritto. Bisogna combattere la fecondazione perché non sappiamo dove andremo a finire».
«NUOVO ADERENTE DELLA MANIF?». La senatrice dei Verdi Esther Benbassa, che presto presenterà in Parlamento un emendamento «a nome del gruppo ecologista» a favore della legalizzazione della fecondazione assistita per le coppie lesbiche, ha subito attaccato il compagno di partito: «José Bové confonde fecondazione assistita e Ogm e si oppone a tutte le pratiche [di fecondazione assistita], comprese quelle legali: abbiamo un nuovo aderente della Manif pour tous?».
BAMBINI E OGM. Bové ha risposto con un’altra intervista a Libération evocando il rischio del «ritorno all’eugenetica»: «Tutto ciò che oggi va nella direzione di fabbricare l’uomo invece che lasciarlo sviluppare pone enormi problemi etici. Per me la manipolazione (…) deve sempre essere combattuta».

La senatrice Benbassa, insieme ad altri colleghi, ha ribadito che un bambino nato da fecondazione «non è un Ogm e non c’è alcuna modificazione genetica», anche se gli ultimi ritrovati della tecnica e i guru della fecondazione in vitro dicono esattamente l’opposto.

Fonte: Tempi

6 - ANCHE IN ITALIA LA SINISTRA SI DIVIDE: IL CASO ADINOLFI
È possibile una sinistra pro-life? Una sinistra che si batte contro l’ampliamento della legge 40 o perfino per la sua abolizione? Che non vuole le Unioni Civili né l’eutanasia e che chiude le porte all’utero in affitto?
di Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

