Amici del Timone n�63 del 01 gennaio 2017

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1 L'ASILO E' POTENZIALMENTE DANNOSO PER I BIMBI
Le maestre sono bravissime e o bambini crescono bene, ma la mamma è un'altra cosa
di Carlo Bellieni - Fonte: Il Sussidiario
2 DAI TRANS-SESSUALI AI TRANS-UMANI, PER FINIRE AI TRANS-ABILI, ULTIMO COMPIMENTO DELLA TRANS-SOCIETA'
Chi dice che è giusto cambiare sesso per sentirsi più vicini alla propria percezione corporea perché biasima i trans-abili che si rendono disabili in quanto non a proprio agio nel corpo sano?
di Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender
3 L'IDEOLOGIA VEGETARIANA TENDE A DIVENTARE UNA RELIGIONE, CON I SUOI PRECETTI DA RISPETTARE
Ma il tentativo di fondare l'ideologia vegetariana sulla Bibbia è un inganno: Gesù ha mangiato carne e pesce anche da risorto
di Samuele Cerotti - Fonte: Il Timone
4 LO STORIONE SBUGIARDA DARWIN (E L'EVOLUZIONISMO)
I reperti fossili degli storioni preistorici sono identici agli esemplari di oggi (VIDEO: Il crollo della teoria dell'evoluzione)
di Marco Respinti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 LA BUFALA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
La vera scienza prende in considerazione i fatti e non le teorie che vanno per la maggiore
di Federico Cavalli - Fonte: www.motoretrogrado.it
6 CONTRORDINE: SERVONO ANCHE I PAPA'
Quindi, per la scienza la famiglia naturale è la migliore
di Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 EUTANASIA: LICENZA DI UCCIDERE
Raccontata come atto pietoso, in realtà è voglia di decidere sulla vita e sulla morte di tutti.
di Leone Grotti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 ALTAMIRA, QUANDO I FANATICI SONO I DARWINISTI
Un film da vedere: in scena l'ideologia di alcuni 'scienziati'
di Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

1 - L'ASILO E' POTENZIALMENTE DANNOSO PER I BIMBI
Le maestre sono bravissime e o bambini crescono bene, ma la mamma è un'altra cosa
di Carlo Bellieni - Fonte: Il Sussidiario, 28/07/2016

