Amici del Timone n�49 del 10 novembre 2015

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1 LA SCUOLA - COSI' COM' E' - NON E' IL LUOGO IDEALE DOVE CRESCERE I FIGLI
Anche perchè ormai è concepita come baby sitter dai genitori che non cercano che dove lasciare i figli
di Carlo Bellieni - Fonte: Il sussidiario
2 ALTRO CHE DIRITTI NEGATI: L'UTERO IN AFFITTO E' REATO
E come sempre c'è chi sfrutta i desideri, i bisogni e le sofferenze per speculare
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 MA ALLORA GAY SI NASCE O SI DIVENTA?
La scienza ha qualcosa da dire in proposito o dobbiamo basarci sulle convinzioni di ciascuno?
di Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 ALTRO CHE QUADERNI, MEGLIO I LUBRIFICANTI!
Se pensate che la sessualizzazione precoce (e la perversione) dei bambini non sia un obiettivo concreto dei governi occidentali, leggete qui
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 PROLIFE MA SOLO PER GLI ANIMALI
L'oncologo Veronesi continua a distinguersi per le sue posizioni sempre anti umane
Fonte: Tempi
6 VI SIETE MAI SOFFERMATI A VEDERE I GABBIANI VOLARE?
Pioniere nella genetica dei microorganismi, Giuseppe Sermonti è lo scienziato che ha criticato l'evoluzionismo e per questo fu emarginato dal mondo accademico (VIDEO: il declino di Darwin)
di Andrea Bartelloni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 IL CASO ILVA DISTRUGGE TARANTO: CHIUDE UN NEGOZIO SU DUE E IL PORTO ARRANCA
Il processo (47 imputati e mille parti civili, 30 miliardi di euro di risarcimenti), condanna alla chiusura la (ormai ex) più grande acciaieria d'Europa (ovvero: come tirarsi la zappa sui piedi)
Fonte: Tempi
8 FATTA MORIRE DI FAME E DI SETE: ECCO L'EUTANASIA A 12 ANNI IN SPAGNA
Dopo quattro giorni senza alimenti, è morta la ragazzina al centro di un caso di dolce (?!) morte
di Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi

1 - LA SCUOLA - COSI' COM' E' - NON E' IL LUOGO IDEALE DOVE CRESCERE I FIGLI
Anche perchè ormai è concepita come baby sitter dai genitori che non cercano che dove lasciare i figli
di Carlo Bellieni - Fonte: Il sussidiario, 27/09/2015

