Amici del Timone n�15 del 18 dicembre 2012

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1 LE DITTE FARMACEUTICHE SI SONO FATTE AUTOGOL
Le riflessioni della vicepresidente di Scienza & Vita di Siena, medico e madre di due bambine
di Angela Petraglia - Fonte: Scienza & Vita di Siena
2 LE MAMME MINORENNI
Fare un figlio a 18 anni era normale all'inizio del secolo scorso; perché ormai è diventato ''normale'' fare i figli da over 30 e farli intorno ai 20 ci spaventa?
di Carlo Bellieni - Fonte: Il Sussidiario
3 SINDROME DI DOWN: AUTONOMIA ED INSERIMENTO SOCIALE
La maggior parte dei bambini con sindrome di Down può raggiungere un buon livello di autonomia personale
Fonte: Associazione Italiana Persone Down onlus
4 LE MIE TASSE NON SERVANO PER PAGARE GLI ABORTI!
Petizione al presidente della Regione Toscana per ottenere la possibilità di non pagare le tasse che vanno a coprire i costi degli aborti
di Cristian Ricci - Fonte: Scienza & Vita Pontremoli
5 PER RISPARMIARE UN MILIARDO DI STERLINE L'ANNO, L'INGHILTERRA DECIDE DI DECIMARE GLI ANZIANI
Ogni medico di base dovrà inserire un malato su cento in un elenco di pazienti ai quali chiedere di poter interrompere le cure (ecco un video che mostra tutte le analogie con il nazismo)
di Elisabetta Del Soldato - Fonte: Avvenire
6 SPENDING REVIEW & DELITTI LEGALIZZATI
Lo Stato italiano spende ogni anno 200 milioni di euro per l'aborto: non si potrebbe cominciare a risparmiare da qui, facendo pagare ai singoli cittadini questi delitti?
di Mario Palmaro - Fonte: Il Timone
7 AMO IL MIO CANE E FACCIO SESSO CON LUI
Perversione aberrante o libera scelta dell'orientamento sessuale?
di Alfredo De Matteo - Fonte: Corrispondenza Romana
8 IL DISGUSTOSO VITTIMISMO DELLE FEMMINISTE
Si invoca l'inasprimento delle pene per il femminicidio, mentre la donna che schiaffeggia, colpisce, umilia e maltratta gli uomini è un modello costantemente alimentato dalla cultura dominante
di Gibbì - Fonte: Ragioni Maschili

1 - LE DITTE FARMACEUTICHE SI SONO FATTE AUTOGOL
Le riflessioni della vicepresidente di Scienza & Vita di Siena, medico e madre di due bambine
di Angela Petraglia - Fonte: Scienza & Vita di Siena,13 dicembre 2012