I genitori "fortunati" nella società occidentale sono quelli che riescono a trovare un asilo per i figli piccoli nelle ore diurne, dato che entrambi mamma e papà devono andare a lavoro. Bisognerebbe capire se altrettanto fortunati sono i bambini depositati come pacchi postali negli asili suddetti, che nonostante le migliori intenzioni degli insegnanti delle materne vedono sparire senza spiegazioni il papà che li accompagna in fretta e furia e si ritrovano con estranei, alcuni della loro età che piangono disperati, altri che tenterebbero di infilargli un dito in un occhio se non ci fosse lì la maestra, che in fondo è brava, ma è un altro estraneo.
Qui qualcosa non torna, perché ogni mamma e ogni psicologo sa che i primi due anni di vita sono fondamentali per la crescita psicologica dell'essere umano, sono insostituibili nel senso che qualunque trauma avuto in quest'epoca uno se lo tira dietro per il resto dei giorni. E nei primi due anni di vita i bambini hanno bisogno di due cose: mamma e casa. Poi anche la pappa, gli amici, il nonno, l'asilo magari; ma quello che "toglietemituttomanonilmioBrail" è il binomio mammacasa.
Perché serve un punto di riferimento per crescere e un abbraccio familiare e caldo per tranquillizzarsi, e non sono balle, perché la mancanza di carezze e di riferimenti genera stress e questo influisce su un circuito neurologico che ha come centro la base del cervello dove c'è l'amigdala, che è bloccata da una percezione di insicurezza e quando è bloccata chiude l'accesso delle sensazioni all'ippocampo, centro dell'accumulo delle memorie e della risposta futura allo stress. Questo vuol dire che lo stress infantile ci marca per tutta la vita.
Purtroppo non ci sono alternative all'asilo e allo stress che ne consegue; eppure nessuno ne tiene conto. Piange il cuore nel momento del distacco a scuola, ma poi si fila al lavoro, come se un vortice ci risucchiasse e noi sentissimo quello che è chiaramente ingiusto come ineluttabile. Lo Stato pensa al massimo (quando va bene) a garantire un asilo alle famiglie, ma qui si ferma. Eppure la letteratura scientifica parla chiaro: i traumi infantili si pagano, come ben spiega la psichiatra Clancy McKenzie nel suo Delayed Posttraumatic Stress Disorders from Infancy: The Two Trauma Mechanisms (Harwood Academia Publishers) e i lavori basilari di John Bowlby sulla teoria dell'attaccamento. Per Bowlby è molto importante che il legame di attaccamento si sviluppi in maniera adeguata, poiché dipende da questo un buon sviluppo della persona: stati di angoscia e depressione dell'età adulta possono essere ricondotti a periodi in cui la persona ha fatto esperienza di disperazione, angoscia e distacco durante l'infanzia. Secondo Bowlby il modello di attaccamento, sviluppatosi durante i primi anni di vita, è qualcosa che va a caratterizzare la relazione stessa con la figura di riferimento durante l'infanzia. Questo diviene successivamente un aspetto della personalità e un modello relazionale per i futuri rapporti.
Questo non vuol dire che l'asilo marchi tutti allo stesso modo e segni tutti negativamente. Fortunatamente lo sforzo delle maestre mette riparo a tanti disordini e disastri. Ma non sarebbe il caso di pensare a una soluzione diversa e non solo per chi si può permettere di non andare a lavoro la mattina, ma perché questo privilegio di stare coi propri figli e di far stare i propri figli a casa loro valga per tutti? Non è possibile essere creativi, evitare di buttare giù dal letto i bambini in pieno sonno? Evitare di creare una società dove la famiglia è per la scuola e non viceversa? Dove la famiglia supporta e compie il lavoro della scuola mentre il fiume della nostra umanità vorrebbe il contrario?
Viene da applicare qui una ben nota frase ("È l'uomo fatto per il sabato o è il sabato a essere fatto per l'uomo?"): è il bambino che si deve adattare alla scuola o è la scuola che si deve adattare al bambino? Anzi, è la società che si deve adattare al bambino, o viceversa? Per ora l'adattamento è a senso unico: le famiglie si adattano al mondo del mercato e i bambini alle corse trafelate dei genitori. Ma qualcosa deve cambiare. Perché non si tratta di avere scuole diverse o maestre migliori (e spesso sono bravissime): si tratta di dare la possibilità a tutti di aver cura, "taking care", del proprio bambino, nel posto più congeniale: casa sua; e al bambino riconoscere il diritto ad evitare traumi da trasporto, da distacco, da frustrazione; come insegna la miglior pedagogia.

Fonte: Il Sussidiario, 28/07/2016

2 - DAI TRANS-SESSUALI AI TRANS-UMANI, PER FINIRE AI TRANS-ABILI, ULTIMO COMPIMENTO DELLA TRANS-SOCIETA'
Chi dice che è giusto cambiare sesso per sentirsi più vicini alla propria percezione corporea perché biasima i trans-abili che si rendono disabili in quanto non a proprio agio nel corpo sano?
di Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender, 22/11/2016
Fonte: Osservatorio Gender, 22/11/2016

3 - L'IDEOLOGIA VEGETARIANA TENDE A DIVENTARE UNA RELIGIONE, CON I SUOI PRECETTI DA RISPETTARE
Ma il tentativo di fondare l'ideologia vegetariana sulla Bibbia è un inganno: Gesù ha mangiato carne e pesce anche da risorto
di Samuele Cerotti - Fonte: Il Timone, giugno 2016 (n.154)
Fonte: Il Timone, giugno 2016 (n.154)

4 - LO STORIONE SBUGIARDA DARWIN (E L'EVOLUZIONISMO)
I reperti fossili degli storioni preistorici sono identici agli esemplari di oggi (VIDEO: Il crollo della teoria dell'evoluzione)
di Marco Respinti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/08/2016
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/08/2016

