Amici del Timone n�4 del 20 gennaio 2012

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BIOETICA E MORALE, CRISTIANI NORMALIZZATI
I cristiani, fatte le dovute eccezioni, divorziano come gli altri, vanno alla ricerca delle imperfezioni genetiche dei loro feti e in buona parte li eliminano se sono imperfetti
di Carlo Bellieni

Dove sono finiti i cristiani? In chiesa quando c’è un bel matrimonio, ma quando si parla di diritti di chi non ha voce… “La religione non viene negata, ma pensata con un suo ruolo ben delimitato; interviene solo in parte e marginalmente nel giudizio etico e nei comportamenti.” E’ quanto ha afferma mons Rino Fisichella, (Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione) in un intervento svolto alcuni giorni fa a Tirana.
E ha ragione. In campo etico (aborto, droga, contraccezione) la gente cristiana all’anagrafe non agisce da immorale, cosa che implicherebbe una scelta tra bene e male; semplicemente vive buggerandosene del cristianesimo. Infatti i cristiani, fatte le dovute eccezioni, divorziano come gli altri, vanno alla ricerca delle imperfezioni genetiche dei loro feti e in buona parte li eliminano se sono imperfetti; non dissentono verso i protocolli in cui in molti Paesi gli ospedali lasciano sospendere le cure ai neonati sulla previsione di una futura disabilità; accettano nei fatti la diffusione e la banalizzazione della droga e accettano come ineluttabile la manipolazione, la distruzione o il congelamento di embrioni umani. O perlomeno, se c’è una differenza tra il comportamento dei cristiani in questi ambiti, non appare in pubblico, tanto da far pensare ad un’assimilazione dei comportamenti tristemente modaioli in ambito etico.
Davvero serve una nuova evangelizzazione. E’ questo il senso di quanto ho recentemente scritto sull’Ossevatore Romano, parlando di “fretta e interessi economici: una non rassicurante chiave di lettura di alcune novità in campo bioetico. Ormai certe pratiche sono routine, digerite, assorbite e soprattutto «normalizzate» anche tra molti credenti, medici e non medici”.
Eppure ci sarebbero gli strumenti per obiettare e dissentire: la legge 40 stessa prevede l’obiezione di coscienza all’articolo 16; e per chiunque è possibile organizzarsi, alzare la voce e parlare per ribadire certi principi; ma anche in Italia – Paese cattolico - si arranca, tanto che il Bel Paese ha il record mondiale di diagnosi prenatale genetica, senza che questo sollevi particolari preoccupazioni.
Perché questa rassegnazione, mentre invece il mondo scientifico alza la voce per mostrare le conseguenze negative di tante presunte “conquiste etiche”?
Il nuovo ordine mondiale è questo: accettare qualunque cosa nel campo sociale, pur di essere lasciati “liberi” di fare quel che vogliamo in casa nostra. “A differenza del recente passato, si tollerano e si sopportano molto di più le ingiustizie e le disuguaglianze sociali, piuttosto che le proibizioni che intaccano la sfera privata.” continua mons. Fisichella. I cristiani sono stati assimilati, magari consolati da qualche legge che fa ancora da argine alle derive in campo bioetico; ma mentre perfezioniamo le leggi, forse i buoi sono già scappati, e sarebbe il caso di riprendere ad educare invece di pensare solo all’ufficialità delle leggi; e a farsi educare da certi ambienti laici, legati all’amore per la natura e la non manipolabilità della vita, proprio come accadde nel 2004 per il referendum sulla legge 40, quando si spiegavano casa per casa e parrocchia per parrocchia i termini della questione, con tutte le obiezioni possibili, con tutte le alleanze possibili.
Insomma, dove sono finiti i cristiani? Chi li trova (ma fortunatamente ci sono ancora!) batta un colpo.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 12-10-2011

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