Negli anni '80 molti ragazzi sono cresciuti con l'eco di un professore che entrava in classe, raccoglieva un preservativo dalla sua sedia e chiedeva: ''Di chi è questo?'' e gli alunni, uno ad uno, si alzavano e rispondevano con fierezza: ''E' mio!''. Poi c'è stato il boom della pillola: durante gli anni del liceo, non eri ''donna'' se non la prendevi e appena la tua ginecologa te la prescriveva (magari con la scusa di combattere un'eccipiente acne giovanile o un abominevole ovaio policistico) la tua compagna di banco era la prima a saperlo.
Guardando adesso la tv ho notato il seguente spot: c'è una coppia di fidanzati e/o conviventi seduti su un rassicurante divano che parlano ad un ipotetico intervistatore del loro metodo contraccettivo. Il dispositivo da essi usato funziona monitorando gli ormoni che controllano direttamente il ciclo mestruale. I test raccolgono gli ormoni della prima urina della giornata e li elaborano in informazioni, lette dal monitor; quest'ultimo legge, archivia e usa tali dati per sapere se si è a rischio di gravidanza (giorno ''rosso'') o si è libere di avere rapporti sessuali senza usare un contraccettivo (giorno ''verde''). In poche parole tenta di computerizzare i metodi naturali con risultati forse leggermente meno affidabili ma comunque buoni.
Ciò che mi ha lasciato perplessa è una frase che dice la ragazza dello spot: ''Volevamo un metodo contraccettivo senza controindicazioni ed effetti collaterali''! E allora mi son detta: ''Perbacco, le ditte farmaceutiche si sono fatte autogol!'' Sì, perché se io fossi una donna che da anni assume la pillola fidandomi ciecamente della mia ginecologa e non mi sono mai chiesta quali effetti collaterali potesse avere, a sentire queste parole, mi chiederei: ''E quali controindicazioni ci sono nella mia banalissima e comodissima pillola?''. E allora scoprirei che l'uso continuativo della pillola estro-progestinica ha effetti abortivi; che le pillole di nuova generazione sono sì a basso dosaggio ormonale, ma così basso che non riescono a impedire l'ovulazione ed agiscono al livello successivo, ossia impediscono l'annidamento dell'embrione appena concepito (agendo pertanto come pillola abortiva e non contraccettiva); che l'assunzione prolungata del farmaco ''assopisce'' a tal punto l'apparato riproduttivo della donna, che quando essa deciderà di avere un figlio è molto alta la probabilità di insuccessi (con conseguenze psicologiche sulla donna e sulla coppia). E riguardo al preservativo, potrei scoprire che nei paesi in via di sviluppo, dove è stata svolta una massiccia promozione del profilattico, l'incidenza dell'AIDS è aumentata, perché si fa passare l'idea del sesso sicuro quando in realtà l'unico modo per evitare il contagio è l'astinenza e l'educazione alla fedeltà coniugale.
Mi chiedo, a questo punto, quanto i ginecologi si impegnino a dare le corrette informazioni; quanto ne sappiano e quanto parlino dei metodi naturali che, a differenza del preservativo, hanno un'efficacia scientifica del 99% cioè uguale alla pillola? Quante ragazze nella nostra provincia sanno che a Siena il Centro di Aiuto alla Vita organizza corsi gratuiti per imparare i metodi naturali? Ed infine: quanti aborti silenti avvengono ogni giorno per pura ignoranza? L'anno scorso con mio marito e le mie due figlie sono stata alla grande Marcia per la Vita che ha raccolto a Roma ben 15.000 presenze. Anche quest'anno da Siena noi di Scienza & Vita organizzeremo il pullman per partecipare domenica 12 maggio 2013 alla Marcia per la Vita. Già da ora teniamoci liberi per partecipare a questo grande evento!

Fonte: Scienza & Vita di Siena,13 dicembre 2012

2 - LE MAMME MINORENNI
Fare un figlio a 18 anni era normale all'inizio del secolo scorso; perché ormai è diventato ''normale'' fare i figli da over 30 e farli intorno ai 20 ci spaventa?
di Carlo Bellieni - Fonte: Il Sussidiario