Inizia la scuola, e vari segnali ci indicono a pensare che in certi suoi tratti vada ridisegnata. Partiamo da un esempio concreto. La più importante rivista mondiale di medicina, il JAMA, pubblica in questo mese uno studio semplice ma preoccupante: meno si sta all'aria aperta, più si diventa miopi. Il Journal of the American Medical Association (15 settembre 2015) riporta che bastano quaranta minuti di aria aperta in più al giorno per ridurre significativamente l'insorgenza della miopia nei ragazzi. Che stare al chiuso faccia male alla vista è bene noto, tanto più se è associato all'uso di strumenti quali libri o computer che obbligano l'occhio ad uno sforzo innaturale; infatti i muscoli che mettono a fuoco le immagini sono a riposo solo se le cose che guardiamo sono ad una distanza maggiore di otto metri; se sono più lontane, l'occhio si sforza, tanto più quanto più le cose che guardiamo sono a poca distanza. Su questo rifletteva di recente anche la rivista Nature (The myopia boom, marzo 2015), che sollevando il problema, spiegava che ancora non è chiaro il nesso causale, ma è un dato di fatto che stare al chiuso faccia male agli occhi dei ragazzi.
Viene da domandarsi se questo pensiero passi nella mente di chi si occupa di scuola e pedagogia, perché la pedagogia non è solo in quello che si insegna ma anche nella forma in cui si insegna. O la scuola moderna è fondata più sulle esigenze del mercato e degli adulti che su quelle dei giovani? Esigenze del mercato; sembra che l'unico- per quanto notevole – scopo della scuola sia quello del rapporto col mondo del lavoro, misurando le esigenze di ciò che si insegna con quello "che serve" per essere un domani assunti; utile, ma non può essere tutto qui; eppure dalla scuola diminuisce lo studio della storia, del latino, della filosofia, per aumentare lo studio di inglese, computer, materie tecniche. Esigenze degli adulti, perché gli orari scolastici sono pensati perché la scuola faccia da babysitter, cioè per coprire l'orario di lavoro dei genitori: inizio delle lezioni in orari in cui il bambino fisiologicamente dormirebbe (tanto più quanto ormai è consuetudine non mandarlo più a letto "dopo carosello", cioè entro le 22:00, obbligandolo così a fare molto meno delle otto ore di sonno che sono fisiologiche per il suo benessere) e prolungamenti pomeridiani ("tempo pieno") perché la scuola supplisca i genitori che non hanno modo di aiutare i ragazzi nei compiti a casa.
A proposito di diritti e ritmi dei ragazzi, pensate che la scuola aiuti davvero a sfuggire al moloch dell'inurbamento, della solitudine e della vita al chiuso moderni? L'American Academy of Pediatrics recentemente ha messo in guardia contro l'eccessivo uso dei massmedia elettronici nelle case, contro la presenza delle televisioni nelle camerette dei bambini, contro una presenza dei giovani davanti agli schermi superiore alle due ore al giorno e contro l'esposizione alla TV sotto i 2 anni (Pediatrics, Novembre 2011). Se facciamo bene i conti, altro che due ore al giorno stanno i nostri ragazzi attaccati alla TV o al PC o al telefonino! Ed è un danno per i ragazzi che la loro vita si svolga prevalentemente al chiuso. Non è solo un danno agli occhi, alla postura, o un fattore di rischio per lo sviluppo di obesità e danno alla socializzazione. E la scuola non è certo un esempio che invoglia a metter fine a questa routinaria via alla perdita di contatto con il mondo (se non nella misura in cui noi lo riproduciamo in casa o nelle aule). Nel senso che usa troppa realtà riprodotta, con eccesso di strumenti riproduttori usati spesso in maniera acritica, e troppo poca realtà reale.
Ecco la riflessione di inizio anno scolastico, quando il problema della scuola sembra essere solo quello (seppur grave) di chi assumere e di quali classi accorpare: la scuola non è scuola se non insegna e invoglia e quasi obbliga ad andare fuori, a toccare, visitare, scoprire il mondo vero, non solo quello dei libri. Non a riprodurre il mondo secondo quello che ce ne serve o come noi lo immaginiamo. Serve arrivare a cambiare la modalità fisica e logistica dell'insegnamento stesso: meno ore, inizio mattutino più tardivo (American Journal of Public Health, Luglio 2015), più spazi e più orizzonti, e più sguardo agli spazi e agli orizzonti esterni, insegnando una cosa centrale: ripiegarsi meno su se stessi e pensare al mondo. Non è un pensiero impossibile; basta guardare la cosa dal basso, cioè partire all'altezza del bambino (e del suo sonno o dei suoi occhi che si stancano troppo). La scuola deve essere fatta sui ritmi e i tempi dei ragazzi, anche domandandosi se ha un senso per i ragazzi (e non solo per chi insegna o programma gli insegnamenti) dividere con cancelli inapribili le varie materie, come se la matematica non avesse niente da insegnare alla filosofia e viceversa, o come se la ginnastica non avesse niente da insegnare all'inglese e viceversa. Pedagogicamente e pediatricamente, serve riportare una volta per tutti i ragazzi al centro di un'istituzione che pensa troppo agli adulti.

Fonte: Il sussidiario, 27/09/2015

2 - ALTRO CHE DIRITTI NEGATI: L'UTERO IN AFFITTO E' REATO
E come sempre c'è chi sfrutta i desideri, i bisogni e le sofferenze per speculare
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/10/2015

