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MUORE UNA DELLE PIU' FAMOSE MADRI SURROGATE AL MONDO
Pioniera del dono dell'utero, la sua vita dimostra che questa pratica è innaturale e distrugge la vita delle persone (e del nascituro)
da Tempi

È stata una fine tragica quella dell'americana Brooke Verity Cochran, una delle madri surrogate più famose al mondo, diventata famosa nel 2002 per avere partorito quattro gemelli per una coppia omosessuale del Kentucky. La storia della donna, deceduta il 25 novembre per overdose a 37 anni e più volte celebrata dalle riviste e televisioni internazionali, è stata raccontata nel dettaglio in questi giorni dalla stampa americana locale.
VITA DRAMMATICA.
Tutta la vita di Cochran è stata scandita «da un misto di relazioni interrotte e drammi giudiziari», scrive in un lungo resoconto l'Herald Leader. In seguito al divorzio dei genitori, e al termine di una battaglia legale, Cochran a quattro anni è stata affidata alla madre e solo un anno dopo al padre. Cresciuta in Ohio, è rimasta incinta del primo figlio a 17 anni e l'anno dopo ha sposato il padre del bambino. Già a 18 anni, come rivelò in un'intervista del 2002, pensò per la prima volta all'utero in affitto: «Mio figlio Cody era così bello. Io lo guardavo e pensavo: "Che cosa farei se qualcuno mi dicesse che non posso avere figli?". Dio mi ha dato la possibilità di avere bambini. Era un dono che volevo condividere con una coppia che non poteva avere figli».
MATERNITÀ SURROGATA.
Il marito appoggiava le aspirazioni della moglie ma nel 2000, dopo essersi trasferita a Lexington e avere avuto altri due figli, divorziò. Il desiderio però sopravvisse alla relazione e quando nel 2001 incontrò una coppia omosessuale, Michael Meehan e Thomas Dysarz, decise di partorire per loro un figlio e firmò un contratto. Ma dopo l'inseminazione artificiale, nel 2002, si ritrovò incinta di cinque gemelli. D'accordo con il padre biologico, Meehan, decise di abortire uno dei cinque. Gli altri quattro nacquero il 23 giugno 2002, celebrati da tutta la stampa americana.
ESCLUSA E DEPRESSA.
Nonostante nel contratto la coppia avesse stabilito che Cochran avrebbe continuato ad essere presente nella vita dei quattro figli come «zia Brooke», dopo il parto la donna venne completamente esclusa. Mentre la madre surrogata cadeva in una grave depressione post-parto, un anno e mezzo dopo la nascita dei bambini, nel 2004, la coppia gay si separò. Nonostante il parere di un tribunale familiare, secondo il quale i bambini «avevano bisogno del padre e della madre», i figli furono affidati solo a Meehan, il padre biologico.
IL SECONDO MATRIMONIO.
Sempre nel 2004 Cochran si prestò nuovamente come madre surrogata, questa volta per Dysarz. Ma nel 2007 i giudici le affidarono la custodia del bambino perché l'uomo, ammalatosi, non poteva più prendersi cura di lui. Sola con quattro figli, la donna si risposò nel 2007 sempre confidando, come disse in un'intervista nel 2010, «di riabbracciare al più presto i quattro gemelli. Sono miei figli ma è come se io non esistessi per loro. Quando avranno 18 anni potranno scegliere con chi stare».
LA MORTE PER OVERDOSE.
Il mese prossimo i gemelli compiranno 15 anni, ma Cochran non potrà festeggiare con loro. Oltre alla depressione legata al mancato rapporto con i quattro figli surrogati, che secondo un'amica intima della donna «la stava allontanando da se stessa», la madre surrogata dovette subire il peso dei guai giudiziari del secondo marito, condannato al carcere nel 2014 e nel 2016 per molestie sessuali ed esibizionismo. Pochi mesi dopo l'ultima condanna del marito, Cochran è morta dopo aver ingerito un cocktail di droghe, antidepressivi e antidolorifici. Il suo ultimo figlio surrogato ora è conteso dal padre omosessuale, Dysarz, e il secondo marito della donna.

 
Fonte: Tempi, 14/06/2017