Le mamme minorenni in Italia sono un fenomeno da considerare con attenzione. Secondo uno studio dell'associazione Save the Children, le nascite da mamme sotto i 20 anni sono l'1,7% delle nascite totali: un fenomeno spiegano, circoscritto, ma che coinvolge circa 10.000 nascite ogni anno.
Su questo fenomeno, di cui si sono occupati massmedia e giornali di mezzo mondo perché è un fenomeno senza frontiere, si possono avere tre atteggiamenti: quello che punta il dito contro la mancanza di una diffusa cultura anticoncezionale, quello che si lamenta per l'accesso troppo precoce dei giovani al sesso e quello che considera che almeno l'aborto è stato evitato.
In realtà, inviterei a considerare un quarto punto di vista: guardare la vicenda, che resta certamente preoccupante e degna di attenzione e cura, da un altro punto di vista, domandandosi: come mai ci stupiamo per un fatto che nei secoli - entro certi limiti - è stato normale? Fare un figlio a 18 anni era normale all'inizio del secolo scorso; perché ormai è diventato "normale" fare i figli da over 30 e farli intorno ai venti ci spaventa? E, insomma, perché ci ostiniamo a chiamare "ragazzi" degli individui con barba e baffi e che magari hanno finito l'università pensando magari che debbano solo pensare a comprare i jeans che volevamo comprare noi?
Se prima guardavamo dal punto di osservazione del genitore protettivo, ora insomma proviamo a guardare da quello del figlio, della sua biologia e della sua necessità naturale ed istintiva di sesso ma anche di amore e delle conseguenze che sesso e amore portano: i figli, una necessità che perde il controllo se non è accompagnata ma lasciata alla pura reattività.
Se ben ci pensiamo, è solo negli ultimi anni che l'età della gente al momento del matrimonio (sempre che si sposino) è aumentata esponenzialmente, così come è fatto recente il rimandare l'età per fare un figlio. Prima non era buona cosa avere rapporti sessuali da giovani non sposati, anche perché era normale sposarsi a vent'anni. Giulietta e Romeo si sposavano ben prima dei vent'anni e Shakespeare non ci trovava niente di strano. Normale significa che era la consuetudine, ma significa anche un'altra cosa: che seguiva l'orario dell'orologio biologico, che oggi la cultura odierna ci obbliga ad ignorare.
Ecco allora il punto: il mondo che guarda dal punto di osservazione del genitore paternalista si indigna per le gravidanze giovanili, arrivando addirittura a scandalizzarsi se la ragazza "nemmeno abortisce"; ma non s'indigna nemmeno un poco se le donne sono costrette a rimandare la gravidanza ad epoca indeterminata ed in cui - ti pare poco! - i rischi finiscono per non venire più.  
Si illude allora la gente prospettando che si possa rimandare ("gestire") l'età fertile come si vuole, tanto ci pensa la medicina, salvo poi accorgersi tardivamente dei dati medici: anche la fecondazione in vitro non funziona più oltre una certa età.
Il punto di osservazione del figlio invece ci fa vedere che la persona è fatta per seguire certe strade inscritte nel suo Dna biologico e nel suo Dna morale.
Qualche volta però la spinta del figlio incontra solo silenzio e solitudine, e la persona "spara" la sua capacità affettiva e sessuale a vanvera, ed ecco le complicanze delle gravidanze giovanili, che sono un problema per la mancanza della famiglia e per essere esplose in un secolo che considera come bambini quelli che cento anni fa erano padri amorosi e mamme giovani e attive.
Il punto di osservazione paternalistico guarda il fenomeno mamme-bambine indignandosi perché fanno sesso troppo presto o perché fanno sesso senza il dogma dei contraccettivi. Il punto di osservazione del figlio insegna ad indignarci per un altro motivo: perché viene usurpata alle donne l'età fertile illudendole che a vent'anni e anche dopo il sesso sia sinonimo di gioco e basta, senza addentellati con le altre tre parole: amore, figli, famiglia; e perché ci accorgiamo che questo è solo un brutto trabocchetto per pettirossi creduloni.
Le gravidanze giovanili sono un campanello che suona nelle coscienze della società postmoderna: riappropriarci del corpo non significa più fare sesso come dove e quando ci pare, ma capire che il "dove, come e quando" ha in sé delle regole naturali, che la scienza e il rimpianto delle donne e uomini che hanno aspettato troppo - per assecondare la violenza del mercato del lavoro o del mercato della moda - ci additano con forza.