Partiamo da un articolo di legge, l'art. 12 comma 6 della legge 40: «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». Più chiaro di così si muore: in Italia, almeno fino ad oggi, è ancora vietata la pratica dell'utero in affitto e non si possono comprare né gameti né embrioni. Chi lo fa commette un reato. Nonostante questo c'è qualcuno che ha deciso di avviare sull'italico suolo il business delle madri surrogate e degli embrioni venduti.
A scoprirlo sono stati Y e X, due membri dell'associazione Pro Vita che si sono finti coppia omosessuale interessata ad avere un bambino tramite la pratica dell'utero in affitto. X e Y hanno così contattato "Prepara", azienda spagnola la quale, così si legge nel loro sito, «offre consulenza e accompagna chi ha bisogno del ventre di qualcuna, o per meglio dire, di una gestazione surrogata o di una donazione di ovuli in quei paesi che offrono maggiori garanzie in tutto il mondo». Dato che X e Y hanno bisogno di «un ventre di qualcuna», "Prepara" li invita a Milano il 23 settembre perché, in un salone affittato per l'occorrenza, avranno l'opportunità, insieme ad altre coppie, di conoscere il dottor Said Daneshmand, fondatore della Fertility Clinic la cui mission è quella di dare, tramite provette ed uteri in affitto, un figlio a chi non può averlo. L'incontro è stato registrato dai due finti gay e si è aperto il vaso di Pandora.
Il primo argomento che si mette sul tappeto sono i costi. Alla fiera del bebè, parodiando Branduardi, per due soldi un bambino per due soldi nessun aspirante padre può comprare. Ecco infatti il prezziario della tratta di esseri umani: dai 5mila ai 10.000 dollari per gli ovuli e dai 15mila ai 30mila per affittare l'utero di una donna, intorno ai 10mila per gli esami diagnostici sull'embrione (se non fosse perfetto verrebbe scartato), altri 2.500 per l'esame del feto intorno alla decima settimana (se ci fosse il sospetto che il "prodotto" presenti della anomalie la gestante in procura dovrebbe abortire). Ma poi ci sono altri esami sui genitori biologici, spese legali e di burocrazia, etc. Insomma per stingersi al petto questo bambino high- tech si può arrivare a sborsare fino a 120mila dollari. Ma l'amore non ha prezzo così come la vita di un bambino, giusto? Poi si illustrano i particolari tecnici. Il duo "Prepara-Fertility Clinic" è una ditta seria, fanno le cose per bene e non vogliono grane. In primo luogo la donna che si sfanga la gestazione in conto terzi non ci mette gli ovuli. Così evitiamo che la stessa, con fare poco professionale, poi magari rivendichi qualche diritto di proprietà sul prodotto. Inoltre, sia chi vende gli ovuli sia la locataria di utero devono essere Doc. Non solo perché gli acquirenti vogliono un bimbo sano, ma soprattutto perché se l'embrione o il feto risulta malformato a causa del fatto che la matrice non era perfetta, sono poi tutti costi aggiuntivi che gravano sulle tasche del cliente. Si dovrebbe infatti ripetere un altro ciclo di fecondazione artificiale, procurare un aborto e molto altro. Insomma, una perdita di tempo e denaro che nessuno vuole.
Altra specifica del contratto di locazione d'utero: i committenti possono indicare le future caratteristiche fisiche del pupo. «Al momento della selezione dell'ovulo possiamo scegliere secondo i nostri canoni di preferenza giusto? Magari una bella bionda con gli occhi azzurri alta 1.80», chiede Tizio buttando lì una battuta, che battuta non è poi così tanto. Il discorso si sposta poi sul Paese dove prelevare ovuli e gestante. Infatti, ogni Stato ha una sua legislazione in materia ed anche i costi variano. E così ci sono bimbi da discount provenienti da India e Ucraina, e bebè di lusso americani e canadesi. Poi, come ogni bene di lusso, occorre ponderare con attenzione il rapporto qualità- prezzo. Vero, spendi poco in India, ma il bambino che ti porti a casa non è di prima qualità. Insomma sta a te acquirente scoprire se il tuo cuore è più profondo del tuo portafogli.
C'è infine la questione della legittimazione del figlio. Come far entrare in patria il neonato spacciandolo per figlio della coppia? Nel Paese dove è nato il piccolo, questo in genere figura figlio della coppia. Ciò avviene perché la pratica dell'utero in affitto è in quella nazione legale. Ma il problema rimane perché per la nostra legge un bambino può essere figlio di una coppia solo se la lei della coppia lo ha partorito e riconosciuto oppure perché è stato adottato, non perché è venuto al mondo tramite maternità surrogata. Però pare che il tutto si risolva facilmente alla dogana (né più né meno che portarsi a casa l'ultimo modello di Iphone comprato nella Grande Mela). «Basta rientrare in Europa facendo scalo in un altro Paese prima dell'Italia» racconta uno che ha esperienza sul campo «non devi tornare direttamente in Italia, devi fare uno scalo in un Paese dove non ci sono problemi», come Francia o Germania, «in Italia sul passaporto c'è scritto che è mio figlio». In soldoni, basta dichiarare il falso alle autorità e il gioco è fatto.
Ieri [6 ottobre] le associazioni Pro Vita" e Giuristi per la vita hanno presentato denuncia presso il Tribunale di Milano. Vedremo come andrà a finire. Si dirà: sono eccezioni, casi sporadici. Tutt'altro. Uno dei partecipanti, infatti, si è lasciato sfuggire questa frase in merito a quante coppie hanno già fatto ricorso ad una madre surrogata: «Almeno 25 coppie di uomini con bambini, tutti a Milano. Eh, son tanti, se ci pensi, e nessuno ha avuto problemi». Dai precedenti giurisprudenziali che hanno modificato la legge 40 c'è da prevedere che questi 25 – senza contare tutti gli altri di tutte le altre città italiane – non verranno perseguiti a norma di legge, ma saranno considerati coraggiosi precursori di una pratica – quella dell'utero in affitto – che a breve sarà legalizzata anche da noi.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/10/2015