A sinistra desta giustamente interesse il caso Mario Adinolfi. È possibile una sinistra pro-life? Una sinistra che si batte contro l’ampliamento della legge 40 o perfino per la sua abolizione? Che non vuole le Unioni Civili né l’eutanasia e che chiude le porte all’utero in affitto? La questione è interessante.
Mario Adinolfi è il deputato del Partito Democratico che ha scritto il libro Voglio la mamma. La cosa ha stupito molti perché l’autore affronta tutti i temi caldi di oggi, dalla pillola del giorno dopo all’utero in affitto, e su ognuno esprime una valutazione dal punto di vista della sua esperienza, fornisce i dati statistici della situazione e una bibliografia di approfondimento. Dai giudizi espressi emerge una valutazione molto diversa da quella tipica della sinistra fino ad oggi. Quella di Rodotà o Zagrebelski, della Gruber o della Cavani, di Augias o di Flores d’Arcais. Dall’insieme emerge anche una chiara accusa alla sinistra di non aver saputo affrontare in modo razionale questi temi, ma di avervi anteposto l’ideologia o, meglio, un automatico rapporto stimolo-risposta.
Ora “Voglio la mamma” è diventata anche un’associazione che ha stilato un manifesto e che si prepara a girare l’Italia. Uno dei punti è la difesa del diritto dei genitori ad educare i propri figli. Il riferimento all’ideologia del gender e la sua pervasiva presenza nelle istituzioni e nella scuola è evidente. Così, mentre il blocco politico-istituzionale della sinistra produce gli opuscoli UNAR, le amministrazioni di sinistra insediano comitati per l’educazione sessuale omosessualista, la vicepresidente del PD, Debora Serracchiani, inizia nella regione da lei presieduta, il Friuli Venezia Giulia, l’iter di una legge regionale sul fine vita, Mario Adinolfi denuncia l’omertà ideologica di una cultura che, dopo aver dichiarato l’esaurimento della forza propulsiva della rivoluzione d’ottobre, non ha inventato altro se non l’individualismo borghese dei desideri imposti come diritti.
Il punto massimo di attenzione, l’Adinolfi lo ha conquistato il 9 aprile scorso, quando ha partecipato a La Zanzara, il programma nichilista in onda ogni giorno alle 18,30 su Radio24. Qui egli ha tenuto il punto non solo contro Cruciani e Parenzo, i conduttori, ma anche contro Severino Antinori, l’inseminatore di sessantatreenni e fautore della libertà totale di inseminazione artificiale e distruzione di embrioni umani (clicca qui per la registrazione della puntata).
Certo, Adinolfi non è l’unico ad andare controcorrente nella lunga storia della cultura di sinistra. Max Horkheimer, ne La nostalgia del totalmente altro si era detto contrario addirittura alla contraccezione. Giuseppe Vacca, Mario Tronti, Pietro Barcellona avevano condiviso le preoccupazione dell’allora Pontefice Benedetto XVI sulla questione antropologica che l’inseminazione artificiale apriva drammaticamente. Hans Jonas e Jürgen Habermas hanno fatto molti passi in avanti nell’avvertimento dei grandi pericoli di diritti che pretendono di valere anche contro la natura umana. Più di recente, in Francia, il biologo di sinistra Jacques Testart ha detto che l’utero in affitto sarebbe una “schiavitù”, Sylviane Agacinski ha considerato l’utero in affitto una “pratica indecente” e Axel Kahn, rettore di università e già candidato per i socialisti, si è detto “radicalmente contrario”. Adinolfi, però, è anche un blogger, ci sa fare con la comunicazione e il suo marioadinolfi.it è attraente e molto seguito, così come  la sua pagina Facebook. Riuscirà a lui quanto non è riuscito ad altri?
Fenomeni di ripensamento ideologico come questi vanno salutati con piacere. È segno che sotto la fede politica la ragione rimane pur sempre capace di funzionare, che la legge naturale si fa ancora sentire nella coscienza e che la libertà di spirito non ci rende mai completamente succubi dei paradigmi. Circa l’esito, invece, ci si può permettere di coltivare dei dubbi. Bisogna infatti distinguere quanto viene dalla cultura della sinistra da quanto c’è nella cultura della sinistra. Nella cultura della sinistra ci sono molte cose valide, ma che non vengono dalla cultura della sinistra, non le sono proprie, non derivano dai suoi presupposti, dai suoi punti di partenza. Anche nel comunismo c’erano delle cose buone, ma che non venivano dal comunismo. Papa Francesco, rispondendo ad una domanda dei ragazzi che lo hanno intervistato, ha dato un giudizio negativo sul comunismo, anche se poi ha detto che ha incontrato molti comunisti buoni. Dal comunismo non può venire niente di buono, ma nel comunismo ci può essere del buono.
Nel DNA della cultura della sinistra c’è il superamento della natura, attuata in una forma di profetismo laico che annunciava una salvezza immanente. Ciò ha prodotto una secolarizzazione progressiva, perché l’immanentismo non si sazia mai. Fin tanto che ciò era sostenuto comunque da una fede nella rivoluzione e quindi in una sorta di salvezza in terra, fin tanto che ciò era guidato da una religione secolare il vero volto di quella cultura non emergeva nella sua nuda drammaticità. Ma quando tutto questo finì, allora la cultura di sinistra si manifestò nella sua vera natura: la fase matura del processo moderno di progressiva immanentizzazione delle relazioni sociali. C’è un bel dire che Hollande ha poco a che fare con la sinistra in quanto ai lavoratori da proteggere ha sostituito i gay. Da un altro punto di vista, invece, Hollande è l’esito necessario della cultura di sinistra: tolta la speranza di un mondo migliore, seppure solo su questa terra, il socialismo diventa ideologia borghese allo stato puro: “l’io e le sue voglie”, come diceva Benedetto XVI.