Fonte: Il Sussidiario

3 - SINDROME DI DOWN: AUTONOMIA ED INSERIMENTO SOCIALE
La maggior parte dei bambini con sindrome di Down può raggiungere un buon livello di autonomia personale
Fonte Associazione Italiana Persone Down onlus

Fino a pochi anni fa la maggior parte delle persone si riferiva alle persone con sindrome di Down chiamandole mongoloidi e l"idea più diffusa era quella di persone ritardate mentalmente, che sarebbero state per sempre dipendenti dai loro genitori.
Oggi è possibile incontrare ragazzi con sindrome di Down nelle scuole e e nei parchi, ragazzi con sindrome di Down che si muovono da soli fuori casa per incontrare i loro amici e perfino qualche adulto sul posto di lavoro. Qualcosa sta cambiando.

CHE COS"È LA SINDROME DI DOWN?
La sindrome di Down è una condizione genetica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più nelle cellule: invece di 46 cromosomi nel nucleo di ogni cellula ne sono presenti 47, vi è cioè un cromosoma n. 21 in più; da qui anche il termine Trisomia 21. Genetico non vuol dire ereditario, infatti nel 98% dei casi la sindrome di Down non è ereditaria.
La conseguenza di questa alterazione cromosomica è un handicap caratterizzato da un variabile grado di ritardo nello sviluppo mentale, fisico e motorio del bambino.

LE ANOMALIE CROMOSOMICHE NELLA SINDROME DI DOWN
Esistono tre tipi di anomalie cromosomiche nella sindrome di Down, il loro effetto finale è comunque identico: nelle cellule dei vari organi i geni del cromosoma 21 sono in triplice dose.
L"anomalia più frequente è la Trisomia 21 libera completa (95% dei casi): in tutte le cellule dell"organismo vi sono tre cromosomi 21 invece di due; ciò è dovuto al fatto che durante le meiosi delle cellule germinali la coppia dei 21 non si è disgiunta come avrebbe dovuto (90% dei casi durante la meiosi della cellula uovo materna, 10% durante la meiosi degli spermatozoi paterni).
Più raramente si riscontra la Trisomia 21 libera in mosaicismo (2% dei casi): nell"organismo della persona con la sindrome sono presenti sia cellule normali con 46 cromosomi che cellule con 47 cromosomi (la non disgiunzione della coppia 21 in questo caso si è verificata alle prime divisioni della cellula uovo fecondata).
Infine, il terzo tipo di anomalia, anch"essa rara, è la Trisomia 21 da traslocazione (3% dei casi): il cromosoma 21 in più (o meglio una parte di esso, almeno il segmento terminale) è attaccato ad un altro cromosoma di solito il numero 14, 21, o 22.

LE CAUSE DELLA SINDROME DI DOWN
Non conosciamo affatto quali siano le cause che determinano le anomalie cromosomiche in generale. Sappiamo però che:
a. le anomalie cromosomiche, soprattutto le trisomie, sono un evento abbastanza frequente che interessa circa il 9% di tutti i concepimenti (alla nascita però solo lo 0,6% dei nati presenta un"anomalia cromosomica a causa dell"elevatissima quota di embrioni che va incontro ad un aborto spontaneo);
b. l"incidenza delle anomalie cromosomiche in generale, e quelle della Trisomia 21 in particolare, è assolutamente costante nelle diverse popolazioni, nel tempo e nello spazio;
c. tutte le possibili ipotesi eziologiche fino ad oggi formulabili (agenti chimici, radiazioni ionizzanti, infezioni virali, alterazioni metaboliche o endocrine materne) non sono state mai avvalorate dalle molte ricerche condotte.In definitiva si ritiene che l"insorgenza delle anomalie cromosomiche sia un fenomeno “naturale”, in qualche modo legato alla fisiologia della riproduzione umana, e anche molto frequente.
La presenza della sindrome di Down è diagnosticabile nel neonato, oltre che con un"analisi cromosomica, fatta su un prelievo di sangue, attraverso una serie di caratteristiche facilmente riscontrabili dal pediatra, di cui la più nota è il taglio a mandorla degli occhi (che ha dato origine al termine mongolismo).
Il nome “sindrome di Down” viene invece dal nome del dott. Langdon Down, che per primo nel 1866 riconobbe questa sindrome (sindrome vuol dire insieme di tratti) e ne identificò le principali caratteristiche.