3 - MA ALLORA GAY SI NASCE O SI DIVENTA?
La scienza ha qualcosa da dire in proposito o dobbiamo basarci sulle convinzioni di ciascuno?
di Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/10/2015

Mi chiedono un parere su una strana intervista del cardinale Kasper (clicca qui), nella quale – tra le altre cose - il porporato accusa alcuni padri sinodali di fondamentalismo.
Al di là di questo, c'è effettivamente una frase che colpisce in modo particolare la mia attenzione, ed è questa: «Per me questa inclinazione è un punto di domanda: non riflette il disegno originale di Dio e tuttavia è una realtà, perché gay si nasce». Leggo proprio così: «Gay si nasce».
In effetti, sull'edizione ad experimentum (1992) del Catechismo della Chiesa Cattolica potevamo leggere: "Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali innate" (§ 2358). Tuttavia, questa affermazione è stata sostituita, nella aeditio typica (1997) con la seguente: "Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate". La correzione è opportuna, perché la Chiesa ha il diritto ed il dovere di esprimersi in campo morale e dottrinale, ma le questioni scientifiche (in questo caso quali siano le cause delle tendenze omosessuali) non sono di sua competenza. Non può vincolare i fedeli ad una teoria scientifica, suscettibile, per sua stessa natura, di essere superata e contraddetta. Anche Galileo avrebbe voluto una modifica delle Sacre Scritture (Giosuè 10, 12) perché quanto vi era scritto contrastava con le sue teorie; ed è nota la risposta che allo scienziato diede il cardinale Baronio: la Bibbia insegna "come si vadia al Cielo, e non come vadia il Cielo".
Ma è proprio dal punto di vista scientifico che l'affermazione del cardinale Kasper desta le maggiori perplessità. Fin dagli anni '50 del secolo scorso sono stati investiti monti di tempo e denaro per cercare una causa biologica dell'omosessualità, qualcosa sulla cui base si potesse affermare "gay si nasce". Mano a mano che la tecnologia progrediva sono state esplorate possibilità ormonali, cromosomiche, cerebrali, genetiche, epigenetiche. Il risultato, tuttavia, è sempre quello: non si trova nulla. Sebbene a livello popolare e mediatico l'ipotesi della causa biologica dell'omosessualità sia ancora diffusa, a livello scientifico essa pare definitivamente tramontata.
L'American Psychological Association, ad esempio, ha pubblicato sul suo sito un documento, intitolato Answers to Your Questions About Sexual Orientation and Homosexuality; ebbene, questo documento ha due versioni, la prima delle quali non è più disponibile. Nella prima versione il documento affermava: "La maggior parte degli scienziati oggi concorda che l'orientamento sessuale è più probabilmente il risultato di una complessa interazione di fattori ambientali, cognitivi e biologici". Attualmente l'American Psychological Association riduce l'enfasi sulle cause biologiche dell'omosessualità: "Non c'è consenso tra gli scienziati circa le esatte ragioni per le quali un individuo sviluppa un orientamento eterosessuale, bisessuale, gay o lesbico. Sebbene molte ricerche abbiano esaminato le possibili influenze genetiche, ormonali, educative, sociali e culturali sull'orientamento sessuale, non è emerso alcun risultato che permetta agli scienziati di concludere che l'orientamento sessuale è determinato da uno o più fattori particolari" (clicca qui).
Questo non significa che un giorno questa ipotetica causa biologica non si possa trovare, ma allo stato attuale delle conoscenze scientifiche essa non esiste. Quindi non è possibile, dal punto di vista scientifico, affermare che "gay si nasce".
A meno che il cardinale Kasper non sia in possesso di conoscenze esclusive che possano dirimere in modo definitivo la questione, dobbiamo tristemente concludere che ha prodotto una affermazione senza fondamento.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/10/2015