Gli Adinolfi sono utili e possono ottenere anche qualche risultato. A patto, però, che non si illudano, con le loro novità pro-life e pro-family, di ricondurre la cultura di sinistra alle proprie origini da cui si sarebbe allontanata imborghesendosi, ma con coraggio si rendano conto che l’operazione non riuscirà se non mettendo in crisi quelle stesse origini. A ciò forse non è sufficiente un blog, ma può essere un buon inizio.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

7 - I POLITICI ABORTISTI POSSONO RICEVERE LA COMUNIONE?
Il Prefetto Emerito della Congregazione per il culto e i sacramenti consiglia di chiederlo ai bambini della prima comunione
Fonte Corrispondenza Romana, 8 maggio 2014
Fonte: Corrispondenza Romana, 8 maggio 2014

8 - OBBEDIRE E' MEGLIO: IL MIO NUOVO LIBRO
In pochi giorni è diventato il libro più venduto su Amazon
di Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 13 maggio 2014
Fonte: Blog di Costanza Miriano, 13 maggio 2014

9 - I VELENI DELLA CONTRACCEZIONE
Al convegno del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum sono state svelate scientificamente le menzogne su pillola del giorno dopo e i metodi abortivi precoci
di Renzo Puccetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

10 - PER ESSERE CONTRO L’ETEROLOGA E L’UTERO IN AFFITTO NON SERVE LEGGERE IL BREVIARIO. BASTA IL ‘‘MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA’‘.....E LA RAGIONE
Dov’è la sinistra che difende i più deboli e gli sfruttati? Riflessioni in margine alla sentenza della Consulta, per non arrendersi a un mondo dove «tutto è in definitiva assolutamente privo di senso»
di Aldo Vitali - Fonte: Tempi