SI PUÒ FARE QUALCOSA PER PREVENIRLA?
Le cause precise che determinano l"insorgenza della sindrome di Down sono ancora sconosciute. Numerose indagini epidemiologiche hanno comunque messo in evidenza che l"incidenza aumenta con l"aumentare dell"età materna.
Anche se la possibilità cresce con l"avanzare dell"età materna, questo non esclude che nascano bambini con sindrome di Down anche da donne giovani, ma una donna più anziana ha maggiori probabilità.
L"altro fattore di rischio dimostrato è avere avuto un precedente figlio con la sindrome. [...]

QUANTE SONO LE PERSONE CON SINDROME DI DOWN?
Attualmente in Italia 1 bambino su 1200 nasce con questa condizione.
Grazie allo sviluppo della medicina e alle maggiori cure dedicate a queste persone la durata della loro vita si è molto allungata così che si può ora parlare di un"aspettativa di vita di 62 anni, destinata ulteriormente a crescere in futuro.
Si stima che oggi vivano in Italia circa 38.000 persone con sindrome di Down di cui il 61% ha più di 25 anni.

CHI SONO E COME CRESCONO I BAMBINI CON SINDROME DI DOWN?
Lo sviluppo del bambino con sindrome di Down avviene con un certo ritardo, ma secondo le stesse tappe degli altri bambini.
I bambini con sindrome di Down crescendo possono raggiungere, sia pure con tempi più lunghi, conquiste simili a quelle degli altri bambini: cammineranno, inizieranno a parlare, a correre, a giocare.
Rimane invece comune a tutti un variabile grado di ritardo mentale che si manifesta anche nella difficoltà di linguaggio frequente tra le persone con sindrome di Down.
Dal punto di vista riabilitativo non si tratta di compensare o recuperare una particolare funzione, quanto di organizzare un intervento educativo globale che favorisca la crescita e lo sviluppo del bambino in una interazione dinamica tra le sue potenzialità e l"ambiente circostante. È importante inoltre ricordare che ogni bambino è diverso dall"altro e necessita quindi di interventi che rispettino la propria individualità e i propri tempi.
Dal punto di vista medico, vista una maggiore frequenza in tali bambini rispetto alla popolazione normale di problemi specialistici, in particolare malformazioni cardiache (la più frequente è il cosiddetto canale atrioventricolare comune, ma si presentano anche difetti intestinali, disturbi della vista e dell"udito, disfunzioni tiroidee. problemi odontoiatrici), è opportuno prevedere col pediatra una serie di controlli di salute volti a prevenire o a correggere eventuali problemi aggiuntivi.

CHE COSA POSSONO IMPARARE E QUAL È IL LORO INSERIMENTO SOCIALE?
La maggior parte dei bambini con sindrome di Down può raggiungere un buon livello di autonomia personale, imparare a curare la propria persona, a cucinare, a uscire e fare acquisti da soli.
Possono fare sport e frequentare gli amici, vanno a scuola e possono imparare a leggere e scrivere.
I giovani e gli adulti con sindrome di Down possono apprendere un mestiere e impegnarsi in un lavoro svolgendolo in modo competente e produttivo. È impossibile avere oggi dei dati statistici sul numero delle persone con sindrome di Down che lavorano, ma, anche se la legislazione attuale non favorisce adeguatamente l"avvio al lavoro delle persone con ritardo mentale, grazie all"impegno degli operatori e delle famiglie ci sono già molte esperienze positive. Ci sono lavoratori con sindrome di Down tra i bidelli, gli operai, i giardinieri ed altre mansioni semplici. Stanno nascendo inoltre anche alcune prime esperienze in lavori più complessi come l"immissione dati in computer o altri impieghi in ufficio.
Le persone con sindrome di Down sanno fare molte cose e ne possono imparare molte altre. Perché queste possibilità diventino realtà occorre che tutti imparino a conoscerli e ad avere fiducia nelle loro capacità.


