Amici del Timone n�31 del 24 aprile 2014

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LA CORTE IGNORA LE SCELTE DEI CITTADINI MA ANCHE IL BUONSENSO
Il piano inclinato della legge 40 trascina la procreazione assistita alla deriva, ma dietro al malinteso diritto di avere un figlio si aprono scenari problematici
di Tommaso Scandroglio

Ieri mattina la Corte Costituzionale ha deciso: cancellato dalla legge 40 il divieto di fecondazione artificiale eterologa per quelle coppie assolutamente infertili. D’ora in poi anche le coppie italiane potranno ricorrere a “donatori” di ovociti o spermatozoi per avere un bambino. L’ultimo capitolo di questa mattanza della legge 40 ci offre l’opportunità – in attesa delle motivazioni della sentenza - di fare un quadro sintetico e riassuntivo delle cause che hanno portato a questo pronunciamento e degli effetti ad esso correlati.
Il cammello e il moscerino. Incassato nel 2004 il risultato della Fivet, le modalità per accedervi – omologa o eterologa – sono solo elementi accessori. In altri termini una volta che abbiamo accettato il principio che la vita può essere prodotta in provetta, il fatto che i gameti provengano o meno dalla coppia è aspetto secondario. Diventa tutto e solo una questione di limiti ad un male ormai legalizzato. Ingoiato il cammello come stupirsi che possiamo ora ingoiare anche il moscerino? Questa sentenza è insomma figlia della stessa legge 40.
Al fondo del pendio scivoloso. Il principio dello slippery slope ha avuto plastica attuazione nel caso della legge 40: una volta che si è acceso il semaforo verde sulla fecondazione omologa, si è aperta la possibilità di produrre quanti embrioni si volevano e di crioconservare quelli non impiantati, successivamente vi sono state aperture significative volte a far accedere alle Fivet le coppie non sterili né infertili grazie a giudici compiacenti e per tramite delle linee guida del ex ministro della Sanità Livia Turco. L’eterologa è solo il punto di arrivo di questo scivolamento verso il basso prodottosi sempre più velocemente.
La tecnocrazia della magistratura. E’ ormai assodato che in Italia – e non solo – le leggi sui principi non negoziabili le fanno i giudici e non il Parlamento. Quest’ultimo tutt’al più redige quelle che ora possiamo considerare solo come delle bozze di legge, le quali una volta varate dovranno superare il vaglio dei giudici che potranno modificare il testo a proprio piacimento. Il magistrato non è più chiamato ad applicare le leggi, ma a crearle.
Il diritto al figlio. La sentenza della Consulta ribadisce un principio già contenuto in nuce nella legge 40: esiste un vero e proprio diritto al figlio che non può essere limitato in nessun modo. Se puoi avere il figlio da tuo marito o partner va bene, ma anche nel caso in cui madre natura ti ha remato contro ecco che l’ordinamento ti viene incontro perché il tuo diritto alla genitorialità non può essere compromesso in alcun modo.
Peggio di prima. C’è chi in queste ore commenta più o meno così: “La legge 40 è ormai definitivamente cancellata. Siamo tornati alla situazione esistente prima del 2004 dove tutto era permesso”. In realtà la situazione è peggiore di prima perché allora le pratiche come l’omologa e l’eterologa non erano né permesse né vietate. Ora invece sono legittimate, cioè sono avvallate e favorite dalla stessa legge. Se prima tali tecniche potevano venire considerate delle “facoltà di fatto”, oggi la staffetta Legge 40 e giudici ha reso la fecondazione artificiale praticabile sempre e comunque con il placet dello Stato italiano.
Effetti a cascata. Da domani gli effetti collaterali della sentenza non tarderanno a farsi sentire. In primis bisognerà riformare il diritto di famiglia. Se fino a ieri la madre era chi partoriva il bebè, da domani occorrerà domandarsi se questa condizione sarà ancora valida di fronte all’evidenza che il neonato è geneticamente figlio di un solo membro della coppia, magari il padre, e nell’ipotesi che i gameti provengano entrambi da soggetti esterni alla coppia il figlio sarà tale solo di nome ma non di fatto.  Come dunque regolare la filiazione nel caso in cui il nato biologicamente non ha nulla a che spartire con la coppia che ha avuto accesso alla provetta? E poi ci saranno non pochi problemi giuridici e clinici da risolvere: il “donatore” sarà coperto da anonimato? Occorreranno protocolli ad hoc per garantire che i gameti provengano da persona sana, senza patologie genetiche? Sarà legittimo poi scegliere il “donatore” in base alle sue caratteristiche fisiche, come altezza, colore degli occhi etc.? I richiedenti potranno esigere da lui anche un test sulla sua intelligenza? Tutte cose che ormai da tempo avvengono fuori dai confini italici.
In secondo luogo dal momento che la Consulta ha dato il suo benestare sull’eterologa, di conserva anche la pratica dell’utero in affitto sarà legittima essendo una variante della stessa eterologa. Terzo inciampo: la ricerca sull’infertilità di coppia subirà un altro brusco arresto in Italia. Perché infatti investire in questo campo quando ormai c’è la provetta magica che può risolvere ogni problema? Anche la pratica delle adozione è destinata a tramontare, appannaggio ormai di vecchi nostalgici.
Ma per quale motivo siamo arrivati sino a questo punto? D’accordo: i radicali in lega con una certa magistratura compiacente hanno fatto la loro parte. Ma da che mondo è mondo è sempre avvenuto così. I figli delle tenebre ci sono stati dai tempi di Caino e Abele e non sono mai stati con le mani in mano. Il vero problema invece sta nell’accampamento cattolico e in due aspetti in particolare. In merito alla legge 40, la sentenza è frutto della difesa strenua di alcuni ambienti cattolici della stessa legge. Se tuteli il male, questo non potrà che svilupparsi e portare frutto. La male pianta non può che essere sradicata al più presto. Detto in soldoni, il compromesso è la porta d’ingresso a mali ben peggiori. In senso più ampio, dal post-Concilio assistiamo – nei migliori dei casi – ad un disorientamento delle truppe cattoliche e più spesso ad una vera e propria diserzione per passare all’esercito nemico pur indossando sempre la divisa cattolica. Impensabile vincere se non uniti - ma uniti nella verità insegnata dal Magistero – e convinti di cosa è bene e male in morale e di quali strumenti eticamente leciti possono essere impiegati nel combattimento.
Questa debacle insegni – pio desiderio – la corretta strategia da attuare in futuro. Opposizione dura e radicale alle leggi ingiuste, senza cedere alle sirene dei “mali minori” e delle “limitazione dei danni”.  Dietro l’angolo ecco le prossime sfide: disegno di legge “Scalfarotto” sulla cosiddetta “omofobia”, approvazione dei “matrimoni” gay, riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, testamento biologico e poi, chissà, pedofilia e revisione del Concordato.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

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