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PRONTUARIO PER CHIARIRSI LE IDEE ED EVENTUALMENTE CHIARIRLE A CHI INCONTRIAMO
Ecco perchè l’aborto non può mai essere una risposta.I luoghi comuni sul delitto più grave del nostro tempo.
di Corrado Gnerre

IN ALCUNI CASI L’ABORTO NON SI PUO’ EVITARE – La vita umana c’è o non c’è. Se non c’è è inutile complicarsi l’esistenza. Si potrebbe abortire, sia che la motivazione sia grave, sia che sia banale.Ma se la vita umana c’è può un motivo, per quanto gravissimo, giustificare la soppressione di una essere umano innocente? Quale motivo può essere anteposto alla vita umana?
QUANDO SI SA CHE IL FIGLIO NASCERA’ CON UNA GRAVE MALATTIA E’ BENE ABORTIRE – Chi può decidere se una vita umana sia degna o non degna di essere vissuta? Inoltre, chi stabilisce quale debba essere il criterio per fissare l’entità della sofferenza? Per alcuni potrebbe essere una entità grave, per altri un’entità oggettivamente meno grave, eppure soggettivamente ugualmente grave. Ci si rende conto che, secondo questo ragionamento si ritorna all’antico concetto di pater familias dell’antica Roma?
MA SE NON CI FOSSE L’ABORTO LEGALE, CI SAREBBE QUELLO CLANDESTINO – Cosa pensereste se qualcuno dicesse: “dal momento che i rapinatori , facendo rapine, rischiano la vita, sarebbe opportuno legalizzare le loro malefatte”?
E’ GIUSTO CHE LA DONNA DECIDA DI DIVENTARE MADRE QUANDO DESIDERA DI DIVENTARLO – ammesso e non concesso che sia così. “Non concesso”, perché sarebbe un discorso, questo, che ci porterebbe fuori argomento. Dicevamo: ammesso e non concesso che sia così, la donna non diventa madre quando partorisce ma quando concepisce. La donna, dal concepimento, avverte dentro di sé che è cambiato tutto,. Ci sono donne che non sopportano un determinato cibo, per poi desiderarlo dopo il concepimento (evidentemente l’embrione prima e il feto dopo danno degli impulsi per cui hanno bisogno di quelle sostanze nutritive) quindi dopo il parto, i gusti ritornano come prima. Se, dunque, la mamma diventa mamma dal concepimento e non dal parto, allora si capisce bene perché la donna non può rinunciare ad essere mamma quando già lo è.
NEI CASI DI VIOLENZA CARNALE COME E’ POSSIBILE PRETENDERE CHE LA DONNA SUI TENGA UN BAMBINO CHE LE POSSA RICORDARE CONTINUAMENTE IL TRAUMA SUBITO? – Indubbiamente la donna che subisce una violenza rimane fortemente scioccata. Ma – chiediamoci – è giusto ritorcere una violenza subita su chi non ha nessuna colpa, ovvero sul bambino concepito? Inoltre la donna che ha subito la violenza è già fortemente traumatizzata e la cosa da evitare è proprio aggiungere trauma su trauma. La donna che abortisce infatti sa che ha la vita in sé e sa anche che,in ultima analisi, è stata lei a decidere. Questo (come documenta ormai una fornita letteratura scientifica che parla di “sindrome depressiva post-abortiva”) può aggravare, non alleviare, la sua drammatica situazione psicologica..
IL FETO NON E’ UOMO PERCHE’ NON HA NESSUNA POSSIBILITA’ DI RELAZIONARSI CONSAPEVOLMENTE CON L’AMBIENTE – Anche il bambino appena nato non è capace di relazionarsi consapevolmente con l’ambiente. Lo stesso si deve dire per il demente e per il malato in coma. La consapevolezza è certamente una componente dell’essere umano ma non la componente. Se così fosse – lo ripetiamo - potremmo uccidere i bambini anche dopo nati, potremmo uccidere i dementi, i malati in coma.

IL FETO NON E’ UOMO PERCHE’ NON E’ ANCORA TOTALMENTE FORMATO – Prima di tutto va detto che l’organogenesi Ola formazione degli organi) si completa ad appena 60 giorni dal concepimento, il che vuol dire che quando la donna sa di essere incinta da un mese o poco più. Piuttosto questo discorso potrebbe valere per l’embrione. Ma – ragioniamo – non è la crescita ciò che conferisce dignità umana. Se così fosse, dovremmo dire che un uomo alto due metri è più uomo di uno altro un metro e mezzo. Oppure che un adulto è più uomo di un bambino. Si potrebbe inoltre fare questo esempio: un milligrammo di oro è ugualmente oro rispetto ad un quintale dello stesso metallo. La differenza è quantitativa, non qualitativa!
 
Fonte: I Tre Sentieri