Fonte: Associazione Italiana Persone Down onlus

4 - LE MIE TASSE NON SERVANO PER PAGARE GLI ABORTI!
Petizione al presidente della Regione Toscana per ottenere la possibilità di non pagare le tasse che vanno a coprire i costi degli aborti
di Cristian Ricci - Fonte: Scienza & Vita Pontremoli

Gent.mo Presidente,
dai dati pubblicati dal Ministero della Sanità nell"ultima Relazione sull"attuazione della L. 194/78,  risulta che nella nostra Regione siano state effettuate 7665 Interruzioni Volontarie di Gravidanza nel 2010 e 7479 nel 2011. Il che significa che le strutture sanitarie regionali sono state impegnate per effettuare oltre 20 interventi abortivi al giorno.
Per un costo stimato, per difetto, di € 500 ad interruzione, si ricava che nel 2011 la Regione Toscana ha speso €3.739.500,00 per eseguire questi interventi, mentre nel 2010 ne ha spesi €3.832.500,00. Cifre con le quali si sarebbero potuti coprire i deficit di bilancio (2009) delle Asl di Pisa o di Grosseto o di Prato o quelli delle Aziende Ospedaliere di Careggi o del Meyer.
Le somme con le quali sono state erogate queste interruzioni di gravidanza sono denari derivanti dal pagamento delle tasse di tutti i cittadini toscani.
Noi che sottoscriviamo questa petizione desideriamo fermamente non collaborare, seppur indirettamente, alla fornitura di un servizio che ha un fine immorali, come è la soppressione di un essere umano innocente e indifeso, pertanto, proprio come è previsto per il personale sanitario, al fine di non renderci complici di atti contrari alla nostra coscienza, come sono tutti quelli che contraddicono il generale principio di non uccidere un innocente.
Chiediamo che sia istituito un sistema fiscale grazie al quale le nostre imposte non siano destinate per pagare le interruzioni volontarie di gravidanza, qualora non sia in grave pericolo la vita della partoriente, ma per aiutare la gestante a rimuovere le cause che la porterebbero all"aborto, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto (come previsto dalla legge); così che si possano almeno diminuire gli effetti negativi di una legge di per sé sbagliata.

PER  SOTTOSCRIVERLA:
http://www.activism.com/it_IT/petizione/regione-toscana-obiezione-alle-spese-abortive/41210

Fonte: Scienza & Vita Pontremoli

5 - PER RISPARMIARE UN MILIARDO DI STERLINE L'ANNO, L'INGHILTERRA DECIDE DI DECIMARE GLI ANZIANI
Ogni medico di base dovrà inserire un malato su cento in un elenco di pazienti ai quali chiedere di poter interrompere le cure (ecco un video che mostra tutte le analogie con il nazismo)
di Elisabetta Del Soldato - Fonte: Avvenire
Fonte: Avvenire

6 - SPENDING REVIEW & DELITTI LEGALIZZATI
Lo Stato italiano spende ogni anno 200 milioni di euro per l'aborto: non si potrebbe cominciare a risparmiare da qui, facendo pagare ai singoli cittadini questi delitti?
di Mario Palmaro - Fonte: Il Timone
Fonte: Il Timone

7 - AMO IL MIO CANE E FACCIO SESSO CON LUI
Perversione aberrante o libera scelta dell'orientamento sessuale?
di Alfredo De Matteo - Fonte: Corrispondenza Romana
Fonte: Corrispondenza Romana

8 - IL DISGUSTOSO VITTIMISMO DELLE FEMMINISTE
Si invoca l'inasprimento delle pene per il femminicidio, mentre la donna che schiaffeggia, colpisce, umilia e maltratta gli uomini è un modello costantemente alimentato dalla cultura dominante
di Gibbì - Fonte: Ragioni Maschili
Fonte: Ragioni Maschili

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