4 - ALTRO CHE QUADERNI, MEGLIO I LUBRIFICANTI!
Se pensate che la sessualizzazione precoce (e la perversione) dei bambini non sia un obiettivo concreto dei governi occidentali, leggete qui
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/10/2015

In Spagna negli zaini dei bambini insieme alle merendine qualcuno ci ha messo anche dei lubrificanti anali e vaginali. Non è un attentato al pudore di un depravato isolato, bensì di una comunità di depravati che governano pure una città importante come Siviglia. L'amministrazione comunale di Siviglia ha infatti ha acquistato, per 1.470 euro, 7.000 dosi di lubrificanti vaginali e anali da distribuire gratuitamente a bambini dai 12 anni in su. I lubrificanti non sono un succedaneo dell'olio per la catena delle biciclette dei piccoli scolari – mezzo usato in genere per andare scuola - bensì nella mente lubrica di questi burocrati potranno essere utili a "godere di relazioni erotiche", cofme si legge in un comunicato stampa del comune.
Altro che quaderni e sussidiari che l'amministrazione dovrebbe mettere a disposizione delle scuole. Tutta roba vecchia. Oggi l'aggiornamento didattico passa per lubrificanti erotici, preservativi, peni e vagine in plastica. Questo "materiale didattico" è stato infatti distribuito a decine di migliaia di studenti dal 2008 ad oggi, all'interno del programma di educazione sessuale che interessa molte scuole. Solo nell'anno scolastico 2014-2015 quasi 5.500 studenti di 66 scuole hanno ricevuto insieme alle pagelle anche colorati preservativi. Chi sta nella sala dei bottoni del comune di Siviglia non fa mistero circa gli scopi di questa iniziativa: «L'educazione sessuale, in qualsiasi fase della vita, non mira semplicemente ad evitare gravidanze indesiderate o la trasmissione di infezioni veneree. Essa mira anche a garantire che ogni persona sia in grado di stabilire relazioni di amore e affettive di qualità, di relazionarsi in modo equilibrato, di riconoscere i propri diritti sessuali e riproduttivi, di prendere decisioni in modo libero, di saper chiedere, di dire di no, di soddisfare i propri desideri, di godere delle relazioni erotiche».
Quindi a Siviglia non solo si insegna ai preadolescenti ad abortire (l'espressione «diritti sessuali e riproduttivi» significa proprio questo), ma anche ad usare i metodi contraccettivi e a sperimentare quanto prima il piacere sessuale, ben dimentichi – tra l'altro – che sono proprio i rapporti in età precoce ad innalzare il numero di ragazzine che decidono di abortire. Incentivando a fare sesso si incentiva l'aborto. Come poi passare sotto silenzio che tale iniziazione all'eros avviene esattamente nell'età puberale? Insomma proprio nel momento in cui bambini/ragazzini iniziano a sperimentare certe pulsioni ecco che la Pubblica amministrazione già li instrada ad assecondare la dea Libido. Nessuna spiegazione nella prospettiva di una retta antropologia sul significato di questi cambiamenti fisici e psichici, ma solo assecondamento, scavalcando poi mamma e papà che si troveranno in casa, se va bene, un erotomane in erba.
Anzi, più che assecondamento pare proprio una anticipazione, perché i ragazzini nati nell'era digitale saranno pur svegli quanto vogliamo, ma quanti dodicenni hanno già rapporti sessuali e quanti tra questi sono usi nell'adoperare lubrificanti e per di più per avere rapporti anali? Qui si vuole istigare al sesso e ad anticipare ciò che la curiosità dei ragazzini, anche quella più morbosa, avrebbe forse scoperto solo tra un po' di anni. Una postilla su questo ultimo punto che concerne appunto il fatto che quei pederasti del comune di Siviglia incoraggiano ad avere rapporti anali. Ciò non solo perché l'omosessualità non conosce più età, ma anche perché se il sesso è solo piacere non devono esistere più orifizi con divieto di accesso.
Naturalmente sulla vicenda è intervenuta pure la posizione del solito "cattolico" aperturista, categoria molto alla moda oggi in tempo di sinodi. Carlos Herrera, responsabile della programmazione mattutina della Radio Cope, radio della Conferenza episcopale spagnola, commentando la vicenda si è espresso in questi termini: «Effettivamente occorre fare educazione sessuale a bambini tra i 12 ei 18 anni, farli partecipi di questo tema, inoculando in loro responsabilità sessuale prima che si verifichino mali peggiori. É più utile regalare loro preservativi che lubrificanti (quando la strada per l'inferno è lubrificata di buone intenzioni, ci verrebbe da commentare, ndr). In genere a quell'età tu pensi davvero che sentano la mancanza di un lubrificante? Il lubrificante manca al sindaco, o a me, o a qualcun altro più adulto o che siede a questo tavolo, ma a un ragazzo di 16 anni può mancare un lubrificante?».
Quindi per una della voci più rappresentative della radio della Conferenza episcopale spagnola il problema non sarebbe morale, ma solo di utilità. Che se ne fanno i ragazzini di un lubrificante? Meglio i preservativi che, nell'ottica del fare il male ma in tutta sicurezza, offrono più garanzie di qualche gel, sextoy nelle disponibilità – così pare di intendere – del conduttore della radio. Attendiamo la distribuzione di lubrificanti per l'intelletto.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/10/2015