«Per crescere un bambino occorre un intero villaggio» recita un vecchio proverbio africano che, senza troppi sforzi, può essere ri-adattato al caso nel modo seguente: per far nascere un bambino occorre un’intera tribù.
L’antica saggezza classica per cui “mater semper certa est”, va in pensione per sentenza emessa dalla Corte Costituzionale secondo cui, invece, il divieto (sancito dal comma terzo dell’articolo 4 della legge 40/2004) di procreazione medicalmente assistita (PMA) di tipo cosiddetto eterologo, cioè messo in essere con ovuli o sperma di soggetti esterni alla coppia, è incostituzionale, indi per cui può affermarsi senza timore che, almeno da oggi in modo ufficiale, la maternità, in sostanza, sia come la Gallia ai tempi di Cesare, “omnis divisa in partes tres”.
Dopo l’ultima decisione della Corte Costituzionale, in tema di PMA, si aprono nuovi foschi orizzonti: la fecondazione eterologa, l’utero in affitto, la compravendita di ovuli, sperma, embrioni, feti magari.
Su ciascun tema non sarebbe sufficiente la riflessione d’un mese per sviscerarne adeguatamente le problematiche antropologiche, etiche e giuridiche, ma delle osservazioni sono comunque effettuabili a partire da una domanda: quale è il senso del divieto di PMA eterologa?
Un impettito costituzionalista medio risponderebbe nessuno, soprattutto dopo che la Corte Costituzionale lo ha dichiarato costituzionalmente illegittimo.
Per chi invece non è legato a doppio filo dalle briglie del diritto positivo e crede ragionevolmente e razionalmente nella fallibilità della giustizia umana di ogni ordine e grado, il divieto di PMA eterologa ha un senso, rispettare l’identità e la natura di tutti e di ciascuno.
In primo luogo sarebbe, ovviamente, tutelato il concepito, punto sul quale vi sarebbe tanto da dire, poiché sarebbe rispettato il suo diritto alla relazionalità naturale con i suoi genitori, quella genitorialità chiaramente alterata dall’introduzione artificiosa e artificiale di uno o più elementi che fossero chiamati a vario titolo, biologico e contrattuale, al “collettivismo procreativo” in cui si risolve la PMA eterologa.
In secondo luogo, sarebbe tutelata l’identità e l’unione della coppia che non sarebbe dilaniata dall’ingresso biologico di uno o più soggetti terzi chiamati a partecipare alla catena di montaggio procreativa.
In terzo luogo, sarebbero tutelati anche i terzi che non sarebbero ridotti a meri fornitori di materiale biologico per la soddisfazione di interessi altrui, ma sarebbero rispettati nella loro stessa umanità, cioè in quell’elemento personale che li rende ben più di un più o meno ordinata dispensa bio-chimica da “spremere” all’occorrenza.
Infine, ed è davvero strano che il pensiero progressista, nella sua maggior parte, non si renda conto di ciò, proprio la donna, sia colei che contrattualmente ordina il figlio, sia colei che dona o vende l’ovulo, sia colei che condurrà materialmente la gravidanza.
È, infatti, fin troppo evidente che la PMA eterologa e la gravidanza surrogata altro non siano che le due facce della stessa medaglia e per questo rappresentino entrambe una lesione della dignità della donna, ridotta a mero strumento, o, per dirla con i desueti termini marxisti, costretta a subire “lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”.
Proprio in termini di logica emancipazionista e femminista, la PMA eterologa, così come la maternità surrogata, dovrebbero essere avversate e non caldeggiate.
Posto che nella sola India, così come in molti Stati degli USA, esiste un vero e proprio mercato della procreazione con un fatturato annuo pari a ben 2,3 miliardi di euro, proprio in una logica anti-capitalista, anti-sfruttamentarista, ed orgogliosamente femminista si dovrebbe inorridire dinnanzi agli scenari aperti dalla suddetta decisione della Corte Costituzionale.
Esiste tutto un mercato riproduttivo globale nel quale, in sostanza, le donne povere, soprattutto orientali, vengono pagate, circa 25.000 dollari, dalle donne ricche, soprattutto occidentali e statunitensi, per condurre le gravidanze al posto di queste ultime, e tutto questo senza che la “grande armee” del movimento femminista emetta anche un solo sospiro di disappunto in merito, nonostante ciò che proprio Karl Marx ha scritto: «Il borghese vede nella moglie un semplice strumento di produzione» (Il manifesto del partito comunista, cap. II, 1848).
Non tutta la massa progressista, tuttavia, è cieca e sorda nei confronti di tali sfumature.
Si ricordino, a titolo di esempio, le parole di Miriam Mafai nel suo celebre editoriale dal titolo “La donna-cosa” del 7 marzo 1997 e quelle di Pietro Scoppola nel suo editoriale dal titolo “Il diritto di avere un padre” del 14 giugno 2002, o perfino quelle, ri-adattabili al caso in questione, del “Papa laico” Eugenio Scalfari che nel suo editoriale dal titolo “La scienza incivile dell’utero in affitto” del 2 marzo 1997, criticando la clonazione riproduttiva, così si esprimeva: «Intorno al neonato si affollerebbero infatti una serie di altri co-genitori: anzitutto l’individuo (uomo o donna che sia) dal cui corpo è stata estratta la cellula somatica e poi, alle sue spalle, l’uomo e la donna che hanno fornito i loro cromosomi all’individuo clonato, cioè suo padre e sua madre. Ci sarebbero dunque quattro figure parentali biologicamente e giuridicamente titolate a rivendicare il ruolo di genitori, uno dei quali certamente maschio, due dei quali certamente femmine, il quarto o maschio o femmina secondo il sesso dell’individuo prescelto per essere il donatore della cellula somatica».
Il divieto di PMA eterologa, dunque, fungeva da presidio alla tutela del senso, del ruolo e della natura di tutti e di ciascuno, nonostante la Corte Costituzionale abbia preferito imboccare la via del nichilismo etico e giuridico, la stessa, per intendersi, su cui si fonda il pensiero di uno dei più grandi sostenitori della PMA eterologa, cioè Tristam Engelhardt che, nel suo ultimo libro dal titolo Dopo Dio. Morale e bioetica in un modo laico, ammette candidamente ed orgogliosamente che per il mondo laico, di cui è fiero esponente, «tutto è in definitiva assolutamente privo di senso» (pag. 48).