5 - LA BUFALA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
La vera scienza prende in considerazione i fatti e non le teorie che vanno per la maggiore
di Federico Cavalli - Fonte: www.motoretrogrado.it, 11/12/2016

Ultimamente si è tornati a disquisire su temi importanti come l'energia e il riscaldamento globale; a livello mondiale ciò è avvenuto grazie principalmente alla visita di Leonardo DiCaprio a Donald Trump, mentre a livello nazionale si è tornati a discutere di ciò per merito di Beppe Grillo e del suo video, pubblicato subito sul suo blog dopo il risultato del referendum nostrano.
Questi due eventi hanno fatto si che la redazione di motoretrogrado.it si sia decisa a trattare in modo costante, in una sorta di rubrica di cui questo articolo ne sancisce l'inizio, i due temi sovra citati illustrando quelle teorie soprannominate negazioniste" da una grande parte del consenso scientifico. La rubrica in questione tratterà principalmente dell'enorme polemica riguardante il riscaldamento globale (global warming), per poi accennare, quando ve ne sarà bisogno, al programma energetico basato esclusivamente su fonti di energia rinnovabili. Un particolare ringraziamento va al professor Franco Battaglia che, attraverso i suoi numerosi scritti, ha ispirato noi tutti nel redigere questa piccola rubrica di sopravvivenza alle potenziali eco/balle (molte delle riflessioni che saranno riportate provengono da alcuni dei suoi scritti).
Il premio oscar Leonardo DiCaprio, assieme al presidente dell'omonima fondazione Terry Tamminen, si è recato dal neoeletto presidente degli Stati Uniti d'America per illustrare, ancora una volta, il problema del riscaldamento globale generato, secondo la teoria citata ed approvata dalla maggior parte del consenso scientifico, dall'operare umano. In questo caso, infatti, si parlerebbe di anthropogenic global warming (AGW) e non più di global warming (GW). Chi appoggia quest'ultima teoria viene definito erroneamente, il più delle volte, un negazionista dei cambiamenti climatici e ciò è avvenuto anche nei confronti del nuovo capo dell'Environmental Protection, nominato dal Presidente Donald Trump, Scott Pruitt. Le maggiori testate giornalistiche al mondo l'hanno definito un negazionista dei cambiamenti climatici ma così non è; egli afferma semplicemente che tali mutamenti non derivano dall'operare umano ma dai cicli della natura stessa.
Il clima segue delle trasformazioni climatiche con intervalli variabili: si passa da quelli di breve durata, come l'alternarsi del giorno e della notte, a quelli leggermente più lunghi, come le stagioni, fino ad arrivare a periodi estremamente più lunghi di diversi decenni, secoli, sino ad arrivare a diverse decine di migliaia di anni. L'orbita terrestre, ad esempio, non essendo perfettamente circolare ha una sua eccentricità che varia ogni 100.000 anni, in modo che la differenza fra afelio e perielio vari da 1 milione a 15 milioni di chilometri circa, avendo una distanza media Terra-Sole di 150 milioni di km. Alla luce di questi dati si può facilmente capire come le glaciazioni avvengano con un periodo 100.000 anni seguendo proprio questo ritmo di variazione dell'eccentricità dell'orbita terrestre. Risulta quindi che il nostro pianeta abbia vissuto in uno stato di glaciazione perenne intervallato, ogni 100.000 anni, da degli optimum climatici, ovvero dei periodi di alcune migliaia di anni dove il clima può essere definito gradevole per le forme di vita che oggi conosciamo. La nostra società sta vivendo nell'ultimo di questi felici periodi caldi perché il pianeta cominciò ad uscire dall'ultima era glaciale circa 12.000 anni orsono. Quello che dovrebbe sorprendere sono, dunque, le dichiarazioni dei geologi i quali affermano che le temperature nei precedenti optimum climatici raggiunsero valori maggiori rispetto a quelli di oggi (...).
Le temperature odierne del nostro optimum climatico sono inferiori rispetto ai valori massimi raggiunti negli optimum climatici precedenti.
Visionando il tutto è lecito sospettare come la temperatura dell'optimum climatico in cui ci troviamo tenderà ancora a salire poiché non ha ancora raggiunto il suo valore massimo. Il riscaldamento appare quindi inarrestabile in breve periodo, che ci piaccia o meno.