5 - PROLIFE MA SOLO PER GLI ANIMALI
L'oncologo Veronesi continua a distinguersi per le sue posizioni sempre anti umane
Fonte Tempi, 27/10/2015

Intervenendo oggi su Repubblica, l'oncologo Umberto Veronesi interviene sull'"allarme cancro" lanciato dall'Oms a proposito di carni rosse, salami e prosciutti. Veronesi, noto vegetariano, accoglie con favore la presa di posizione della Iarc, ma si spinge più in là, descrivendo quello che sarebbe il suo paradiso terrestre.
«Il mio mondo ideale è un mondo in cui non si uccidono gli animali per ingoiarli e dunque il consumo di carne è uguale a zero. Primo perché amo gli animali e dunque non li mangio. Non capisco coloro che si scandalizzano all'idea di mangiare il proprio gatto o il proprio cane, ma consumano a cuor leggero le costolette di agnello, un cucciolo delizioso e indifeso che viene massacrato strappandolo dal seno materno a pochi mesi di vita. Ritengo che gli esseri viventi facciano parte dell'equilibrio del Pianeta e i loro diritti vadano rispettati. Prima di tutto quello alla vita».
Non è fantastico questo Veronesi che si commuove per il cucciolo strappato dal seno materno, ma non per i cuccioli di uomini strappati dal grembo delle madri con la pratica dell'utero in affitto? E non sono forse meravigliose le sue parole sul diritto alla vita degli animali, diritto che però lui stesso ritenne giusto negare nel caso di Eluana Englaro?

Fonte: Tempi, 27/10/2015

6 - VI SIETE MAI SOFFERMATI A VEDERE I GABBIANI VOLARE?
Pioniere nella genetica dei microorganismi, Giuseppe Sermonti è lo scienziato che ha criticato l'evoluzionismo e per questo fu emarginato dal mondo accademico (VIDEO: il declino di Darwin)
di Andrea Bartelloni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03/10/2015
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03/10/2015

7 - IL CASO ILVA DISTRUGGE TARANTO: CHIUDE UN NEGOZIO SU DUE E IL PORTO ARRANCA
Il processo (47 imputati e mille parti civili, 30 miliardi di euro di risarcimenti), condanna alla chiusura la (ormai ex) più grande acciaieria d'Europa (ovvero: come tirarsi la zappa sui piedi)
Fonte Tempi, 21/10/2015
Fonte: Tempi, 21/10/2015

8 - FATTA MORIRE DI FAME E DI SETE: ECCO L'EUTANASIA A 12 ANNI IN SPAGNA
Dopo quattro giorni senza alimenti, è morta la ragazzina al centro di un caso di dolce (?!) morte
di Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi, 10/10/2015
Fonte: Tempi, 10/10/2015

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