In direzione diametralmente opposta, sebbene sempre laicamente, e in conclusione, si possono ricordare le parole di Edgar Morin per il quale, invece, «le tecniche nate dall’umano gli si ritorcono contro. I tempi attuali ci mostrano una tecnica che si scatena sfuggendo all’umanità che l’ha prodotta. Ci comportiamo come apprendisti stregoni. La tecnica porta essa stessa la sua barbarie, una barbarie del calcolo puro, fredda, glaciale, che ignora le realtà affettive propriamente umane» (Edgar Morin, Cultura e barbarie europee, 2006).

Fonte: Tempi

11 - GENERATION CRYO. LE DOMANDE DI CIASCUNO DI NOI CHE NESSUNA PROVETTA POTRA’ RAGGELARE
Un docu-reality di Mtv racconta i viaggi di BreeAnna per conoscere il volto del donatore di sperma #1096. Un programma che, se non offre risposte, almeno solleva domande sulle conseguenze della fecondazione eterologa
di Emanuele Boffi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

Dal 28 marzo va in onda ogni venerdì sera su Mtv il docu-reality Generation cryo – fratelli per caso. È la storia di una ragazza diciassettenne, BreeAnna, lesbica, nata da fecondazione eterologa. Il format, importato dagli Stati Uniti dove non ha mancato di sollevare polemiche, affronta con linguaggio giovanile e pochi scrupoli morali il tema dei figli “venuti dal freddo”. Chi sono? Cosa vogliono? Cosa pensano della loro vita?
Posto che si tratta di un prodotto televisivo e posto che il mezzo influisce sul messaggio e sulla sua rappresentazione, Generation cryo è una trasmissione interessante per almeno due ordini di ragioni. La prima è che, fatta la tara a un certo finto spontaneismo, il problema della fecondazione extracorporea è affrontato dal punto di vista dei figli. Non più, quindi, genitori che rivendicano diritti o desideri, ma giovani adulti con una certa consapevolezza di sé e del mondo. Il secondo motivo di interesse risiede nel fatto che il reality porta allo scoperto domande, frustrazioni, problematiche che dall’eterologa derivano. E lo fa in maniera totalmente laica e disinibita, senza paternali e infingimenti, dando la parola a un gruppo di ventenni che hanno il volto perforato da piercing, lo sguardo spesso fisso sugli smartphone, il “cinque” come modalità di saluto. Ma anche i figli venuti dal freddo – come tutti i ventenni del mondo – si fanno delle domande. E io chi sono? Da dove vengo? E soprattutto: chi mi ha voluto, in qualunque modo mi abbia voluto, cosa c’entra con me?
Generation Cryo è il video diario di BreeAnna che si presenta spiegando che la sua storia «inizia con due donne e nessuna di loro aveva un pene, così – piano B –, un giorno un uomo misterioso si è recato in una banca del seme, è entrato e ha fatto quel che doveva fare in un bicchiere». Le due donne, Sherry e Debra, hanno scelto dal catalogo un uomo alto, atletico e intelligente, il donatore #1096. «Poi hanno messo della musica soft e acceso delle candele e fatto il tutto con una pompetta da sugo… che schifo!». Ora che è quasi maggiorenne, BreeAnna vuole dare un nome e un volto a #1096, la cui identità è coperta da rigoroso riserbo e segreto. Ma grazie al Donor sibling registry (un registro online attivo dal 2000 che aiuta a rintracciare tutti i figli nati dallo stesso donatore) BreeAnna ha scoperto di avere quindici fratellastri sparsi sul suolo statunitense. Il programma racconta i viaggi di BreeAnna in giro per l’America sulle orme del “donatore”, la conoscenza che si trasforma spesso in amicizia coi suoi fratelli di provetta e le loro famiglie, le loro indagini su quell’uomo che nessuno di loro osa chiamare «papà».
Così, tra una video confessione e l’altra, tra una sera trascorsa a suonare la chitarra in spiaggia e un’altra passata a spulciare fra i registri comunali e universitari alla ricerca di #1096, ci si immerge all’interno del mondo poco dorato di ragazzi dilaniati dal voler sapere «chi è» quell’uomo e la paura di scoprirlo. Perché, magari, «l’ha fatto solo per soldi e perché gli piace il sesso», oppure perché, una volta conosciuto, quell’uomo potrà andare a incrinare l’equilibrio faticosamente raggiunto in famiglie dove padri sterili si sentono in colpa per non essere «abbastanza uomini» e madri inquiete vivono ancora nel sospetto «di aver tradito i propri mariti». Perché si capisce, no? Che il donatore rimanga anonimo è meglio per tutti: per lui e per le coppie. Che rimanga un arcano, un numero segreto, evita complicazioni affettive e legali. Il problema è che “questo meglio” non è “il meglio” per i figli. I quali cercano con quelle quattro cifre un legame perché «incontrarlo, forse, darebbe pace a tutte quelle domande che nemmeno io sono in grado di pensare». Così, man mano che si avvicinano a lui, scoprono che «ha il mio naso, le mie labbra carnose, ama la matematica e gli scacchi come me». Sono le domande che bollono nel sangue e che nessuna crioconservazione potrà mai raggelare.