Fonte: www.motoretrogrado.it, 11/12/2016

6 - CONTRORDINE: SERVONO ANCHE I PAPA'
Quindi, per la scienza la famiglia naturale è la migliore
di Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/12/2016

L'hanno chiamata "la rivincita dei papà". E' il titolo che rende onore ad un annoso problema della contemporaneità, quello della scomparsa della figura paterna. Curioso che mentre tutto ci porta a considerare le figure maschili e femminili come pezzi intercambiabili di una società ormai in disfacimento di punti di riferimento, sia la scienza a rimettere i puntini sulle "i" e sia Repubblica a farsene portavoce, dopo aver passato interi lustri a costruire un mondo senza la figura maschile.
Che divorzio, aborto, omosessualismo ed educazione gender siano strettamente connessi con il bisogno di uccidere il riferimento paterno è un fatto ormai acclarato, ma adesso si torna indietro.
A dirlo è una ricerca scientifica della Oxford University che ha preso in esame un campione di 10.000 bambini che vivono in famiglia. Qual è il risultato? "Un padre molto presente, aiuta lo sviluppo dei figli. Ragazzini ben seguiti e sicuri, sono più equilibrati e hanno meno probabilità di sviluppare problemi comportamentali". A Repubblica, che nei giorni scorsi ne ha dato notizia con un corposo servizio, è parsa una novità di quelle da sei colonne.
Sai che novità, verrebbe da dire, anche perché in certi ambienti, come quello della vituperata dottrina della Chiesa non si è mai smesso di evidenziare l'importanza del ruolo paterno. Semmai erano centri di potere mediatico-culturale come Repubblica appunto, che hanno portato avanti l'idea di una società entusiasticamente senza padri nei film, nella cultura, nella politica, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi e di cui soltanto ora Repubblica sembra accorgersi.
Dice appunto il quotidiano che gli esperti hanno esaminato i marcatori di coinvolgimento emotivo di queste famiglie ed hanno evidenziato quanto sia essenziale questa relazione nello sviluppo emotivo. Hanno così evidenziato che lo studio parla di un fattore qualità, che l'attaccamento alla figura paterna è un elemento positivo che aiuta lo sviluppo dei più piccoli. Insomma: un 'buon papà, attento ai bisogni del figlio, lo farà diventare un adulto sereno. Questa ricerca, in particolare, ricorda quanto sia essenziale la qualità del tempo passato con i bambini, più che la semplice quantità. "L'elemento nuovo e il punto di forza della relazione è come i nuovi padri percepiscono il loro ruolo di genitore. Se sono felici della paternità e se plasmano la loro vita in funzione di questo ruolo, il bambino si sente protetto. E' molto più importante della quantità di tempo passato con loro", dice la ricerca.
Insomma: contrordine compagni! La società di sole madri e di piccoli Edipo ha prodotto solo danni, bisogna tornare indietro. Come? Riscoprendo la novità, cioè la figura del padre. Sai che novità, ma potremmo anche dire: evviva, finalmente ci siete arrivati anche voi.
I dati emersi dicono che in queste famiglie, i ragazzini avevano fino al 28% in meno di probabilità di soffrire di problemi comportamentali in pre-adolescenza. Secondo i ricercatori il padre ha un ruolo fondamentale nello sviluppo emotivo dell'individuo, mentre le madri anche una posizione rilevante per quanto riguarda la cura del piccolo. Tesi finale: "Un nucleo familiare felice e coeso è un ulteriore aspetto positivo nella vita di un bambino".
