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LA CONFERENZA DI SCIENZA & VITA DI SIENA SULLE PILLOLE CHE UCCIDONO
Effetti abortivi occultati, dati scientifici ignorati: ecco l'intervento del professor Renzo Puccetti, cofondatore di Scienza & Vita nazionale
di Vanessa Gruosso

Durante la seguitissima conferenza tenuta a Staggia Senese il 6 febbraio scorso dal professor Renzo Puccetti è stato spiegato che esistono varie pillole cosiddette contraccettive, le quali, contrariamente a quanto si pensi hanno un potere anche abortivo. Ecco il motivo del titolo del libro che ha scritto nel 2012, riedito di recente, "Pillole che uccidono".
Questa conferenza è stata organizzata da Scienza & Vita e dal Centro di Aiuto alla Vita di Siena in occasione della "Giornata per la Vita", istituita nel 1979 dai vescovi italiani a seguito della legalizzazione dell’aborto in Italia. Il professor Puccetti è medico, specialista in medicina interna, docente di bioetica al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum e al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, conduttore una seguita trasmissione di bioetica su Radio Maria, Co-fondatore di Scienza & Vita Nazionale e autore di libri di bioetica.
Il professor Puccetti ha dimostrato nel corso della serata, con l'apporto dei più importanti studi scientifici, che, sia la pillola contraccettiva a base di estrogeni e progestinici, sia la pillola del giorno dopo (Norlevo), che quella dei cinque giorni dopo (Ellaone), hanno in comune la capacità di provocare effetti abortivi. Infatti la loro azione si svolge in tre fasi: la prima è quella di inibire il follicolo e quindi il rilascio dell'ovocita maturo; la seconda è quella di rendere sfavorevole il muco cervicale affinché risulti impossibile la risalita degli spermatozoi; la terza fase è cruciale perché è quella in cui queste pillole diventano abortive, attraverso l'effetto di atrofizzazione endometriale. In questo modo un eventuale embrione formatisi non riesce ad impiantarsi.
Il meccanismo principale di Norlevo e di Ellaone, infatti, vorrebbe essere quello di bloccare l'ovulazione, ma nel 16% delle donne in età fertile si hanno delle fughe ovulatorie, cioè l'ovulazione avviene anche dopo il periodo normalmente fertile. Così in tutti i casi in cui fallisce l'efficacia antiovulatoria, la pillola va ad agire direttamente sull'endometrio. Ma in quel momento è già avvenuta la fecondazione, quindi una nuova vita, unica, insostituibile, irripetibile, con il proprio Dna specifico e diverso da ogni altro è già esistente. Non dimentichiamo mai che tutti noi siamo stati in quella fase di ovulo appena fecondato. E' da lì che inizia tutto il processo di crescita inarrestabile se non per intervento di forze esterne.
Puccetti ha commentato diversi sondaggi fatti alle donne, le quali, nella stragrande maggioranza dei casi ritiene che la vita inizi con il concepimento, cioè con la fecondazione. L'escamotage utilizzato dai fautori dell'utilizzo di queste pillole è quello di riprendere ciò che scrisse uno studioso, il quale semplicemente affermò che il concepimento non avviene con la fecondazione ma con l'annidamento. Questo rimanda il problema di alcuni giorni e mette a posto molte coscienze, perché pur essendo totalmente falso e a-scientifico è tuttavia molto comodo.
Molto più conclamato è l'effetto abortivo della pillola RU486, anche definita infatti aborto chimico: essa blocca i ricettori del progesterone causando lo sfaldamento dell'endometrio, cosicché l'embrione già impiantato muore per mancanza di ossigeno e di nutrimento. In seguito viene anche somministrato un farmaco chiamato Misoprostol per provocare delle contrazioni che facciano espellere l'embrione. In questo modo alcune donne sono morte per infezione, oltre al fatto che in ogni caso può essere un trauma per la donna vedere l'embrione espulso e non avere nessun appoggio del medico che in questo modo si scarica ancora una volta della propria responsabilità.
Alla fine il professor Puccetti ha voluto anche mettere l'accento su come queste pillole uccidano il matrimonio, da sempre pilastro su cui poggia tutta la società e gli stessi legami familiari: nel 1964, quando non era stato ancora legalizzato l'aborto, avvenivano 417.000 matrimoni; con l'introduzione dell'aborto si è andata creando una mentalità contraccettiva, la quale rende il sesso un gioco e non una cosa importante, dato che viene slegato il fare sesso dalla conseguenza naturale dell'avere figli.
I matrimoni oggi sono calati a 145.000, perché se il sesso è un gioco non implica più il doversi legare; in ogni caso, se anche ci si lega, non si vogliono i figli, ulteriore legame e impegno e quindi si utilizzano contraccettivi. Si è creato un divario enorme tra figli desiderati e figli effettivi, perché nella mentalità contraccettiva non è mai il momento giusto per avere dei figli. Se nel '64 si mettevano al mondo più di un milione di bambini, ora si arriva a malapena a 410.000, con un conseguente crollo demografico che rende l'Italia uno fra i paesi più vecchi del mondo e per questo in continua recessione: basta ragionare, infatti, per comprendere che in una società sono i giovani che producono e si prendono cura degli anziani, i quali hanno smesso di produrre ma continuano ad apportare il loro bagaglio culturale, esperienziale e valoriale.
Inoltre aumentando i figli nati fuori dal matrimonio è conseguito un danno per il bambino stesso che non può più contare sulla sicurezza di una mamma e un papà e sulla stabilità dei legami familiari, i quali risultano ora molto più ridotti. Il figlio oggi deve avere quattro requisiti fondamentali: deve essere voluto, pianificato, ottenuto al tempo opportuno e soprattutto in salute, come diceva Edwards "di qualità". In Francia abbiamo un esempio di mentalità contraccettiva "perfetta": il 96% delle persone utilizza metodi contraccettivi molto moderni e nonostante ciò vi sono molti aborti. Ecco così dimostrata la falsità dell'affermazione che le "precauzioni" metterebbero al riparo dagli aborti. E' vero il contrario: più contraccezione, più aborti. Il motivo è semplice: la mentalità è la stessa, infatti sia con la contraccezione che con l'aborto l'obiettivo è quello di evitare una gravidanza.
L'altro versante della mentalità contraccettiva si attua nel caso in cui il figlio sia voluto. In quel caso si ha un vero e proprio mercato dei bambini: nell'industria della fecondazione in vitro il figlio è merce da assemblare nel migliore dei modi, attraverso la scelta della componentistica (vendita ovuli e spermatozoi), grazie all'apporto di consulenti specializzati (i medici), i quali fanno sì che il prodotto finale risulti il più possibile senza difetti e proprio come gli acquirenti (i genitori) richiedevano. Ne deriva, ha chiosato Renzo Puccetti, un cambiamento sostanziale di tutto il processo educativo dei figli. Educare, dal latino "ex ducere", significa portare fuori dalla propria incompletezza. Ma se un figlio è stato voluto, cercato in tutti i modi, setacciato a fondo con screening pre e post natale, egli è un essere perfetto, quindi già completo, dunque non ha bisogno di essere educato e va bene qualunque cosa faccia. Se guardiamo al livello di educazione medio dei bambini che si ha ad esempio nelle classi scolastiche e se pensiamo a quante volte i genitori asseriscano che qualunque problema del figlio è sicuramente colpa del maestro o del professore, la conclusione del professor Puccetti appare del tutto appropriata.

 
Fonte: Toscana Oggi, 22 febbraio 2015