Oggi che la Consulta ha aperto la strada all’eterologa anche in Italia, il documentario aiuta a focalizzare, se non delle risposte, almeno delle certe insormontabili questioni. Soprattutto la domanda che ogni figlio pone al suo genitore: ma tu mi vuoi? Checché se ne dica, non esiste fecondità senza responsabilità. Come dice BreeAnna: «Non pensi che sia da stupidi pensare di mettere al mondo dei figli e non aspettarti che non si interessino a te?»

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

12 - ASSEMBLEA ORDINARIA ANNUALE
Comunicazione a tutti i Soci
di Paolo Delprato - Fonte: Scienza & Vita di Siena, 8 maggio 2014

Cari Soci,
con la presente è convocata l’Assemblea Ordinaria annuale della nostra Associazione. L’Assemblea è convocata in prima convocazione per il giorno giovedì 22 maggio 2014 alle ore 20.30 ed in seconda convocazione alle ore 21,15 dello stesso giorno, a Staggia Senese, Piazza Grazzini 5.
Qui di seguito si espone l’Ordine del Giorno:
- Relazione annuale del Presidente
- Approvazione bilancio consuntivo 2013 e preventivo 2014
Mi è preziosa l’occasione per rammentarvi la necessità di una Vostra presenza numerosa e partecipe ai lavori assembleari. Infatti, il nostro lavoro, esclusivamente gratuito e volontario, esige un collegamento costante con la base sociale per ricevere indirizzi e conforto al proprio operato.
Inoltre, occorre che ciascun socio assolva all’obbligo di contribuire alle spese sociali tramite principalmente il versamento della quota annuale che è di € 30 per i sostenitori, € 10 nella misura ordinaria, € 5 fino ai 35 anni. Il c/c su cui effettuare il versamento ha le seguenti coordinate bancarie:
IT 50 H 01030 14202 000000835771
Ed è intestato ad ASSOCIAZIONE SCIENZA & VITA DI SIENA
Sono certo che ognuno di Voi ha ben presenti le urgenze e le complessità dei temi di bioetica che, a volte senza necessariamente le luci dei riflettori mediatici, si stanno quotidianamente sviluppando con il loro carico di incognite per il futuro dell’uomo e della società. Se vogliamo che, su questi temi, la nostra società possa contare su un dibattito pluralista e scevro di emotività, occorre sostenere l’attività di organismi come la nostra Associazione.
Con questo spirito di speranza, a nome del Consiglio Direttivo, vi attendo pertanto tutti in occasione della nostra Assemblea.
Un caro saluto.

Fonte: Scienza & Vita di Siena, 8 maggio 2014

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