Tutto qua? Cioè, non prendeteci per scettici, ma queste cose le sapevamo senza bisogno di leggere le ricerche scientifiche. Basta recarsi ad un colloquio con una qualunque maestra di scuola dell'infanzia per scoprire che non esiste bambino felice senza papà presente. Il che non vuol dire senza papà vivente, perché questo, anche se deceduto, vive nel ricordo alimentato, che è già un legame fortificante.
La prima reazione che si ha nel leggere indagini di questo tenore è: sai che scoperta. Ma la seconda riflessione è legata all'assenza di coraggio per chiamare le cose con il loro nome: quello che la Oxford University ha detto e Repubblica ha diligentemente enfatizzato è sì l'importanza del padre nella vita del bambino, ma è anche il fatto che da questa indagine non è slegata la figura della madre, in grado di trasmettere quei valori dell'affetto e della cura giustamente sottolineati.
Ebbene, tutto questo a casa nostra si chiama famiglia. E famiglia, spiace che Repubblica non lo voglia cogliere, composta da padre e madre. Questo scandalo a cielo aperto che farebbe inorridire la signora Cirinnà. Tanto che l'articolo si sarebbe potuto titolare tranquillamente così: "Il bambino, per stare bene deve crescere in una famiglia composta da padre e madre. Punto". Ma questo è ancora difficile da dire. Lo dimostra il fatto che nel servizio di Repubblica sembra esserci in controluce il tentativo di cancellare dall'indagine la figura materna, semplicemente messa in secondo piano per ragioni di studio, ma non nella sostanza: è una insidia che punta a creare uno squilibrio materno affettivo dopo anni di squilibrio paterno. Mai una sorta di equilibrio, che poi è ciò che serve al bambino per spiccare il volo con due ali.
Una quarta considerazione è in ordine all'attenzione che Repubblica ha dato all'indagine. La quale è stata fatta da psicologi, cioè da scienziati del settore. E ha ottenuto una immediata eco mediatica. Quindi: se lo dicono gli scienziati è vero. Se lo dice la tradizione cattolica, il catechismo, l'insegnamento e la vita dei santi o dei Papi, è chincaglieria del passato, è il non essere al passo con i tempi. Poco male: sono gli effetti dello scientismo al potere. Da un certo punto di vista è sconfortante, perché a noi per capire certi concetti bastava dare un occhio ad una raffigurazione di una qualunque Fuga in Egitto per avercela chiara in testa, ma da un altro punto di vista, se vogliamo, è incoraggiante perché è la riprova che l'archetipo della Santa Famiglia di Nazaret, che in questi giorni milioni di cristiani stanno allestendo nei presepi, è un messaggio moderno, laico e risponde pienamente ai bisogni e ai desideri dell'uomo. E quando la scienza te lo conferma il godimento e la soddisfazione della ragione sono doppi.
Addio dunque alla società senza padri con la quale l'uomo ha buttato via anche il senso del religioso? Allora possiamo mettere in discussione la funzione sociale positiva di aborto e divorzio, dove sono i padri ed il loro rapporto con i figli ad essere il più delle volte le vittime? C'è chi lo dice da tempo, ma è inascoltato. Ce lo abbiamo il coraggio di fare il passo successivo? O aspettiamo la prossima indagine scientifica? Chissà che anche Repubblica non se ne accorga. E chissà che qualcuno dopo questa "sensazionale" scoperta non metta in discussione la colossale fandonia che un bambino può stare bene anche con due papà.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/12/2016

7 - EUTANASIA: LICENZA DI UCCIDERE
Raccontata come atto pietoso, in realtà è voglia di decidere sulla vita e sulla morte di tutti.
di Leone Grotti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04/12/2016

«Il 14 luglio è stato un giorno davvero strano, come si può immaginare». Marcel si blocca, ci ripensa, sembra commuoversi. «Anzi no, possiamo rifarla? Il 14 luglio è stato un giorno bellissimo». Che cosa è successo di «bellissimo» il 14 luglio a Marcel Langedijk, 44 anni, giornalista olandese che vive ad Amsterdam? Ha accompagnato suo fratello Mark, 41 anni, padre di due bambini, divorziato, a farsi uccidere con l'eutanasia.
Mark Langedijk soffriva da otto anni di gravi problemi di alcolismo, dipendenza dalla quale non riusciva a venir fuori, pur avendo tentato la via della riabilitazione in centri specializzati per ben 21 volte. L'alcol aveva rovinato il suo matrimonio, facendogli percepire la vita come un mero «cocktail di dolore, alcol, solitudine e sofferenza».
In seguito a un litigio con un altro alcolista Mark ha deciso di farla finita e il suo medico di base, una dottoressa di età inferiore ai 40 anni, ha dato il consenso e accettato di somministrargli personalmente le tre iniezioni letali il 14 luglio nella sua casa di Overijssel. La prima siringa contiene una soluzione salina per pulire le vene, la seconda un anenestico per addormentare, la terza un veleno per fermare il cuore. Se tutti i giornali hanno riportato la sua storia è perché il fratello di Mark, Marcel, ne ha parlato sul magazine olandese dove lavora, Linda.
Quest'anno in Olanda è stato "celebrato" il 15esimo anniversario dall'approvazione della legge che ha legalizzato la "buona morte", entrata in vigore l'1 aprile 2002. Nel 2014, secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili, sono morte di eutanasia 5.306 persone, un aumento del 182 per cento rispetto al 2002 e del 50 per cento rispetto a soli cinque anni fa. Ma siccome la legge registra solo i casi denunciati dai medici, è probabile che il numero reale delle vittime sia almeno del 20 per cento più alto. La legge, approvata inizialmente per rarissimi casi e poche eccezioni, permette oggi a chiunque che "soffra in modo insopportabile" e che non presenti "possibilità di miglioramento" di richiedere l'eutanasia. Non importa essere affetti da qualche patologia, né essere malati terminali. Basta anche non avere più voglia di vivere. L'ultimo caso eclatante aveva riguardato l'uccisione di una ragazza sulla ventina, vittima di abusi, che non riusciva a convivere con le violenze subite.
Secondo uno studio pubblicato su JAMA Psychiatry, tra il 2011 e il 2014 sono stati uccisi molti malati psichiatrici solo perché «soli, depressi o affetti da disturbi alimentari». La principale associazione pro eutanasia Nvve, che pratica anche le iniezioni letali a domicilio su richiesta, dal 2015 tiene un corso in tutte le scuole del paese dal titolo: "Eutanasia – morte normale". Nvve ha anche invocato l'approvazione della "Kill Pill", una pillola che a prescindere dalle condizioni fisiche e mentali di una persona venga spedita gratuitamente a tutti gli olandesi che abbiano compiuto i 70 anni.
Marcel Langedijk ha concesso un'intervista video alla Bbc, nella quale ha definito appunto «bellissimo» il giorno in cui il fratello è stato ucciso. Ma non solo. Ricorda così l'ultima mattina di Mark: «Faceva davvero caldissimo, eravamo all'aperto, abbiamo bevuto il suo vino preferito, fumato l'ultima sigaretta e poi siamo rientrati in casa. I miei genitori hanno avuto il tempo di salutarlo e lui di salutare i miei genitori». Poi, in pochi minuti, tutto è finito. Dal modo in cui Marcel parla della morte del fratello, si capisce che ormai in Olanda l'eutanasia non è più considerata una tragedia, un suicidio, o peggio un omicidio, ma un tipo di morte naturale come altri. Una "morte normale", appunto, come recita il titolo del corso che la Nvve tiene nelle scuole del paese. È solo avendo in mente questo schema che si possono comprendere le frasi che pronuncia il giornalista nell'intervista: «Se lui si fosse sparato o si fosse buttato sotto un treno sarebbe stata una morte così diversa, così crudele. Certo anche così è complicato, è davvero difficile, è un passo enorme».
Durante l'intervista, a un certo punto Marcel sembra mettere in dubbio che la morte sia la soluzione più adeguata al problema dell'alcolismo e di una vita piena di difficoltà e amarezze. Ecco perché riprende, quasi giustificandosi: «Per me è davvero importante assicurarmi che la gente sappia che abbiamo fatto di tutto, ma ci sono alcune persone che semplicemente sono incurabili. Se non le si aiuta con l'eutanasia, finisce che si suicidano».
Resta l'immagine di un paese, l'Olanda, che preferisce favorire l'uccisione delle persone piuttosto che tentare di curarle, ricavandone così anche un bel risparmio sanitario. Marcel prova a cancellare questa immagine: «Non è che in Olanda la prendiamo alla leggera e andiamo in giro a uccidere gli alcolisti. Semplicemente alcune persone non possono essere curate. La cosa che mi disturba di più è che io, mio fratello, i miei genitori, sembra che l'abbiamo fatta finita solo perché ci conveniva. Ma questa cosa, ve lo dico, non conviene in alcun modo». Marcel ha già annunciato che sul caso del fratello sta scrivendo un libro che uscirà in tutte le librerie l'anno prossimo.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04/12/2016

8 - ALTAMIRA, QUANDO I FANATICI SONO I DARWINISTI
Un film da vedere: in scena l'ideologia di alcuni 'scienziati'
di Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/12/2016

Prima o poi uscirà (forse) anche nelle nostre sale un bel film spagnolo, Altamira, in cui si narra una vicenda veramente interessante per noi appassionati di darwinismo. La storia comincia nella regione della Cantabria, dalle parti di Santander, ad Altamira giusta il titolo.
Qui nel 1878 un possidente locale, don Marcelino Sanz de Sautuola (interpretato da Antonio Banderas) si diletta di ricerche archeologiche e partecipa al dibattito internazionale, a quel tempo infiammato, tra darwinisti e no. La sua figlioletta, per caso, scopre nelle sue proprietà una grande grotta nascosta la cui la volta e le pareti sono affrescate da pitture preistoriche che raffigurano bisonti. L'uomo intuisce che risalgono all'era glaciale e, non potendo utilizzare macchine fotografiche (i lampi del magnesio e il fumo rovinerebbero le pitture), le fa riprodurre da un pittore francese onde poterle mostrare a qualche congresso antropologico a Parigi (capitale, con Londra, della «nuova scienza»). Sua moglie (l'attrice che fu anche in Apocalypto di Mel Gibson) è una devota cattolica, divisa tra il marito non praticante (ce l'ha con Dio perché ha perso due figliolette) e la Chiesa. Ora, quest'ultima nel film non fa la solita parte della fanatica intransigente creazionista, perché la storia mostra diversi preti che non vedono alcun contrasto tra la paleontologia e la fede. Ma una figura fanatica e intransigente c'è, l'arciprete (impersonato da un irriconoscibile Rupert Everett), che in realtà ce l'ha con la filosofia darwinista, ateista e fanatica pur'essa.
Ritengo che si tratti non del consueto j'accuse contro il clero quanto di un espediente narrativo per far emergere il dissidio della donna, sinceramente dilaniata tra l'amore al marito e quello alla religione. Ora, il bello del film che qui i fanatici veri sono i darwinisti, che si rifiutano perfino di entrare nella grotta e fanno come i colleghi (laici) di Galileo, i quali si rifiutavano di guardare nel suo cannocchiale (mentre erano i gesuiti a dargli ragione). Come le macchie solari scoperte da Galileo (menzionato nel film) erano liquidate come imperfezioni della lente, anche le pitture di Altamira vengono classificate un trucco: è stato il pittore francese, pagato da don Marcelino, a farle. Inutilmente il pittore fa osservare che nessun falsario dipingerebbe così (le figure stilizzate ricordano piuttosto il Picasso del XX secolo e proprio quest'ultimo avrà a dichiarare che la sua arte vi si ispirava). Ma al IX Congresso mondiale di antropologia i darwinisti francesi calano il loro atout: le gotte sono al buio; come sarebbero stati realizzati i dipinti se non c'è traccia di fuliggine sulle pareti? Ma perché i darwinisti negano l'evidenza? Perché le loro teorie dicono che l'uomo preistorico al tempo dei bisonti iberici era una scimmia, perciò incapace di dipingere.
Il povero don Marcelino morirà di crepacuore, dopo aver visto la sua cameriera adoperare una lampada a olio alimentata da midollo osseo animale. Che non produce fuliggine. Vent'anni dopo, nella Dordogna francese vengono scoperte pitture analoghe in grotte analoghe. Hanno 35mila anni. Da allora i darwinisti hanno dovuto fare come i Testimoni di Geova: questi sono costretti a spingere in avanti la data della fine del mondo, quelli non fanno altro che spingere indietro la comparsa dell'homo sapiens. Contra ideologiam non valet argumentum.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/12/2016

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